Gentilissima Signora, da quanto scrive ritengo che Lei non abbia alcuna conoscenza del Vangelo e neppure della Torah e dei Profeti. Il mondo ebraico è stato perseguitato, vilipeso, deriso, segregato, asservito, sia dalla Chiesa Romana che dall’Islam e per il futuro non c’è da sperare di meglio, vista soprattutto la palese ipocrisia di questo Gesuita che si è fatto chiamare Papa Francesco. Non riesco proprio a capire tutto il Suo ottimismo. Sono stato da sempre molto riservato, ma stavolta proprio non ho resistito all’impulso di manifestare il mio dissenso. Le invio il link di un articolo che potrebbe illuminarLa. Con i più cordiali saluti –
Tommaso Todaro.
Gentile Tommaso,
sinceramente non capisco il paragone tra ottimismo e ignoranza. Crede davvero che non sappia cosa è accaduto agli ebrei nei secoli? Lo scrivo ogni volta che posso, forse lei non mi segue attentamente, ma credo di avere decine, se non centinaia di articoli in cui parlo delle persecuzioni patite dagli ebrei sia dalla chiesa cristiana che dall'islam. Non è certo una novità, come non è una novità che, sia in Notre Dame che in molte altre cattedrali, basiliche o semplici chiese, i simboli antisemiti sono spesso presenti. La Francia in particolare ha una storia di oltraggio e di odio antisemita da far paura, persecuzioni, incendi di migliaia di manoscritti proprio nella piazza accanto a Notre Dame fino all'espulsione definitiva del 1394. Essere consapevole di tutto questo ed essere allo stesso tempo ottimista fa parte del bagaglio dell'animo ebraico. Chi lo avrebbe detto che gli ebrei, solo un paio d'anni dopo la fine delle loro sofferenza in Europa, usciti dai campi della morte, avrebbero creato dal nulla uno stato dove vivere, lavorare e ridere nonostante tutto e nonostante le guerre arabe. La speranza è il titolo dell'inno nazionale israeliano e non c'è speranza senza ottimismo.
Un cordiale shalom