Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 16/04/2019, a pag.18 l'articolo " 'Unicredit ha violato le sanzioni all’Iran'. Pagherà 1,3 miliardi di multa negli Usa" di Gianluca Paolucci.
Unicredit pagherà 1,3 miliardi alle autorità statunitensi per la violazione delle sanzioni all’Iran. L’istituto di piazza Gae Aulenti ha infatti raggiunto un accordo per chiudere le contestazioni relative alla violazione delle sanzioni applicate a Teheran.
Secondo quanto ha spiegato il Tesoro Usa, tra il gennaio 2007 e il dicembre 2011, tre banche del gruppo avrebbero elaborato oltre 2.000 pagamenti per un totale di oltre 500 milioni di dollari, attraverso istituti finanziari negli Stati Uniti, in evidente violazione di più programmi di sanzioni statunitensi. Durante questo periodo, Unicredit gestiva conti in dollari statunitensi per conto della Repubblica islamica dell’Iran Shipping Lines (Irisl) e diverse società possedute da o altrimenti affiliate con Irisl e gestiva i conti di tali società in un modo che nascondere l’interesse o il coinv olgimento dell’Irisl nelle transazioni inviate a, o tramite intermediari statunitensi. Il gruppo avrebbe effettuato pagamenti verso o attraverso gli Stati Uniti in modo da non rivelare le persone o i Paesi soggetti a sanzioni alle istituzioni finanziarie statunitensi che agivano in qualità di intermediari finanziari.
Nel dettaglio si tratta di tre patteggiamenti separati da parte di Unicredit spa, Unicredit Bank Ag (Germania) e Unicredit Bank Austria Ag. Uno da 611 milioni di dollari da versare al dipartimento di Giustizia e alla Fed. Un altro da 157 milioni da corrispondere esclusivamente alla Federal Reserve e 405 milione al Dipartimento dei servizi finanziari. La parte più rilevante riguarda la controllata tedesca Unicredit Bank, la ex Hvb. I tre patteggiamenti chiudono le inchieste dell’Ofac, il braccio operativo del Tesoro sulle violazioni presunte di vari programmi di sanzioni, inclusi quelli legati alla proliferazione di armi di distruzione di massa e al terrorismo globale, in paesi come Myanmar, Cuba, Iran, Libia, Sudan e Siria. Unicredit dovrà versare proprio all’Ofac, a titolo di sanzione pecuniaria, una somma pari a circa 105,9 milioni di dollari.
In base agli accordi transattivi, Unicredit e le sue controllate sono tenute ad attuare e mantenere impegni di conformità volti a ridurre al minimo il rischio di reiterazione dei comportamenti che hanno dato luogo alle presunte violazioni. In particolare il senior management deve impegnarsi a promuovere una «cultura della compliance» in tutta l’organizzazione. Ogni banca deve poi attuare adeguati controlli interni e fornire una formazione adeguata a supporto degli sforzi di compliance. Le tre banche inoltre, ha spiegato una nota del gruppo, «si sono impegnate a mantenere all’interno della propria struttura un esperto indipendente con il compito di valutare l’attuazione in via continuativa dei miglioramenti al piano denominato economic sanctions compliance program e ai sistemi di controllo interno».
Unicredit spiega inoltre che «le somme dovute da ciascuna delle banche sono interamente coperte dagli accantonamenti stanziati e, conseguentemente, l’ammontare oggetto dell’accordo transattivo finale porterà a una liberazione delle risorse accantonate nel primo trimestre del 2019 a livello di gruppo, con un impatto positivo sul conto economico, al netto delle tasse, pari a circa 300 milioni e avrà un’ulteriore impatto positivo sul ratio Cet1 pari a circa 8,5 punti base».
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