Riprendiamo da LIBERO - Milano di oggi, 17/04/2019, a pag. 37, il commento di Miriam Romano dal titolo "Il Pd dà il patrocinio al festival anti-Israele".
A destra: una vignetta che incita al terrorismo arabo palestinese
Il festival "Al Ard Doc" è un'occasione per diffondere odio e menzogne contro Israele. Che il Municipio 1 di Milano abbia dato il patrocinio a una simile iniziativa è vergognoso perché il festival esplicitamente elogia la violenza contro i civili israeliani da parte di terroristi arabi palestinesi.
Ecco l'articolo:
La giunta del Municipio 1, guidata dal Pd, ha dato il via libera per concedere il patrocinio alla terza edizione dello "Spinoff milanese di Al Ard Doc Film Festival", il Festival Internazionale del Cinema Documentario Palestinese ed Arabo che si svolgerà dal 2 al 29 maggio al CAM Garibaldi. L'iniziativa, in particolare, riguarda la proiezione di film e documentari che hanno gareggiato nella XVI edizione del festival palestinese che si è tenuto a Cagliari nel mese di marzo 2019. A Milano verranno presentati, nelle serate in programma, i documentari di due tra i registi vincitori della gara, con ingresso gratuito. La scelta però del Municipio 1 di patrocinare l'evento viene contestata dall'opposizione, che cita i precedenti della manifestazione. L'associazione Vento di Terra Onlus, organizzatrice e promotrice dell'evento, già nel 2016, quando anche allora il festival era stato patrocinato dal Comune, era stata già al centro di forti polemiche.
La Onlus, infatti, si caratterizzerebbe per una spiccata matrice "anti-Israele", date le numerose denunce, perpetrate attraverso filmati, video e spot, delle azioni israeliane. Una rappresentazione del conflitto arabo-israeliano, dunque, "di parte". La concessione del patrocinio per questo motivo non è andata giù a Filippo Jarach, capogruppo di Forza Italia del Municipio 1, che ha criticato la scelta della giunta del consiglio di zona. «Credo si tratti di una delibera affrettata, presa senza pensarci molto», commenta, «l'associazione Vento di Terra Onlus è un'organizzazione schierata e lo ha dimostrato già tre anni fa, quando hanno proiettato immagini e video non concordate e di parte». Proprio per questo infatti, durante la scorsa edizione del festival erano scaturite le polemiche. Alcuni interventi dei presentatori erano stati pure giudicati «troppo faziosi e di parte sulla questione palestinese», spiega il forzista. Secondo Jarach il fulcro dell'iniziativa non sarebbe tanto la cultura palestinese come viene presentato dalla delibera, ma la denuncia dell'acceso conflitto, descritto solo dalla prospettiva del mondo arabo senza il contraltare. «Lo stesso discorso l'avrei fatto», continua, «se lo Stato di Israele avesse proposto un'iniziativa del genere. Se si parla di cultura va bene, ma su questi temi bisogna essere super partes, altrimenti non va bene». Il Muncipio 1, invece, da parte sua riafferma la legittimità della delibera. «Si tratta di un'iniziativa culturale», spiega Fabio Arrigoni, presidente del consiglio di zona, «quando c'è stato chiesto dallo Stato di Israele il patrocinio per la settimana della cultura di Israele, abbiamo accordato anche quello. Quando si parla di iniziative culturali non guardiamo al colore politico o alle fazioni, ma valutiamo la validità dell'evento».
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