Netanyahu sulle Alture del Golan al confine con la Siria
Israele colpisce obiettivi militari siriani, riprendiamo la notizia dal servizio di Daniel Mosseri su LIBERO di oggi 14/04/2019, a pag.8 con il titolo "Pronti, via: Netanyahu manda jet a bombardare la Siria".
a destra: attacco israeliano ai deposititi
missilistici in Siria
Israele, assente ieri su tutti i nostri media, ritorna oggi, oltre al pezzo di Mosseri che informa, su REPUBBLICA a pag.14 con un commento di Francesca Caferri, che lamenta lo scarso numero di donne elette nei partiti israeliani, con il titolo " Israele non è un paese per donne: almeno in politica" che non poteva mancare sul quotidiano dalle radici avvelenate più di ogni altro nei confronti dello Stato ebraico. Si salva quel 'almeno', che però non giustifica la mancanza di serietà professionale della cronista.
Il secondo quotidiano che citiamo è l' OSSERVATORE ROMANO, a pag.2, con il titolo "Raid israeliano nella provincia siriana di Hama. Un quindicenne morto e 48 feriti dopo nuovi scontri a Gaza", la solita velina palestinista del quotidiano ufficiale della S.S. (Santa Sede), che antepone la difesa di Israele alla sua motivazione, aggiungendo poi la solita propaganda pro-Hamas sugli attacchi terroristici al confine con Gaza.
Ecco il pezzo di Daniel Mosseri:
Daniel Mosseri
Sarebbe di due morti - iraniani - e 17 militari siriani feriti il bilancio di un attacco da parte dell'aviazione israeliana su obiettivi militari nei pressi di Masyaf in Siria. Secondo l'Osservatorio siriano per i diritti umani l'azione è stata condotta attraverso lo spazio aereo libanese e si è conclusa con la distruzione di tre edifici, uno dei quali - hanno invece scritto i media israeliani - dedicato all'assemblaggio di missili. Non è la prima volta che le IDF colpiscono obiettivi iraniani in Siria. La novità dell'azione attribuita a Israele è che segue a due decisioni da parte del presidente Usa Trump: aver riconosciuto la sovranità israeliana sulle alture del Golan, e definito le Guardie della rivoluzione islamica «un'organizzazione terroristica». Le alture del Golan sono state sottratte da Israele con la guerra dei Sei Giorni e annesse per legge nel 1981 - annessione che la comunità internazionale contesta. Riconoscendo la sovranità dell'alleato sul Golan e puntando il dito contro i pasdaran, Trump ha inviato un messaggio a sostegno dell'appena rieletto primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Eppure dietro alla decisione della Casa Bianca si può leggere anche un messaggio che preoccupa Gerusalemme. Trump sembra dire: «Mettiamo a posto la regione prima di andarcene», segnalando ancora una volta il disimpegno dalla Siria. Sulla stessa linea le parole del senatore Usa Lindsey Graham, che ha appena invitato l'Italia a inviare un contingente in Siria «per stabilizzare il Paese». Il disimpegno americano lascia Israele ad affrontare la penetrazione iraniana verso il Mediterraneo. In tema di Golan vanno ricordare le recenti parole dell'ex presidente egiziano Hosni Mubarak «Se la Siria avesse riconosciuto Israele, le avrebbe già riottenute; gli israeliani chiedevano in cambio l'apertura di un'ambasciata a Damasco, Hafez Assad rifiutò»
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