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Deborah Fait
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Per Repubblica italiana Gerusalemme è in Palestina 04/05/2019

Per Repubblica italiana Gerusalemme è in Palestina
Commento di Deborah Fait

A destra la dicitura sulla busta arrivata agli israeliani di origine italiana 
che voteranno alle elezioni europee 

L'altro giorno le sirene hanno fatto sentire il loro straziante lamento in Israele. Alle 10 in punto il paese si è fermato, alla Knesset e nelle scuole, lungo tutta la giornata, sono stati letti a turno i nomi delle vittime della Shoah, dei sei milioni di ebrei assassinati dai nazisti e dai loro complici. Due minuti di silenzio totale, nelle case, per le strade, nelle piazze, ogni persona di questo paese si è fermata, chi accanto all'auto che guidava, chi scendendo dagli autobus, chi si è bloccato mentre camminava. Due minuti sono eterni quando tremi per l'emozione e i pensieri si accavallano e ricordi le immagini, le storie terribili, quei bambini gettati dai treni nella speranza di salvarli, quelli, 1.500.000, ammazzati col gas e bruciati o sepolti vivi nelle fosse comuni che i complici dei nazisti scavavano per scaraventarci dentro gli ebrei dei loro villaggi. Dico spesso che la settimana che va da Yom HaShoah fino a Yom HaAtzmaut, passando per Yom haZikaron, il ricordo dei soldati e dei civili ammazzati nelle guerre e per terrorismo, è la settimana emotivamente più dolorosa e straziante. Tutti quei morti, storie di chi, sopravvissuto alla Shoah, veniva poi ammazzato dai terroristi palestinesi, in Israele, dove era arrivato per essere a casa ed essere libero. Pare che il popolo di Israele non possa mai avere la gioia della pace e della serenità, c'è sempre qualcuno che vuole ammazzarci, in Europa, in Medio Oriente, negli USA.
Gli ebrei però sono il popolo più coraggioso e cocciuto della terra e, pur guardandosi indietro e ricordando il proprio passato, va sempre avanti senza esitare, senza fermarsi mai! Il simbolo di questa vitalità lo si nota alla fine di quei due minuti. Quando la sirena si fa silenziosa, tutto ricomincia, si riprende il respiro e Israele prosegue per la sua strada, la gente risale in macchina e riparte, i passeggeri risalgono sugli autobus, i treni ricominciano la loro corsa, le strade riprendono vita, una vita che nessuno è mai riuscito nè mai riuscirà a spegnere. Siamo il popolo di Israele, cosa credete? E' dai tempi del Faraone che cercano di fermarci, poi sono arrivati i Romani, poi Isabella la Cattolica, poi Torquemada, poi il fanatismo antisemita della Chiesa cattolica e protestante, i Papi, Martin Lutero, infine lui, il Maledetto, Hitler. Eppure ci siamo ancora e siamo forti, tanto forti da suscitare sempre lo stesso odio, vorrebbero vederci strisciare, vorrebbero vederci in ginocchio e non sopportano la vista di un Israele moderno, vivo e vitale, dinamico, allegro e felice, democratico tanto da essere casa non solo per gli ebrei ma anche per altri popoli arrivati qui per salvarsi da guerre e persecuzioni. In Israele vivono in pace, cittadini a tutti gli effetti, vietnamiti, bosniaci musulmani, libanesi cristiano-maroniti, naturalmente i Bahay fuggiti dalle persecuzioni degli iraniani e tutte le minoranze, arabe, druse, beduine. 
Tutti qui, in questo piccolo miracoloso paese che potrebbe vivere in pace e diventare a tutti gli effetti la luce del mondo se non ci tormentassero con l'idea di un popolo inventato e mai esistito che vuole appropriarsi di tutto quello che Israele ha fatto negli anni per poi distruggerlo. Non essendo popolo i palestinesi non sanno comportarsi da popolo e allora distruggono quello che non possono avere e nemmeno imitare per loro incapacità. Poche ore dopo Yom haShoah e pochi giorni prima del nostro giorno dell'Indipendenza ho dovuto però ingoiare altro veleno per l'ennesimo sfregio fatto a Israele.

Immagine correlata
NO, secondo il governo italiano
In occasione delle elezioni in Europa i cittadini di origine italiana di Gerusalemme hanno ricevuto la cartolina per le votazioni. Come potete vedere dalla foto, Gerusalemme, secondo qualcuno in qualche ministero o municipio italiano non si trova in Israele bensì nei "TERRITORI DELL'AUTONOMIA PALESTINESE". 
Questa porcheria è inaccettabile, questo è non solo uno sfregio, un'offesa ignobile contro Israele, la nostra Capitale e i suoi cittadini. Questa porcheria è da denuncia, è un falso, è contro ogni logica, è mostruoso. Io invito davvero, con tutto il cuore, i miei fratelli di Gerusalemme di rimandare indietro le loro cartoline avvisando di non conoscere il paese segnato sotto il nome della Capitale di Israele, di fotocopiarle e mandarle alla Knesset, all'Ambasciata di Israele a Roma. 
Questa mascalzonata non può passare senza conseguenze per chi l'ha pensata! 
Vi prego ribelliamoci a questi soprusi, quel MAI PIU' che urliamo a gran voce non deve significare solamente che mai più nessuno ci ammazzerà impunemente ma anche che nessuno deve mancare di rispetto a Israele. Nessuno al mondo, basta! 
Il 9 maggio festeggeremo l'indipendenza, quella letta da David Ben Gurion il 14 maggio del 1948, ma nel nome di quelle nostre bandiere che coloreranno ogni cosa di bianco e azzurro, nel nome di questo paese conquistato con tanta fatica e tanto sangue, non dobbiamo mai più permettere offese e umiliazioni. 
Sbattiamogliele in faccia quelle cartoline, se non lo faremo allora avranno ragione loro, la loro ignoranza e la loro indegnità!

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Deborah Fait
"Gerusalemme, capitale unica e indivisibile dello Stato di Israele"


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