Riprendiamo dalla STAMPA del 25/05/2019, a pag.9, con il titolo "Violenti, xenofobi e pronti a colpire. I neonazisti spaventano la Scandinavia" a cronaca di Monica Perosino
terrosimo islamico
membri del partito neonazi svedese
Che il neonazismo scandinavo, come il neofascismo di Casa Pound e Forza Nuova in Italia, siano un pericolo per la democrazia è un dato di fatto. Ma non si combattono gridando al lupo, al lupo, come sta avvenendo in Italia, dove una infima minoranza di violenti che inneggiano al fascismo viene scambiata con un partito di massa. La ricostituzione del fascismo è un atto condannato dalla legge, perchè Casa Pound e Forza Nuova non vengono denunciati? Forse fanno comodo per sviare l'attenzione ad altri pericoli, questa volta veri, come l'invasione silenziosa dell'islam nel nostro paese? Argomento tabù per quasi tutti i nostri media.
Monica Perosino
Vogliono sovvertire l'ordine sociale, anche con la forza. Sono organizzati, violenti e «cercano di cambiare il nostro modo di vivere, la nostra democrazia». L'allarme viene dall'ultimo rapporto della Säpo, i servizi segreti svedesi, che ha incluso nella lista delle principali minacce alla sicurezza nazionale un nuovo fattore a «rischio elevato»: nel 2019, perla prima volta, accanto ai timori per «possibili attacchi di matrice islamista» e l'azione destabilizzante della Russia i servizi scandinavi hanno un «nuovo» nemico: i gruppi neonazisti della supremazia bianca xenofoba e antisemita. II clima politico Nel Paese più filoeuropeista della Ue, il governo a guida socialdemocratica domani tenterà ancora una volta di resistere all'assedio dei Democratici Svedesi, il partito dell'ultradestra che non ha smesso di sperare di diventare la seconda forza, a costo di «tradire» un passato decisamente troppo vicino ai gruppi neonazisti. «Anche se non ci sono prove di legami diretti - spiega Daniel Poohl, presidente della Fondazione Expo - l'avanzata delle forze dell'ultradestra e la crescita dei gruppi neonazisti hanno chiaramente un'origine comune nella polarizzazione della società scandinava». «Come i movimenti islamisti dice l'analista della Säpo Ahn-Za Hagström - a questi individui non piace il nostro modo di vivere, la nostra democrazia, e vogliono cambiare a tutti i costi, anche con la violenza». E negli ultimi anni, aggiunge il capo dei servizi Anders Thornberg «il numero di individui appartenenti a gruppi estremisti violenti sono passati dall'essere poche centinaia a diverse migliaia». Le «azioni» sono raddoppiate in tre anni, da 1.500 circa del 2015 a 2.960 nel 2018 (Rapporto Expo), così come gli affiliati attivi alle maggiori organizzazioni. Le «azioni» citate dai rapporti di sicurezza vanno dalle semplici manifestazioni di piazza ai campi paramilitari, dai presidi anti-migranti alle svastiche sulle sinagoghe fino alle molotov contro le moschee. La galassia Sono dieci le maggiori organizzazioni attive in Scandinavia, ma ce n'è una che negli ultimi anni sembra aver ottenuto i maggiori consensi, il Nordiska motständsrörelsen, che è diventato anche un partito, sfracellandosi però alle urne. Il loro programma spinge verso un precipizio già visto: l'unica strada è il nazionalsocialismo; quello che definisce un popolo è la base genetica; il nemico sono gli ebrei e gli immigrati (di tutte le nazionalità, peggio se musulmani o neri) ; la superiorità delle genti nordiche non si discute; un camerata deve prendersi cura del suo spirito come del suo corpo; l'unico esempio a cui rifarsi è Adolf Hitler. Il «programma» si sviluppa con varie azioni, on line e «sul terreno», il cui minimo comune denominatore è «l'atteggiamento intimidatorio», dicono gli analisti di Expo, e un'ossessione per «combattere il sionismo». Ma anche l'Nrm potrebbe aver fatto un passo falso: «Il 2019 potrebbe essere più pericoloso del 2018 - Spiega Daniel Poohl -. L'entrata nella politica del movimento crediamo avrà il possibile effetto di spingere molti affiliati ad alzare il tiro e entrare in clandestinità, perchè "traditi" da leader troppo molli». Da qui l'allarme della Sapo: dei 3.000 estremisti violenti in Svezia, quasi 2.000 sono islamisti radicali, ma oltre 1.000 sono di «Potere bianco e potrebbero passare all'azione». Per ora il Movimento di resistenza nordica è più attivo che mai, forte di regole interne più permissive che oggi «non richiedono di dedicare tutta la vita al culto di Hitler e il nazismo, ma solo una parte di essa». Allo stesso tempo la galassia di altri gruppi minori si sta muovendo aggressivamente per contestarne il potere e avvicinare nuovi proseliti. «La pressione che esercitano sui partiti di estrema destra in parlamento - dice Poohl - inizia ad essere significativa». La rete internazionale L'allarme della Säpo non preoccupa solo Stoccolma. La rete xenofoba neonazista è «ben organizzata, gerarchicamente efficiente e, soprattutto, internazionale». I soldi arrivano da donazioni in criptovaluta (i conti bancari sono stati bloccati dalle autorità) e da una rete di finanziamenti internazionali. L'ipotesi, pur mai provata, è che negli anni scorsi i fondi arrivassero soprattutto da finanziatori russi (come pure gli addestratori militari), ma la rete è vastissima.Gli scandinavi, che non fanno mistero di ispirarsi a CasaPound, hanno ramificazioni e contatti in tutta Europa. Fino al 2017 legati all'Alt-Right americana (con Richard Spencer), ora i principali amici dei neonazisti svedesi stanno in Germania, Danimarca, Polonia, Estonia e Italia. È principalmente tra questi Paesi che si propaga l'ideologia xenofoba, nutrita di campi paramilitari, manifestazioni di piazza, «azioni rivoluzionarie», con l'obiettivo di creare «uno stato nordico autosufficiente». Gli amici italiani Con l'Italia i legami si sono fatti progressivamente più intensi, con diversi neonazisti nostrani «in gita» verso Nord, per partecipare a manifestazioni (l'ultima per dare una lezione al corteo del primo maggio) o addestramenti. «Avremo tra le nostre fila camerati da Pastaland», annunciavano sarcastici alla vigilia dei cortei.1130 aprile scorso un gruppo di italiani ha partecipato al campo d'addestramento del Gruppo 801 a Flen. Tra di loro un istruttore di arti marziali che «ha già formato altri membri di gruppi fascisti in Italia». I camerati in visita erano dei «delusi dall'inazione di Forza Nuova», costantemente infiltrata «da uomini vecchi e troppo ammorbidita dalla religione cattolica». L'anonimo camerata, uno studente, avrebbe detto di venire «dalla Regione più rossa di Italia, dove la situazione è insostenibile. A Roma si sta meglio, CasaPound e Forza Nuova sono forti». Lo studente loda la natura svedese, i sani principi e l'impegno «a combattere, come diceva Hitler, per l'uomo che verrà».
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