Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 12/05/2019, a pag. 17 con il titolo "Gli Stati Uniti inviano missili e bombardieri nel Golfo Persico", il commento di Rolla Scolari.
A destra: Donald Trump, Hassan Rohani
Rolla Scolari
Gli Stati Uniti avevano ritirato appena un anno fa quattro batterie di missili Patriot dal Medio Oriente. In politica estera, d’altronde, la dottrina del presidente Donald Trump è quella di un disimpegno dalla regione. I militari americani stanno invece riportando in queste ore nell’area i missili da difesa terra-aria, mentre la nave d’assalto anfibia USS Arlington, per il trasporto di truppe, elicotteri e mezzi, si dirige verso le acque del Golfo Persico a sostituirne una simile, ma più piccola. Soltanto pochi giorni fa, bombardieri B-52 sono arrivati nella base militare americana di al-Udeid, in Qatar, ed è diretta verso la regione la portaerei USS Abraham Lincoln. Ad aver innescato le preoccupazioni del Centcom, il Central Command americano responsabile per il Medio Oriente, sarebbero il contenuto di un rapporto d’intelligence. Il regime iraniano, attraverso i suoi proxies, gruppi paramilitari nella regione, finanziati e armati dal regime degli ayatollah, potrebbero secondo fonti riportate dalla stampa negli Stati Uniti attaccare personale militare americano nell’area, Iraq e Siria, o le navi da guerra nelle acque del Golfo. L’Iran nega. Avvertimenti sono stati sollevati anche dalla U.S. Maritime Administration, agenzia del dipartimento dei Trasporti che teme per le sorti di mercantili e petroliere americane in rotta in quei mari. Il documento d’intelligence parlerebbe di missili ed equipaggiamento militare caricato su piccole imbarcazioni iraniane. Secondo il New York Times, il regime iraniano, in difficoltà in casa a causa della situazione economica, peggiorata dalla ripresa delle sanzioni degli Stati Uniti, spererebbe di provocare con un attacco una reazione militare americana sproporzionata, capace di ricompattare attorno al governo una frustrata opinione pubblica. Durante questa settimana di rafforzamento militare degli Stati Uniti nella regione - nella acque del Golfo Persico gli americani erano già presenti -, le autorità iraniane hanno fatto sapere che si ritireranno in parte dall’accordo nucleare firmato nel 2015, dal quale l’America ha preso le distanze l’anno scorso. Il segretario di Stato Mike Pompeo ha fatto una visita non programmata a Baghdad, per incontrare gli alleati iracheni che subiscono l’influenza di Teheran; il consigliere per la Sicurezza nazionale Jon Bolton, considerato un falco anti-iraniano, è stato il primo a lanciare l’allarme.
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