Riprendiamo dall' OSSERVATORE ROMANO di oggi, 17/05/2019, a pag.2 l'articolo "Ancora tensioni fra Stati Uniti e Iran".
OR disinforma a partire dal titolo perché mette sullo stesso piano Usa e Iran e scrive di imprecisate "tensioni". In questo modo stempera i caratteri del regime di Teheran, una dittatura feroce che finanzia il terrorismo islamico in Medio Oriente e non solo, calpesta i diritti umani e civili, minaccia di distruzione Israele e si avvicina a disporre di armi nucleari.
Ecco la breve:
Sullo sfondo di crescenti tensioni nel Golfo, Washington ha allertato il corpo diplomatico nella regione, mentre Germania e Olanda hanno sospeso operazioni di addestramento in Iraq. Da parte sua, il generale britannico Chris Ghika, vice-comandante della coalizione anti-Is a guida statunitense in Iraq e Siria, ha sottolineato che non ci sono segnali credibili di minacce alle forze statunitensi da parte di Teheran o di milizie sue alleate. Ma al generale britannico ha subito risposto il Comando centrale statunitense, secondo cui tali dichiarazioni «contrastano con le credibili minacce identificate, disponibili all'intelligence statunitense e degli alleati». E, dopo l'invio di una flotta da guerra in Medio Oriente — guidata dalla portaerei Abraham Lincoln, una squadra di bombardieri B52, una nave anfibia e una batteria di missili Patriot — il Dipartimento di Stato ha ordinato al personale non essenziale dell'ambasciata a Baghdad e del consolato a Erbil di lasciare l'Iraq, sospendendo i normali servizi per i visti nonché quelli di emergenza ai suoi cittadini. Sono stati allertati anche i residenti statunitensi negli Emirati e in Libano.
Nelle stesse ore, «la Bundeswehr ha sospeso la sua formazione» in Iraq. Lo ha confermato il portavoce del ministero tedesco della difesa, Jens Flosdorff, parlando di una «vigilanza accresciuta» dell'esercito tedesco nel paese. Stessa posizione per l'Olanda. Il Cremlino è «preoccupato» per la situazione creatasi con l'Iran e ritiene che gli Stati Uniti «continuino a creare tensioni», ha detto il portavoce Dmitri Peskov. Mosca comunque ha consigliato a Teheran di non lasciare l'accordo. Il capo del Consiglio strategico per le Relazioni Internazionali di Teheran, Kamal Kharrazi, ha dichiarato che la salvezza dell'intesa sul nucleare iraniano dipende dalle misure che verranno prese dai partner europei per compensare le loro esitazioni dell'ultimo anno rispetto al ritiro unilaterale degli Stati Uniti e alle misure economiche statunitensi. Nelle scorse settimane gli Stati Uniti hanno bloccato l'import di greggio dall'Iran, con il mancato rinnovo delle esenzioni a otto paesi, Italia compresa. Da quando Trump nel maggio 2018 ha annunciato l'uscita dall'accordo, più di 45 milioni di barili di petrolio iraniano sono stati tolti dal mercato, con mancati introiti per Teheran di oltre io miliardi di dollari.
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