Gentilissima signora Fait, mea culpa: non sono stata abbastanza attenta al calendario e Yom haShoà mi ha colta di sorpresa, impedendomi di esprimere tempestivamente a Lei e ad Israele (Stato e popolo ed ogni ebreo nel mondo) tutta la mia affettuosa partecipazione ad un dolore indicibile, crudelmente rinnovato ad ogni attacco terroristico ed aggressione in Israele e nel mondo, e anche tutta la mia solidarietà agli israeliani per le sfide poste dal loro terribile vicinato. Con i più cordiali saluti,
Annalisa Ferramosca
P.S.: Con riguardo all’orrenda vignetta del New York Times su Trump cieco e Netanyahu cane guida (nel frattempo credo ne abbiano pubblicata un’altra su Netanyahu, in un ambiente buio, con rettangoli neri sugli occhi, una sorta di saio indosso e una specie di tavoletta con la bandiera di Israele: non sono riuscita a capirla, ma di certo non sprizzava simpatia), neppure io credo che il vignettista intendesse offendere i ciechi ed i cani guida. Anzi, da quella sola vignetta, senza conoscerne idee e curriculum, non potrei neppure dire con certezza se odi tutti gli ebrei o disprezzi solo Netanyahu e, magari, i suoi elettori. Naturalmente, non intendevo neppure suggerire di utilizzare in alcun modo l’immagine del cane guida in vignette sulla politica mediorientale. Osservavo soltanto che l’infelice caricatura non è solo un condensato di cliché antisemiti, ma ingloba anche un’idea ‘non lusinghiera’ delle persone fisicamente cieche e del loro rapporto con il cane guida, senza la quale non potrebbe raggiungere lo scopo di dare a Trump dello sprovveduto ed a Netanyahu del burattinaio o simili del presidente americano. Di pregiudizi ne esistono molti e probabilmente in parte sono inerenti ai nostri limiti cognitivi di esseri umani, però credo che un pregiudizio tiri l’altro, offuscando la capacità di riconoscere, sentire intimamente e rispettare in concreto la dignità di ogni persona, cosicché non mi stupisce che chi non si accorge o non si cura di attingere dallo ‘stile’ della propaganda nazista non si renda conto di altri aspetti problematici di ciò che disegna.
Gentile Annalisa,
La ringrazio tanto per la sua partecipazione al dolore che ogni anno si rinnova al suono della sirena. Quei due minuti in cui tutto Israele si ferma per mandare una preghiera, ognuno come sa, ai sei milioni, sono talmente lunghi da riuscire a far provare persino un dolore fisico. Quando la sirena tace e tutti si rimette in movimento segna però, simbolicamente, che Israele c'è e continua a vivere e a credere. Quel ricominciare, seppur faticoso dopo una simile emozione, è un segnale psicologicamente molto forte, di speranza nel futuro. La vignetta di cui parla e che da giorni tiene banco su molti media è un insulto per chiunque, dai due leader, al popolo ebraico e anche americano, persino, come lei fa notare, ai non vedenti e ai loro cani guida. La fantasia malata dell'autore non ha voluto escludere nessuno. Probabilmente Vauro sarà verde di invidia!
Un cordiale shalom