La quinta vittoria di Benjamin Netanyahu
Commento di Deborah Fait
Dopo una notte di fuoco che vedeva assolutamente pari i due leader: 35 mandati per Bibi e 35 per Ganz, (Bibi ha ottenuto il 26,5 delle preferenze, Ganz il 26,1) il ci siamo svegliati questa mattina all'alba per constatare che la vittoria netta andava a Benjamin Netanyahu. La coalizione ha fatto il miracolo e il risultato è decisamente dalla parte della destra: 65 seggi su 120. Il centro sinistra ne ha 55, ben 10 di meno. Benny Ganz e tutto il partito Cahol-lavan (blu e bianco) ieri sera avevano festeggiato la vittoria che credevano sicura ma non avevano fatto i conti con le rispettive alleanze che hanno dato la vittoria a Netanyahu. Mentre scrivo sono stati scrutinati il 97,5% dei seggi, mancano ancora quelli dei soldati al fronte che stanno arrivando ma cambieranno di poco le coalizioni. I risultati vedono un grande flop dei partiti di sinistra, Avodà (labor) è scesa a 6 mandati, Merez e il partito arabo a 4 mandati ciascuno. Sembra che gli arabi israeliani abbiano disertato le urne e quelli che sono andati a votare hanno dato le loro preferenze ai partiti israeliani più che a quelli arabi. Con questa vittoria, direi netta e schiacciante, Netanyahu supera David Ben Gurion, cinque mandati contro quattro, significa passare alla storia e credo che possa esserne orgoglioso e noi con lui. E' evidente che ha lavorato al meglio rendendo Israele più sicuro, più ricco, un Israele che pur piccolo conta nel mondo come alcune nazioni tra le più potenti. Israele durante le amministrazioni di Netanyahu è sempre stata ai primi posti nel mondo in quasi tutto, tecnologia, scienza, economia, persino ultimo ma non ultimo ai primi posti tra i paesi più felici del mondo. Domani, 11 aprile, la navicella israeliana Bereshit arriverà sulla luna, allineandosi a potenze come USA, Russia e Cina. Tutto questo pur essendo in guerra continua con i propri vicini, pur dovendo difendersi da migliaia di missili, di attentati, di boicottaggio antisemita e di odio feroce di una parte di mondo. Israele è piccolo ma brilla di una luce immensa, c'è chi la ama e c'è chi, invidioso e rabbioso, la odia. A chi si sporca la bocca parlando di apartheid vorrei dire che ieri hanno votato, sia tra la popolazione civile che tra i soldati, cittadini israeliani composti da ebrei, arabi, drusi, etiopi, libanesi maroniti rifugiatisi in Israele, armeni, cristiani, bosniaci musulmani, europei di varie fedi. Mentre ero in fila al mio seggio ho visto umanità di tutti i colori e di tante culture, erano là per dare il loro voto alla democrazia israeliana in cui possono vivere liberi e rispettati. La democrazia di un grande paese dove possono votare o non votare liberamente, lavorare, scioperare, studiare e arrivare ai vertici a seconda delle possibilità individuali di ciascuno, indipendentemente dall'etnia o dalla fede che professa. A questo punto, in attesa dei risultati finalissimi, auguro a Benjamin Netanyahu, che gli israeliani chiamano già "Bibi, melech Israel" Bibi, re di Israele, buon lavoro, come sempre, e gli faccio i miei i migliori auguri per il bene di Medinat Israel.
Deborah Fait
"Gerusalemme, capitale unica e indivisibile dello Stato di Israele"