L'iscrizione è sul muro ... ma non c'è nessuno a leggerlo
Commento di Michelle Mazel
(Traduzione di Anna Della Vida)
https://www.jforum.fr/linscription-est-sur-le-mur-mais-il-ny-a-personne-pour-la-lire.html
Il New York Times ha pubblicato nella sua edizione internazionale una caricatura che, con il pretesto di colpire il presidente degli Stati Uniti e il primo ministro israeliano, mostra un antisemitismo senza precedenti. Si cercherebbe invano una qualche giustificazione. Di cosa si tratta? Donald Trump è disegnato con occhiali scuri e indossa la Kippà guidato da Benjamin Netanyahu come cane guida con la stella di David sul colletto. L'autore voleva dire che il presidente americano è guidato dal primo ministro israeliano il cui consiglio segue ciecamente? C'è qualcuno negli Stati Uniti che lo crede seriamente? E poi, perché aggiungere questo taglio antisemita? Il giornale cade dalle nuvole. Erano assolutamente, ma assolutamente inconsapevoli e questa critica (da chi arriva?) è contraria alla linea di questo rispettabile (?) quotidiano. Ammettono che tratta di "una vignetta politica con elementi di retorica antisemita" aggiungendo che il fatto di averla pubblicata "costituisce un errore di valutazione". Sono pronti a ritirarla. Misura purtroppo solo simbolica perché pubblicata nella loro edizione internazionale, quindi già vista in tutto il mondo e su tutti i social network. Una rettifica è uscita nell'edizione di questo lunedì, 28 aprile. Per il resto, nulla è detto su una possibile indagine interna per conoscere il corso degli eventi per prevenire un possibile nuovo "errore di valutazione" per sapere chi è l'autore di questa oscenità. Chi ne ha autorizzato la pubblicazione? Chi l’ ha impaginata? Com'è che nessuno se n’è accorto in tempo, rivolgendosi al responsabile di turno della pagina? Erano tutti in vacanza in questo periodo di Pasqua? Opppure, e sarebbe davvero spaventoso, nessuno ha trovato nulla da criticare in questa "caricatura politica"?
Donald Trump, Ilhan Omar
È vero che il 19 aprile, pochi giorni prima, il New York Times aveva pubblicato un lungo articolo in cui Gesù era descritto "probabilmente come un palestinese dalla pelle scura". Un'affermazione entusiasta della stella nascente del Partito Democratico Ilhan Omar. Una settimana dopo, il giornale ha pubblicato - ancora una volta - una correzione: "a seguito di un errore, una versione precedente di questo articolo ha fatto un riferimento impreciso agli antecedenti di Gesù. Sebbene vivesse in un'area più tardi conosciuta come Palestina, Gesù era un ebreo nato a Betlemme. " È una coincidenza? Poche ore dopo la comparsa della caricatura, un certo John Earnest, entra nella sinagoga della piccola città di Poway, non lontano da Sand Diego in California, in un momento in cui i fedeli celebrano l'ultimo giorno di Pasqua e spara raffiche di colpi. Prima di completare il suo crimine aveva pubblicato un lungo testo antisemita. Eppure, secondo un amico di famiglia, era "un ragazzo affascinante, che lascia un'impressione forte, dolce e gentile. Faceva parte della prestigiosa California State University, che vanta un forte sostegno per il movimento BDS. ". Questo diciannovenne era, ci è stato detto, uno studente saggio "che voleva avere una famiglia, aiutare e prendersi cura delle persone e suonare il pianoforte".
Michelle Mazel scrittrice israeliana nata in Francia. Ha vissuto otto anni al Cairo quando il marito era Ambasciatore d’Israele in Egitto. Profonda conoscitrice del Medio Oriente, ha scritto “La Prostituée de Jericho”, “Le Kabyle de Jérusalem” non ancora tradotti in italiano. E' in uscita il nuovo volume della trilogia/spionaggio: “Le Cheikh de Hébron".