Notre Dame e l'eredità giudaico-cristiana dell'Europa
Commento di Michelle Mazel
(Traduzione di Yehudit Weisz)
www.jforum.fr/notre-dame-et-lheritage-judeo-chretien-de-leurope.html
L'incendio di Notre Dame
Le immagini dell'incendio che la sera del 15 aprile è divampato sul tetto della Cattedrale di Notre Dame de Paris hanno fatto immediatamente il giro del mondo. A Londra, Washington, Berlino, Pechino, Roma e Nuova Delhi, lo spettacolo delle lingue di fuoco ha tenuto gli spettatori incollati ai loro schermi. In Israele, i tre principali canali televisivi hanno interrotto i loro programmi per seguire in diretta il dramma che si stava svolgendo a migliaia di chilometri di distanza; tutti e tre si erano affrettati a inviare sul posto i loro corrispondenti, che hanno continuato a informare gli israeliani per tutto il giorno successivo. E’ stata una straordinaria comunione internazionale riunita attorno a un edificio, che nel corso degli anni è diventato il simbolo di Parigi, di cui è stato il monumento più visitato dai turisti di tutte le religioni e di tutti i ceti sociali. Strano il destino di questo gioiello di arte gotica, eretto con così tanto fervore dai maestri muratori e dai loro compagni manovali all’inizio del XII secolo, e la cui costruzione durò più di centocinquanta anni. Le alte torri di Notre Dame de Paris sono state testimoni di quasi mille anni di storia francese; hanno visto guerre e rivoluzioni, hanno subìto gli eccessi della Rivoluzione e della Commune. Le campane di Notre Dame hanno suonato a distesa all'incoronazione di Napoleone, e i loro rintocchi funebri hanno accompagnato Presidenti e uomini di Stato alla loro ultima dimora. Ed è ancora nella sua maestosa navata, situata nel cuore dell’Ile de la Cité, che nel 1944 risuonò il Magnificat, cantato da migliaia di voci per celebrare la liberazione di Parigi. Il Magnificat, questo meraviglioso inno che ha ispirato i più grandi musicisti, da Johann Sebastian Bach a Felix Mendelssohn, da Haydn a Schubert e molti altri, è la preghiera della Vergine Maria dopo l’Annunciazione. È un canto ispirato all'Antico Testamento e più precisamente, alla preghiera di Anna, la seconda moglie di Elkanah, il cui desiderio di essere madre si realizzerà con la nascita di Samuele (Samuele 1,1-8). E’ un invito a ricordarci che Notre Dame de Paris è in realtà un monumento innalzato alla gloria e alla celebrazione della Vergine Maria, alta figura del cristianesimo che saluta in lei la Madre di Dio; ma è anche venerata dall'Islam, come madre di Issa, il nome arabo di Gesù, che per il Corano è un precursore dell'Islam. Il suo nome, nella forma arabizzata di Maryam, appare più spesso nel Corano che nel Nuovo Testamento. C'è persino una Sura, la diciannovesima, dedicata a lei. Ma che si chiami Myriam, Maryam o Maria, questa figura emblematica continua ad essere la saggia giovane ebrea che sposa un bravo falegname, anche lui ebreo, prima che l’arcangelo Gabriele le annunci il suo destino.
Michelle Mazel scrittrice israeliana nata in Francia. Ha vissuto otto anni al Cairo quando il marito era Ambasciatore d’Israele in Egitto. Profonda conoscitrice del Medio Oriente, ha scritto “La Prostituée de Jericho”, “Le Kabyle de Jérusalem” non ancora tradotti in italiano. E' in uscita il nuovo volume della trilogia/spionaggio: “Le Cheikh de Hébron".