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La Stampa Rassegna Stampa
25.04.2019 Vertice Putin-Kim: tra dittatori ci si capisce al volo
Cronaca di Giuseppe Agliastro

Testata: La Stampa
Data: 25 aprile 2019
Pagina: 9
Autore: Giuseppe Agliastro
Titolo: «Accoglienza trionfale a Vladivostok. Kim cerca aiuto contro le sanzioni»

Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 25/04/2019 a pag. 9 con il titolo "Accoglienza trionfale a Vladivostok. Kim cerca aiuto contro le sanzioni" il commento di Giuseppe Agliastro.

Tra dittatori ci si capisce: per questo non siamo stupiti nel vedere l'accoglienza in pompa magna del nordcoreano Kim Jong-un da parte del despota Vladimir Putin.

Ecco l'articolo:

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Giuseppe Agliastro

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Vladimir Putin, Kim Jong-un

La Russia ha riservato a Kim Jong-un un’accoglienza in pompa magna. Dopo un lungo viaggio sul suo treno blindato color verde carro armato, il dittatore della Corea del Nord è arrivato ieri a Vladivostok, dove oggi incontrerà per la prima volta Putin e discuterà con lui della questione nucleare nordcoreana. Dopo i due vertici interlocutori con Trump (il secondo un fiasco in verità), Kim vuole ora dimostrare che può contare su Mosca per alleviare le sanzioni imposte a Pyongyang per i suoi test missilistici e nucleari. Putin vuole invece consolidare il ruolo del Cremlino come interlocutore chiave per la penisola coreana.
Il caloroso benvenuto offerto a Kim serve quindi sia a Pyongyang sia al Cremlino, desiderosi di rimarcare i loro buoni rapporti. Il leader nordcoreano si è dapprima fermato a Khasan, città russa di frontiera, dove è stato accolto da un gruppo di funzionari e da tre donne in abiti tradizionali che gli hanno offerto pane korovai e sale, simbolo di ospitalità. A Vladivostok, un sorridente Kim ha trovato un tappeto rosso ad attenderlo all’uscita del treno. Soldati in alta uniforme lo hanno salutato solennemente e una banda militare ha eseguito in suo onore gli inni nazionali di Russia e Corea del Nord. Poi il «leader supremo» è salito sulla sua limousine nera da un milione e mezzo di dollari e, seguito al trotto da una dozzina di guardie del corpo in cravatta e abito scuro, si è diretto verso l’isola Russky, dove oggi alle 13 (le 5 del mattino in Italia) incontrerà Putin all’università dell’Estremo Oriente.
Offrendo la spalla a Kim, Putin lo aiuta a riprendersi dal fallimentare summit vietnamita con Trump di due mesi fa, conclusosi con un nulla di fatto del quale il regime accusa il segretario di Stato Usa Mike Pompeo. Washington segue con attenzione il vertice di Vladivostok. Non è un caso se la settimana scorsa il rappresentante americano per la Corea del Nord, Stephen Biegun, era a Mosca per discutere della «definitiva e completa denuclearizzazione» di Pyongyang.
Anche Putin è contro lo sviluppo del programma atomico della Corea del Nord, che due anni fa fece tremare il mondo con i suoi missili. Ma la Russia non vede di buon occhio neanche le sanzioni. Anche perché è lei stessa colpita da quelle occidentali per la crisi ucraina. Putin potrebbe proporre di riprendere i negoziati a sei, fermi da anni, con Russia, Usa, Cina, Giappone e le due Coree. Secondo il Cremlino, «non ci sono per ora altri meccanismi internazionali efficaci» per la questione coreana, anche se «tutti gli sforzi meritano di essere sostenuti».
Il primo obiettivo di Kim è allentare la stretta delle sanzioni. La sua impazienza è palpabile e questo mese il regime ha annunciato di aver testato «un’arma tattica guidata», probabilmente un missile a breve gittata. Il timore è che le trattative si impantanino e Kim reagisca riprendendo esperimenti nucleari e lanci di razzi.
Pyongyang vorrebbe da Putin anche forniture elettriche e investimenti per modernizzare gli impianti industriali e le infrastrutture di epoca sovietica. Ma anche lo stop al rimpatrio, previsto dalle sanzioni Onu, dei circa 10.000 nordcoreani che ancora lavorano in Russia e sono per Pyongyang un’importante fonte di reddito. Ci si aspetta che Putin offra a Kim almeno un modesto aiuto finanziario. Sempre meglio di nulla per un Paese la cui economia è al collasso.

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