Messaggi che NON violano gli standard di Facebook
Commento di Deborah Fait
A destra: alcuni esempi di messaggi di odio contro Israele tollerati da Facebook
Servono prove ormai per capire che i controllori di Facebook hanno dei seri problemi di equità e giustizia? Provate a scrivere una critica associata alla parola Islam e sarete bannati, se però qualcuno vi augura di morire ad Auschwitz non viene toccato. Io sto scontando ancora un mese di "punizione" per aver scritto il seguente titolo "E' nato un nuovo termine politico: terrorismo religioso". http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=&sez=70&id=74463
Bene, qui di seguito potete leggere alcuni commenti su Israele copiati e incollati da Facebook, sono stati segnalati ripetutamente ma le prime risposte sono state: "i messaggi non violano gli standard di FB". E' uno scandalo che ormai va avanti da anni, chiunque può scrivere indisturbato nefandezze contro Israele senza conseguenze. Vi sono decine , forse centinaia di profili di odiatori di Israele che possono offendere e diffamare e fregarsene di ogni protesta, non solo, se alcuni di noi intervengono sulla pagina in questione per protestare sono ricoperti di insulti e minacciati pesantemente. Le frasi più leggere sono "Peccato che Hitler non abbia finito il lavoro" e simili. Tra i tanti profili a me ne bastano un paio per avere attacchi di fegato, quello del torinese Diego Siragusa che da decenni ( vivevo ancora in Italia quindi parlo di più di 30 anni fa) passa il suo tempo a scrivere del suo odio per Israele, mai stanco perché l'odio nutre l'animo di chi lo prova. Poi c'è la solita Samantha Comizzoli, quella di "Israele, il cancro", quella che rideva felice ammiccando, con le dita a V di Vittoria, davanti a un forno acceso. Lei non può esistere senza il suo odio, non può respirare, è la sua ragione di vita. Ha più o meno cinque profili, uno dal titolo, appunto, "Israele IL CANCRO" che sarebbe il suo originale collegato a un altro in cui si definisce -soldato presso i Diritti Umani- dove scrive di tutto e di più, ogni tipo di porcheria purchè pregna di odio contro lo stato ebraico. Ha persino una fan-page gestita da chi legge e diffonde le sue pseudo-notizie. I commenti di chi segue con simpatia questi profili antisemiti sono spaventosi, di una violenza inaudita, di un odio che si può toccare con mano, che fa male perché non è umano odiare così visceralmente un paese che la maggior parte nemmeno conosce. La falce della censura di Facebook cala però sempre su chi è palesemente sionista e, comunque, filo-israeliano, attualmente, in contemporanea con me, sono bloccati diversi altri amici di Israele. Una vera ecatombe. Oltre ai blocchi spariscono interi articoli, vengono oscurati messaggi e nessuno sa perché né da chi. I controllori sono silenziosi, invisibili, arrivano quatti quatti e, zacchete, tagliano, censurano, oscurano e scompaiono. Stare su FB è come vivere dentro un thriller, non sai mai cosa può succedere. Cosa si può fare per combattere questa vera e propria dittatura? Niente, è come lottare contro i mulini a vento. Forse l'unico modo utile è continuare a scrivere, aspettare la mannaia e riscrivere ancora e ancora, se non altro diamo loro fastidio e li facciamo lavorare. Meglio che niente.
Deborah Fait
"Gerusalemme, capitale unica e indivisibile dello Stato di Israele"