Sull'Iraq l'Ulivo adotta la linea di Zapatero 12-10-04
Dunque, la prospettiva è ormai definitivamente chiara. Al vertice dei leader del centro-sinistra è uscita una linea politica fortemente difesa da Romano Prodi che ha messo tutti d’accordo.
Sulla questione dell’Iraq, le truppe dell’alleanza vengono definite addirittura “truppe di occupazione”. Sì, proprio, di “occupazione”. Ne discendono alcuni ovvi corollari. In particolare: chi si oppone alle truppe di occupazione? La resistenza. La resistenza irakena.
Inoltre, i leader si sono messi d’accordo sulla linea: “via le truppe italiane dall’Irak”. Insomma, la linea di politica estera dell’Ulivo-centro-sinistra è ormai quella di Zapatero.
Dopo mesi di convulsioni, il riformismo è finito, i mugugni di Fassino e Rutelli - di cui parlano le solite “indiscrezioni” di stampa - sono cosa patetica, e quel che risalta è la trionfante soddisfazione di Bertinotti, Diliberto e Pecoraio Scanio.
Ora non dimentichiamo alcuni fatti precedenti. Questo candidato premier che si presenta come incarnazione italiana di Zapatero è quello stesso che, come presidente della Commissione Europea ha nominato il famigerato Tariq Ramadan “membro dei gruppo dei saggi (sic) sul dialogo dei popoli e delle culture che fa riferimento alla Commissione Europea sotto la presidenza di Romano Prodi”. Il medesimo riporta in pompa magna questo titolo onorifico sulla sua pagina web, trabordante di accuse contro i crimini d’Israele e contro la lobby intellettuale ebraica.
Ricordiamoci queste e consimili cose, mentre l’Ulivo vira in direzione Indymedia. Per tutti coloro che hanno a cuore le sorti d’Israele la prospettiva è chiara.