Il Foglio schizofrenico di fronte a Donald Trump
Commento di Antonio Donno
Donald Trump con Benjamin Netanyahu
Nel giro di due giorni, “il foglio” si è duplicato. Due giorni fa Cerasa scriveva cose inaudite su Trump, ma ieri Raineri ha rimesso il giornale sulla giusta rotta. Il direttore ha dovuto ammettere i successi economici del presidente americano, ma Raineri ha immediatamente aggiustato il tiro, rimettendo il presidente nella sua precedente posizione di Impostore, insieme ai giornali chic come “Il Corriere della Sera” e “la Repubblica”. Sì, perché per essere chic oggi occorre essere contro Trump, al fine di restare ben connessi con il mainstream della gente perbene che inorridisce al solo vedere il biondo oro dei capelli di Trump. “Trump ha battuto gli apocalittici”, era il titolo dell’articolo di fondo di Cerasa. Cioè, fra i tanti apocalittici, lo stesso “foglio”. Forse Cerasa ha avuto un sussulto di coscienza, riportando fedelmente i dati economici attuali degli Stati Uniti, sotto la presidenza dell’Impostore. Scrive, inoltre, Cerasa che questi dati scardinano “le previsioni offerte negli ultimi anni da molti economisti schierati contro il presidente americano”. Mio Dio, ma “il foglio” non ha accolto le previsioni di economisti italiani che andavano nella stessa direzione? C’è da allibire. Ferrara avrà avuto un colpo. E con lui i santoni dell’“economicamente corretto”, Paul Krugman e Joseph Stiglitz, che avevano pontificato sull’inevitabile coincidenza tra Trumpeconomics e collasso economico americano.
Ma “il foglio” non era proprio sulle stesse posizioni di questi uccelli del malaugurio? Insomma, facendo il conto dell’azione di Trump fino a questo momento, l’Impostore ha avuto ragione. La relazione finale di Mueller è stato un duro colpo per i nemici di Trump negli Stati Uniti, in Europa e, nel nostro caso, in Italia. “Il foglio” attendeva ansiosamente che il rapporto di Mueller inchiodasse l’Impostore, ma al contrario ha inchiodato chi sperava che Trump fosse messo alle corde. Lo stesso “foglio” si era buttato, lancia in resta, a sostenere tutti coloro che speravano nella condanna di Trump ad opera di Mueller. Purtroppo è andata male; forse un po’ più di cautela avrebbe giovato al “foglio” al momento della verità. Ma il giornale di Cerasa ha voluto mettersi sulla scia del “politicamente corretto” ed ha inciampato. La stessa politica filo-israeliana di Trump non ha mai avuto un consenso esplicito da parte de “il foglio”.
Giuliano Ferrara
Eppure, il giornale di Cerasa si è sempre battuto a favore di Israele, ma la vittoria di Netanyahu ha – come dire? – raffreddato il cuore filo-israeliano de “il foglio”. E poi, cosa più importante e grave, era inaccettabile che una politica americana a favore di Gerusalemme provenisse proprio dall’Impostore. Così, gli strali sono passati a colpire Netanyahu. Netanyahu era inviso alla “bella gente” del “politicamente corretto” e, di conseguenza, il nostro giornale si è ancora una volta adeguato ai pregiudizi della “buona società” del nostro paese, che legge “la Repubblica” e “Il Corriere della Sera”. Ma torniamo all’economia. Su quest’argomento il tonfo dei nemici di Trump è stato planetario. Ancora non ci si rende conto di come sia stato possibile che l’Impostore abbia vinto, almeno fino a questo momento. È ora di darsi una mossa e aprire gli occhi di fronte alla dura realtà. È inutile che Cerasa, dopo le ammissioni, appiccichi di nuovo a Trump l’aggettivo “populista”, una parola che ormai passa inosservata, tanto è unta e bisunta. Ed è altrettanto fuori dalla grazia di Dio che Raineri proponga un nuovo misterioso complotto ordito da Trump, quasi a rimettere in carreggiata “il foglio” dopo l’articolo del suo direttore. Ragazzi, datevi una regolata!
Antonio Donno