Sul New York Times la vignetta antisemita Cronaca di Paolo Mastrolilli
Testata: La Stampa Data: 30 aprile 2019 Pagina: 16 Autore: Paolo Mastrolilli Titolo: «Il Times si scusa per le vignette antisemite»
Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 30/04/2019, a pag. 16 con il titolo "Il Times si scusa per le vignette antisemite", la cronaca di Paolo Mastrolilli.
A destra: l'estrema sinistra incontra l'antisemitismo razzista sul New York Times
Ieri mattina IC, con il commento di Michelle Mazel, è stato il primo a segnalare la vignetta in stile nazista del New York Times. Oggi i media italiani ignorano di fatto la vignetta, non sia mai, attaccare il più citato dei giornaloni mondiali, poco importa se copia le caricature di Herr Hitler.La Stampa fa eccezione con il commento di Paolo Mastrolilli, mentre Libero pubblica anche l'ignobile vignetta, che IC aveva deciso di non pubblicare per non darle alcuna pubblicità. Riprendiamo invece la contro-vignetta che trovate in questa pagina, segnalataci dalla nostra Silvia Grinfeld.
Paolo Mastrolilli
«Il New York Times è sempre stato un giornale antisemita, fin da prima della Seconda Guerra Mondiale, nonostante la proprietà sia ebraica». Questo attacco, lanciato dall’ex Speaker repubblicano della Camera Newt Gingrich, aiuta a capire le dimensioni del problema in cui il giornale di Manhattan si è cacciato, pubblicando una vignetta che ha generato polemiche in mezzo mondo.
Der Stürmer in versione americana
Giovedì sulla versione internazionale del Times è uscito un «cartoon» che ritraeva il presidente Trump come un vecchio cieco, con in testa il copricapo yarmulke. Teneva al guinzaglio un cane, che lo guidava e aveva la faccia del premier israeliano Netanyahu, con tanto di Stella di David al collo. La polemica è subito scoppiata, e la direzione ha risposto con una nota: «Quell’immagine era offensiva, e pubblicarla è stato un errore». Questa reazione non ha placato le proteste, e quindi la portavoce Eileen Murphy ha aggiunto una dichiarazione più dettagliata: «Siamo profondamente dispiaciuti. Queste immagini sono sempre pericolose, e in un momento in cui l’antisemitismo sta aumentando nel mondo sono ancora più inaccettabili. Siamo impegnati a garantire che una cosa del genere non accada più». Il Times ha spiegato che la vignetta era stata disegnata dal portoghese Antonio Moreira Antunes, e pubblicata sul giornale di Lisbona Expresso. Quindi era stata presa da CartoonsArts International, un’agenzia che raccoglie materiale in tutto il mondo e lo rivende attraverso il New York Times Licensing Group. Un editor della versione internazionale del Times ha visto la vignetta e ha deciso di sua iniziativa di stamparla.
L’attacco del presidente Trump ha subito colto l’occasione per attaccare il giornale, chiedendo «perché non si scusa anche con me», mentre l’American Jewish Committee ha risposto che «le scuse non sono accettate». L’avvocato Alan Dershowitz ha denunciato che «l’antisionismo è una copertura per l’antisemitismo». Il NYT ha pubblicato un editoriale di Bret Stephens, che offre un’altra interpretazione: «Il problema non è che quella vignetta fosse un atto volontario di antisemitismo. Non lo era. Il problema è che la sua pubblicazione è stata un incredibile atto di ignoranza dell’antisemistismo». Stephens ha elencato tutti gli elementi che avrebbero dovuto far scattare l’allarme, dall’ebreo dipinto come un cane, al servo che in realtà è il vero maestro. E ha sottolineato quanto sia grave che siano sfuggiti: «Sono al Times da due anni, e sono certo che l’accusa che sia in qualunque modo antisemita è una calunnia». A maggior ragione, perciò, colpisce l’ignoranza che secondo Stephens sarebbe all’origine dell’errore, perché è ancora più diffusa nella nostra società e ci espone a qualunque genere di conseguenze.
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