Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 03/05/2019, a pag.15, con il titolo "Slogan neonazisti e camicie brune: in Germania marcia in stile Terzo Reich" la cronaca di Letizia Tortello.
Come ha scritto su IC più volte Manfred Gerstenfeld (http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=115&sez=120&id=73802), in Germania oggi l'antisemitismo segue due filoni principali. Uno è quello neonazista, che riprende esplicitamente modelli, simboli e linguaggi del nazismo; l'altro è quello islamico, che prende di mira non solo Israele e il sionismo ma anche gli ebrei. Ma quest'ultimo non entra mai nelle analisi dei cosiddetti esperti.
Una buona domanda da porre ai direttori dei nostri media.
Manfred Gerstenfeld
Ecco l'articolo:
Letizia Tortello
Antisemitismo islamico e neonazista nella Gemrania attuale
Camicie brune e divise verdi, 300 camerati che sfilano come un esercito, i tamburi scandiscono la marcia, le torce la illuminano, ovunque simboli romani e slogan nazisti. Non siamo nel 1933 alla presa del potere di Hitler. È il 1° maggio 2019, in un paese a Est della Germania chiamato Plauen, Sassonia. Un grande dispiegamento di polizia ha scortato l’altro ieri, come se si trattasse di una manifestazione qualunque, la «passeggiata» organizzata dal piccolo partito di estrema destra neonazista «Der dritte Weg», la terza via. Il nome è un chiaro richiamo al Terzo Reich. La cartolina, a vedere chi sfilava, restituiva un clima da adunata del führer, in un tripudio di paganesimo e slogan che incitavano alla pena di morte, alla restaurazione della Germania pre-1945 e alla caccia agli immigrati («Giustizia sociale invece di criminali stranieri» c’era scritto sui manifesti).
Regolarmente registrato
D’altra parte, il partito fondato nel 2014 è regolarmente registrato, e anzi a Plauen sta per ingrandire la sua sede, con qualche timida protesta dei nuovi vicini di casa. E così, la «festa» della Terza via, con tanto di sfilata con le bandiere con le foglie di quercia, è stata autorizzata senza problemi, in quella città di 66 mila abitanti, che sta diventando il nuovo centro della scena neonazista tedesca. Nella rosa delle organizzazioni partitiche e civili dell’estrema destra del Paese, dall’Npd ai movimenti di Pegida e dei Reichsbürger, quella di Plauen non conta molti aderenti, ma è attivissima nella società. Come? Offre servizi di aiuto alle famiglie per far fare i compiti ai bambini, organizza corsi di autodifesa per i «giovani tedeschi», regala vestiti ai bisognosi, ha messo in piedi anche una «cucina popolare», naturalmente solo per tedeschi considerati vicini alla visione del partito. Che volutamente non si distanzia molto dall’ideologia propagandata dal Terzo Reich. Gli elettori della «Terza via» - che si presenterà alle prossime comunali - si considerano rivoluzionar-nazionalisti, si ricollegano all’ala sinistra dello Nsdap, il partito nazista. Ambiscono ad essere un’élite anticapitalistica, perché, come dice il loro leader Klaus Armstroff, «le aziende del Capitale portano i tedeschi sul binario morto della disoccupazione e sono avide del sangue degli stranieri». Si professano anti-cristiani: quei valori, nella Germania che vorrebbero le nuove camicie brune con scarpe da ginnastica nere, dovrebbero essere sostituiti da un esoterismo etnico-germanico.
Dopo il divieto della Baviera
«Sono immagini disturbanti, che fanno paura», dichiara il presidente del Consiglio centrale ebraico in Germania, Josef Schuster. «Non è un caso» che il corteo sia stato organizzato all’indomani della giornata del ricordo della Shoah, aggiunge. La sfilata del 1° rappresenta bene il clima tumultuoso, razzista e anti-migranti che prolifera in alcune zone della Sassonia. Da Chemnitz, sede ad agosto di violente proteste di stampo neonazista dopo la morte di un tedesco per mano di uno straniero, a Görlitz, divenuta roccaforte della destra populista. Nel caso di Plauen, le teorie si spingono fino alla rievocazione nostalgica del nazionalsocialismo. «Der dritte Weg» si è formato dopo che la Baviera ha messo al bando la Fsn, la più grande organizzazione neonazi, insediata in Franconia. Cinque anni fa, una ventina di famiglie si sono trasferite nella cittadina sassone, per ricominciare l’attività politica. Il partito è sotto l’occhio costante dell’Ufficio federale per la protezione della Costituzione, che considera la maggior parte degli attivisti violenti, ma continua la sua propaganda.
Non è raro, raccontano le cronache locali, vedere a Plauen simboli che inneggiano al Reich appesi ai lampioni o uomini vestiti di verde salire sui bus per il controllo dei biglietti (in Germania i controllori sono in borghese), che molestano gli immigrati. E poi c’è la testimonianza raccolta dal settimanale «Der Spiegel» di un’insegnante, che racconta come qualche alunno, indottrinato dalla retorica della Terza via, l’abbia salutata con «Heil Hitler». Frasi da brivido, nella Germania 2019.
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