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La Gazzetta del Mezzogiorno Rassegna Stampa
03.05.2019 Un redattore della Gazzetta del Mezzogiorno farebbe meglio a cambiare mestiere
Un titolo rovescia il senso dell'articolo: 'Razzi israeliani sul Neghev'

Testata: La Gazzetta del Mezzogiorno
Data: 03 maggio 2019
Pagina: 16
Autore: la redazione della Gazzetta del Mezzogiorno
Titolo: «Due razzi israeliani sul Neghev, l'intero Paese si ferma per la Shoah»

Riprendiamo dalla GAZZETTA del MEZZOGIORNO di oggi, 03/05/2019, a pag.16, il commento redazionale "Due razzi israeliani sul Neghev, l'intero Paese si ferma per la Shoah".

A destra: il titolo della Gazzetta del Mezzogiorno

Chi ha fatto il titolo di questo articolo dovrebbe cambiare mestiere perché ha rovesciato completamente il senso del ontenuto. Il pezzo rende conto in modo equilibrato del lancio di due missili da Gaza contro Israele, ma il titolista trasforma i missili in "israeliani". Sembra di conseguenza che Israele tiri i missili sul proprio stesso territorio, cosa evidentemente assurda.

Ecco l'articolo: 

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Due razzi sono stati sparati da Gaza verso il Neghev occidentale. Non si ha notizia di vittime. Lo ha riferito la radio militare. In precedenza nella zona erano risuonate si- rene di allarme. Nella nottata di mercoledì l'aviazione israeliana ha colpito «una base terroristica di Hamas» nel Nord della Striscia. Quell'attacco - ha spiegato un portavoce militare - è giunto dopo che mercoledì palestinesi di Gaza hanno lanciato palloni esplosivi ed incendiari verso Israele. Tre giorni fa, in seguito al lancio di un altro razzo palestinese verso il Sud di Israele, in varie zone del Paese sono state dislocate batterie difensive Iron Dome. Nel Sud di Israele, nella zona vicina a Gaza, viene adesso mantenuto lo stato di allerta anche perché ieri erano previste cerimonie di massa in occasione del Yom ha-Shoah, la giornata di lutto in cui il Paese ricorda le vittime dell'Olocausto. E le fazioni palestinesi di Hamas e della Jihad islamica sono state convocate al Cairo dall'intelligence egiziana con l'obiettivo di prevenire ulteriori escalation di violenza con Israele. La mossa è arrivata dopo la ripresa del lancio di razzi e di palloni incendiari dalla Striscia verso lo Stato ebraico seguiti da una risposta dell'esercito israeliano. Durante la notte di mercoledì sono stati sparati da Gaza altri due razzi verso Israele. E alle 10 di ieri in punto (ora locale) Israele si è fermata per commemorare i 6 milioni di ebrei uccisi nella Shoah. A quell'ora le sirene sono risuonate per due minuti e tutto il paese si è fermato per rendere omaggio a quanti sono periti durante lo sterminio. Ovunque si trovassero, nelle scuole, negli uffici, nei negozi, nelle basi militari, per strada o in spiaggia, gli israeliani hanno fermato le loro attività e in piedi in silenzio hanno ricordato. Anche le auto e gli autobus di linea si sono bloccati e i passeggeri sono scesi mettendosi sull'attenti. Subito dopo a Gerusalemme al Museo della Shoah di Yad Vashem si è tenuta la cerimonia del ricordo alla presenza del premier Benjamin Netanyahu, del presidente Reuven Rivlin e dei sopravvissuti. Altre cerimonie e manifestazioni si sono svolte nelle scuole e nei centri comunitari in tutto il Paese. Alla Knesset, come ogni anno in questa occasione, saranno letti i nomi di quanti sono stati uccisi. Circa 10mila persone hanno partecipato alla «Marcia dei vivi», attraverso l'ex campo di sterminio nazista di Auschwitz, per celebrare le vittime della Shoah. Tra loro tanti giovani, insieme con i sopravvissuti ed esponenti politici. Durante il corteo, che ha percorso tre chilometri, sono state sventolate bandiere di Israele, tra insegne con scritto «Dire no all'antisemitismo». Al termine, sono stati collocati dei segnali di legno con i nomi della vittime lungo quel che resta della ferrovia su cui viaggiavano i treni dei deportati. Tra le presenze istituzionali, il primo ministro della Romania Viorica Dancila, il ministro dell'Agricoltura polacco e gli ambasciatori americani in Israele e Polonia.

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