25 Aprile: ancora aggredita la Brigata Ebraica, l'Anpi tace Stefano Landi intervista Davide Romano, commento ironico di Andrea Marcenaro, cronaca della Gazzetta del Mezzogiorno
Testata:Corriere della Sera - Il Foglio - La Gazzetta del Mezzogiorno Autore: Stefano Landi - Andrea Marcenaro Titolo: «'Non dobbiamo abituarci a questi insulti contro di noi' - Andrea's Version - Brigata ebraica ancora contestata»
Riprendiamo oggi 26/04/2019, dal CORRIERE della SERA a pag. 5, con il titolo 'Non dobbiamo abituarci a questi insulti contro di noi' l'intervista a Davide Romano; dal FOGLIO, a pag. 1, con il titolo "Andrea's Version", il commento ironico di Andrea Marcenaro; dalla GAZZETTA del MEZZOGIORNO, a pag. 2, il redazionale "Brigata ebraica ancora contestata".
A destra: la Brigata ebraica a Milano
Da anni la Brigata ebraica e chi porta le bandiere della Brigata, che contribuì alla Liberazione dal nazifascimo, vengono insultati e aggrediti da manifestanti pro palestinesi interessati solo a demonizzare lo Stato ebraico. L'Anpi, di fronte a una situazione che continua a ripetersi ogni 25 Aprile, non ha fatto una dichiarazione forte di condanna nei confronti di chi non solo strumentalizza la Liberazione, ma lo fa celebrando quegli stessi leader arabi palestinesi, come il Gran Muftì di Gerusalemme, che erano alleati di Hitler e cooperarono alla realizzazione della Shoah. A Roma bene ha fatto la Comunità ebraica e Ruth Dureghello a non sfilare con il corteo, in cui vengono accolte sigle che incitano al boicottaggio di Israele e insultano la Brigata ebraica. Ha ancora senso, oggi, l'esistenza dell'Anpi, che ha sempre meno a che fare con la Resistenza e che annovera tra i propri iscritti un numero esiguo di partigiani sopravvissuti? Non sono accettabili le dichiarazioni di alcune sezioni Anpi, quando ogni anno sulle pagine dei giornali domina la frase 'fischiata la Brigata Ebraica'. Basterebbe che dal Palco dove tutti gli interventi ripetono ogni anno gli stessi slongan si alzasse una voce autorevole per condannare la presenza -perchè di fatto è presente, non importa se al fondo del corteo- di questi sostenitori dei soldati palestinesi alleati dei nazisti. Ma questa voce 'autorevole' finora non l'abbiamo udita.
CORRIERE della SERA - Stefano Landi: 'Non dobbiamo abituarci a questi insulti contro di noi'
Davide Romano
Nessun contatto fisico, ma il solito coro di insulti all’altezza di piazza San Babila. «Assassini», «Fuori i fascisti dal corteo». «È il solito teatrino in favore di telecamera», lo definisce Eyal Mizrahi, presidente dell’associazione Amici di Israele, mentre tranquillizza alcuni ragazzi al debutto sotto lo striscione della Brigata ebraica. La doppia transenna e il cordone di polizia e City angels evitano che la situazione degeneri. «Ma non dobbiamo abituarci a questa cosa. Come noi ebrei d’Europa non dobbiamo abituarci a non girare con la kippah in testa o ad avere la polizia fuori dalle sinagoghe» dice Davide Romano, presidente della Brigata ebraica, che dal 2003 porta la delegazione al corteo del 25 Aprile. E non vuole abituarsi a considerare normale lo stress di affrontare ogni anno le contestazioni. E pensa a quei giovani, o agli anziani, che ormai preferiscono restare a casa. O quei genitori che rinunciano a portare i bambini perché hanno paura. Chi c’è, nonostante tutto, si dice stanco, saturo. «Noi veniamo considerati l’anomalia. Non è un caso che chi non è di sinistra negli anni abbia sempre trovato rifugio da noi. Per questo la mia idea per l’anno prossimo è invitare anche i rappresentanti con bandiere degli altri Paesi alleati, che sono stati decisivi per la liberazione. Vorrei ospitare bandiere americane, canadesi... Così non saremo più l’eccezione», dice Romano, reduce anche dalla contestazione di ieri mattina nella piazza di Cinisello Balsamo: «Mi hanno fischiato senza nemmeno ascoltarmi. Come è successo al sindaco leghista. Mi hanno contestato per quello che sono e non per quello che dicevo».
IL FOGLIO - Andrea Marcenaro: "Andrea's Version"
Andrea Marcenaro
Non sarà che siccome quest’anno, a Milano, insultati un po’ sì, ma non li abbiamo sputazzati troppo, ora quegli ebrei si montano la testa e pensano che non li sputazzeremo nemmeno il 25 aprile dell’anno prossimo, vero?
LA GAZZETTA del MEZZOGIORNO: "Brigata ebraica ancora contestata"
Ancora una volta divisi. Le manifestazioni per il 25 aprile, in diverse città d'Italia, nonostante gli appelli all'unità provenienti da più parti, sono state caratterizzate da contestazioni verso la partecipazione delle comunità ebraiche, che così in alcuni casi hanno celebrato separatamente il 74/o anniversario della Liberazione. «Oggi non è il giorno delle polemiche», aveva detto in mattinata il vicepremier, Luigi Di Maio, a margine della cerimonia nella sinagoga romana di via Balbo: «La Liberazione nazionale è un momento che unisce tante comunità e che deve unire sempre di più, non deve essere un giorno di divisioni, deve essere un giorno di unione». Ma non è stato così, anche se a Milano - che si è confermato uno dei luoghi più «caldi» della contestazione - qualcosa è cambiato: il passaggio dei reduci dai lager durante il corteo, riuniti sotto i cartelli dei vari campi, è stato infatti applaudito dai manifestanti pro Palestina che hanno urlato «Siamo tutti antifascisti», in modo inclusivo verso i manifestanti ebrei. Forti contestazioni invece si sono verificate, sempre a Milano - dove al corteo hanno partecipato più di 70mila persone, come ha ricordato dal palco il presidente locale dell'Anpi Roberto Cenati - al passaggio della Brigata Ebraica: «Via i sionisti dal corteo» e «Israele Stato terrorista» sono stati gli slogan usati. Gli esponenti della Brigata hanno risposto cantando `Bella Ciao’. Ma la Brigata Ebraica a Milano era comunque perfettamente integrata nel corteo ufficiale. Mentre nel secondo troncone, quello dei centri sociali, hanno sfilato gli attivisti per «la liberazione della Palestina» insieme ai «Bds», le associazioni per il «boicottaggio economico di Israele». «Anche oggi abbiamo visto una straordinaria risposta della città di Milano a chi cerca di sminuire il valore del 25 aprile. Da qui parte un segnale di speranza per l'intero Paese», ha detto il sindaco, Giuseppe Sala. Fischi alla Brigata, invece, a Cinisello Balsamo (Milano) da parte di un gruppo di antagonisti, mentre a Trieste si sono tenute celebrazioni separate con l'Anpi. «Solo chi non conosce la storia, può non sapere qual è stato il contributo della Brigata ebraica nella lotta al nazifascismo» ha scritto il ministro delle Politiche agricole, Gian Marco Centinaio. Anche a Roma però ci sono stati problemi. «Ci abbiamo provato, ringrazio il Pd, i sindacati, a marciare insieme per i125 aprile ma non è stato possibile», ha affermato la presidente della comunità ebraica di Roma, Ruth Dureghello. Comunque in Campidoglio la sindaca Raggi, i partigiani, la comunità ebraica e i sindacati hanno celebrato insieme. II clima però è restato freddo: nessuna stretta di mano tra il presidente dell'Anpi di Roma, Fabrizio De Sanctis, e la Presidente Dureghello. «Il 25 aprile non c'è spazio per i temi di politica interna, così come non c'è per i temi di politica estera e internazionale», ha sottolineato Dureghello riferendosi implicitamente a temi come la questione palestinese, che negli ultimi anni ha diviso Anpi e Comunità ebraica.
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Ancora una volta divisi. Le manifestazioni per il 25 aprile, in diverse città d'Italia, nonostante gli appelli all'unità provenienti da più parti, sono state caratterizzate da contestazioni verso la partecipazione delle comunità ebraiche, che così in alcuni casi hanno celebrato separatamente il 74/o anniversario della Liberazione. «Oggi non è il giorno delle polemiche», aveva detto in mattinata il vicepremier, Luigi Di Maio, a margine della cerimonia nella sinagoga romana di via Balbo: «La Liberazione nazionale è un momento che unisce tante comunità e che deve unire sempre di più, non deve essere un giorno di divisioni, deve essere un giorno di unione». Ma non è stato così, anche se a Milano - che si è confermato uno dei luoghi più «caldi» della contestazione - qualcosa è cambiato: il passaggio dei reduci dai lager durante il corteo, riuniti sotto i cartelli dei vari campi, è stato infatti applaudito dai manifestanti pro Palestina che hanno urlato «Siamo tutti antifascisti», in modo inclusivo verso i manifestanti ebrei. Forti contestazioni invece si sono verificate, sempre a Milano - dove al corteo hanno partecipato più di 70mila persone, come ha ricordato dal palco il presidente locale dell'Anpi Roberto Cenati - al passaggio della Brigata Ebraica: «Via i sionisti dal corteo» e «Israele Stato terrorista» sono stati gli slogan usati. Gli esponenti della Brigata hanno risposto cantando `Bella Ciao’. Ma la Brigata Ebraica a Milano era comunque perfettamente integrata nel corteo ufficiale. Mentre nel secondo troncone, quello dei centri sociali, hanno sfilato gli attivisti per «la liberazione della Palestina» insieme ai «Bds», le associazioni per il «boicottaggio economico di Israele». «Anche oggi abbiamo visto una straordinaria risposta della città di Milano a chi cerca di sminuire il valore del 25 aprile. Da qui parte un segnale di speranza per l'intero Paese», ha detto il sindaco, Giuseppe Sala. Fischi alla Brigata, invece, a Cinisello Balsamo (Milano) da parte di un gruppo di antagonisti, mentre a Trieste si sono tenute celebrazioni separate con l'Anpi. «Solo chi non conosce la storia, può non sapere qual è stato il contributo della Brigata ebraica nella lotta al nazifascismo» ha scritto il ministro delle Politiche agricole, Gian Marco Centinaio. Anche a Roma però ci sono stati problemi. «Ci abbiamo provato, ringrazio il Pd, i sindacati, a marciare insieme per i125 aprile ma non è stato possibile», ha affermato la presidente della comunità ebraica di Roma, Ruth Dureghello. Comunque in Campidoglio la sindaca Raggi, i partigiani, la comunità ebraica e i sindacati hanno celebrato insieme. II clima però è restato freddo: nessuna stretta di mano tra il presidente dell'Anpi di Roma, Fabrizio De Sanctis, e la Presidente Dureghello. «Il 25 aprile non c'è spazio per i temi di politica interna, così come non c'è per i temi di politica estera e internazionale», ha sottolineato Dureghello riferendosi implicitamente a temi come la questione palestinese, che negli ultimi anni ha diviso Anpi e Comunità ebraica.
Ancora una volta divisi. Le manifestazioni per il 25 aprile, in diverse città d'Italia, nonostante gli appelli all'unità provenienti da più parti, sono state caratterizzate da contestazioni verso la partecipazione delle comunità ebraiche, che così in alcuni casi hanno celebrato separatamente il 74/o anniversario della Liberazione. «Oggi non è il giorno delle polemiche», aveva detto in mattinata il vicepremier, Luigi Di Maio, a margine della cerimonia nella sinagoga romana di via Balbo: «La Liberazione nazionale è un momento che unisce tante comunità e che deve unire sempre di più, non deve essere un giorno di divisioni, deve essere un giorno di unione». Ma non è stato così, anche se a Milano - che si è confermato uno dei luoghi più «caldi» della contestazione - qualcosa è cambiato: il passaggio dei reduci dai lager durante il corteo, riuniti sotto i cartelli dei vari campi, è stato infatti applaudito dai manifestanti pro Palestina che hanno urlato «Siamo tutti antifascisti», in modo inclusivo verso i manifestanti ebrei. Forti contestazioni invece si sono verificate, sempre a Milano - dove al corteo hanno partecipato più di 70mila persone, come ha ricordato dal palco il presidente locale dell'Anpi Roberto Cenati - al passaggio della Brigata Ebraica: «Via i sionisti dal corteo» e «Israele Stato terrorista» sono stati gli slogan usati. Gli esponenti della Brigata hanno risposto cantando `Bella Ciao’. Ma la Brigata Ebraica a Milano era comunque perfettamente integrata nel corteo ufficiale. Mentre nel secondo troncone, quello dei centri sociali, hanno sfilato gli attivisti per «la liberazione della Palestina» insieme ai «Bds», le associazioni per il «boicottaggio economico di Israele». «Anche oggi abbiamo visto una straordinaria risposta della città di Milano a chi cerca di sminuire il valore del 25 aprile. Da qui parte un segnale di speranza per l'intero Paese», ha detto il sindaco, Giuseppe Sala. Fischi alla Brigata, invece, a Cinisello Balsamo (Milano) da parte di un gruppo di antagonisti, mentre a Trieste si sono tenute celebrazioni separate con l'Anpi. «Solo chi non conosce la storia, può non sapere qual è stato il contributo della Brigata ebraica nella lotta al nazifascismo» ha scritto il ministro delle Politiche agricole, Gian Marco Centinaio. Anche a Roma però ci sono stati problemi. «Ci abbiamo provato, ringrazio il Pd, i sindacati, a marciare insieme per i125 aprile ma non è stato possibile», ha affermato la presidente della comunità ebraica di Roma, Ruth Dureghello. Comunque in Campidoglio la sindaca Raggi, i partigiani, la comunità ebraica e i sindacati hanno celebrato insieme. II clima però è restato freddo: nessuna stretta di mano tra il presidente dell'Anpi di Roma, Fabrizio De Sanctis, e la Presidente Dureghello. «Il 25 aprile non c'è spazio per i temi di politica interna, così come non c'è per i temi di politica estera e internazionale», ha sottolineato Dureghello riferendosi implicitamente a temi come la questione palestinese, che negli ultimi anni ha diviso Anpi e Comunità ebraica. https://www.corriere.it/scrivi/ lettere@ilfoglio.it segreteria.redazione@gazzettamezzogiorno.it