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Il Manifesto Rassegna Stampa
01.05.2019 Eurovision 2019 a Tel Aviv: il Manifesto pubblica una lettera contro il boicottaggio
Mentre Michele Giorgio si guarda bene da scrivere a riguardo

Testata: Il Manifesto
Data: 01 maggio 2019
Pagina: 17
Autore: G.Br.
Titolo: «Eurovision a maggio in Israele, una lettera aperta contro il boicottaggio»

Riprendiamo dal MANIFESTO di oggi, 01/05/2019, a pag. 17, con il titolo "Eurovision a maggio in Israele, una lettera aperta contro il boicottaggio", la lettera aperta. Una lettera aperta a un giornale appare sempre con i nomi dei firmatari, mentre a fine lettera compare solo un anonimo ' G.Br.' evidentemente qualcuno della redazione. Che abbia altra origine lo si deduce dall'occhiello, che riporta due nomi: Marina Abramovic e Gene Simmons, un po' pochi, il che lascia supporre che ce ne siano altri.
 La lettera è condivisibile, anche se è troppo morbida nei confronti di odiatori dello Stato ebraico come Roger Waters, Moni Ovadia o Brian Eno, sempre in prima fila nel boicottaggio di Israele. E' significativo, inoltre, che la notizia non sia riportata in un articolo firmato da un collaboratore regolare del quotidiano comunista - come per esempio Michele Giorgio - ma soltanto da una lettera ospitata sul giornale. L'imbarazzo è evidente.

Ecco la lettera:

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All'appello al boicottaggio di Eurovision 2019, per il fatto che avrà luogo in Israele, ha risposto ieri con una lettera l'associazione Creative Community for Peace, firmata fra gli altri da alcuni artisti e esponenti del mondo dello spettacolo come Marina Abramovic, Stephen Fry e Gene Simmons, contrari al boicottaggio dell'evento che si terrà a maggio a Tel Aviv. Secondo le regole di Eurovision infatti il paese ospitante è quello di provenienza dell'ultimo vincitore del contest, che l'anno scorso è stata la cantante israeliana Netta Barzilai.  

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Roger Waters

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Moni Ovadia, l'ebreo di corte, sempre pronto contro Israele

«CREDIAMO che il movimento per il boicottaggio culturale sia un affronto sia ai palestinesi che agli israeliani che lavorano per raggiungere la pace attraverso il compromesso, lo scambio e il riconoscimento reciproco», recita la lettera di Creative Community for Peace. «Mentre ognuno di noi può avere opinioni differenti sul conflitto israeliano-palestinese e sulla strada da intraprendere per raggiungere la pace, concordiamo tutti che un boicottaggio culturale non sia la soluzione». La lettera giunge in risposta all'appello del Bds (il movimento per il boicottaggio, il disinvestimento e le sanzioni) rivolto agli artisti chiamati a partecipare a Eurovision 2019, a cui si chiede di non prendere parte all'evento e in cui si sostiene che «Israele si sta servendo senza vergogna di Eurovision all'interno di una strategia che punta a presentare il 'volto grazioso' del Paese per normalizzare e distogliere l'attenzione dai suoi crimini di guerra contro i palestinesi». Un appello al boicottaggio era stato scritto anche da degli artisti palestinesi e firmato fra gli altri da Ken Loach, Brian Eno, Mike Leigh, Julie Christie, Aki Kaurismaki, Moni Ovadia e Roger Waters - il quale si è anche rivolto personalmente a Madonna, che terrà il concerto inaugurale di Eurovision e dalla quale non è mai arrivata una risposta, affinché rifiutasse di suonare in Israele.

DI RECENTE era stato chiesto anche alla Bbc di non coprire l'evento: «II paese ospitante è determinato dalle regole della competizione, non dalla Bbc», ha risposto l'emittente. «Eurovision ha sempre sostenuto i valori dell'amicizia, dell'inclusione, della tolleranza e della diversità e non crediamo sarebbe appropriato servirsi della partecipazione di Bbc per motivi politici». Finora nessuna nazione si è ritirata dal contest, al quale per l'Italia parteciperà Mahmood con Soldi.

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redazione@ilmanifesto.it

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