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Fiamma Nirenstein ci parla della guerra antisemita contro l'Occidente

Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein". 
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)

Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine. 



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Corriere della Sera Rassegna Stampa
28.04.2019 Il padiglione di Israele alla Biennale di Venezia 2019
Commento di Maria Egizia Fiaschetti

Testata: Corriere della Sera
Data: 28 aprile 2019
Pagina: 36
Autore: Maria Egizia Fiaschetti
Titolo: «Al padiglione di Israele si curano abusi e violenze»

Riprendiamo dal CORRIERE della SERA/LETTURA di oggi 28/04/2019 a pag.36, con il titolo "Al padiglione di Israele si curano abusi e violenze" il commnto di Maria Egizia Fiaschetti

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Aya Ben Ron

E' un esperimento sul potere terapeutico dell'arte il progetto Field Hospital X, a cura di Avi Lubin,che rappresenterà Israele alla Biennale di Venezia (fieldhospitalX. org). L'ambulatorio, concepito dall'ideatrice Aya Ben Ron (Haifa, 1967) come un'istituzione internazionale itinerante, è allestito con modalità che ricordano quelle delle strutture sanitarie (nelle foto in alto), se non fosse che il percorso di cura riguarda i mali e le violenze della società. L'ospedale funge da spazio protetto nel quale il disagio e la sopraffazione possano emergere e trovare ascolto. A innescare il processo, come nel rapporto confidenziale che si instaura tra medico e paziente, è la proiezione del video No Body, nel quale Aya Ben Ron racconta la sua storia di abusi in famiglia: nel rivelare aspetti così intimi di sé, l'artista crea le condizioni perché il pubblico si immedesimi nella sua storia, superi l'autocensura e prenda contatto con i propri traumi. Per entrare nell'installazione vengono distribuiti numeri come in una sala d'attesa: i visitatori, una volta chiamati, accedono alle Care-area e ai servizi dell'ospedale. Nella Self-unit imparano a emettere un urlo in un ambiente isolato: pratica liberatoria, che nell'integrazione psiche-soma ricorda gli esercizi bioenergetici. Sdraiati sulle Care-chairs, postazioni dotate di monitor e cuffie, possono usufruire dei Care-kit, video nei quali ciascun autore rivela di aver subito un'ingiustizia. A ogni proiezione seguono Second-opinions: brevi risposte fornite da esperti in ambiti che spaziano dalla filosofia al diritto, fino alla medicina e alla psicoanalisi, per ampliare l'orizzonte di riflessione e offrire molteplici punti di vista

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