Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 12/04/2019, a pag.18, con il titolo "La Camera: 'In Armenia fu genocidio'. L'ira di Ankara", la cronaca di Maria Rosa Tomasello.
Armeni impiccati dai turchi
La Camera vota a maggioranza la mozione bipartisan che impegna il governo italiano a riconoscere il genocidio armeno del 1915 e si scatena la rabbia di Ankara. La Turchia protesta con durezza, annunciando conseguenze «inevitabili» sulle relazioni con l’Italia e accusando la Lega - definito «un partito xenofobo» - di strumentalizzare la vicenda in vista delle elezioni europee. «La risoluzione è un esempio di come la questione armena sia utilizzata da vari Paesi per sviare l’attenzione da problemi di politica interna, e come tutti i tentativi di politicizzare la Storia è priva di valore -accusa il ministro degli Esteri Mevlut Cavusoglu -. La risoluzione è frutto del tentativo del leader della Lega Salvini di sabotare le relazioni tra Italia e Turchia». Ma il documento, approvato con 382 voti a favore, nessun contrario e 43 astenuti (i deputati di Forza Italia), è salutato dall’applauso di tutti i deputati.
«Una giornata storica per la nostra democrazia - dichiarano i deputati leghisti Riccardo Molinari, Paolo Formentini e Giulio Centemero - che dimostra come questo governo porti avanti le idee e i valori». «Il genocidio armeno perpetrato dall’Impero Ottomano rappresenta, dopo l’Olocausto, la pagina più ripugnante e orrenda del Ventesimo secolo», afferma il senatore del Carroccio, Roberto Calderoli, mentre Emilio Carelli del M5S, prudente, sottolinea il «ruolo strategico di porta tra Oriente e Occidente» della Turchia e precisa: «Non sono in discussione i buoni rapporti con uno Stato amico, ben diverso dall’Impero Ottomano». «Il Parlamento ha resistito alle pressioni turche», esulta Andrea Delmastro (Fd’I), ricordando che lunedì l’ambasciatore ad Ankara, Massimo Gaiani, era stato convocato al ministero degli Esteri turco, che esprimeva il proprio disappunto. Di «atto storico che rende giustizia» parla Quartapelle, capogruppo Pd in Commissione Esteri alla Camera.
«È un primo passo, ma siamo a 104 anni dagli eventi. Quanto ancora dobbiamo aspettare?», si chiede Lourian Minas, presidente dell’Unione Armeni d’Italia. Anush Torunyan, presidente di Assoarmeni, auspica che «non diventi un contentino: speriamo che il governo esprima la sua posizione».
Il massacro, con centinaia di migliaia di persone deportate e uccise alla fine dell’Impero ottomano tra il 1915 e il 1916 - 1,5 milioni di vittime secondo gli armeni - è oggi riconosciuto come genocidio da una ventina di Paesi nel mondo, Russia e Francia comprese. Nel 2015 il Parlamento europeo ha chiesto, senza risultato, un passo analogo alla Turchia.
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