Israele, ecco il commento sulle elezioni prima delle elezioni: 'Il governo più di destra di sempre'
L'ironia di Andrea Zanardo
In esclusiva assoluta, il commento alle elezioni in Israele, prima delle elezioni stesse. A cura della scuola di giornalismo "Arrigo Vittorioni".
Oggi alla scuola di giornalismo etico "Arrigo Vittorioni" si è tenuta la seconda sessione del corso "Restare umani quando si parla di Medio Oriente". La lezione di oggi era una esercitazione pratica, condotta dal Maestro Leonardo da Carpi, su come scrivere il commento alle elezioni israeliane. E' vero che le elezioni si devono ancora tenere, ma è bene comunque essere preparati e mandare in stampa un commento che incontri l'approvazione dei lettori. Il tono del commento deve essere deprimente. Quali che siano i risultati delle elezioni, infatti, è chiaro che il governo sarà, come ciascuno dei precedenti "Il governo più di destra della storia di Israele". Per rinforzare questo messaggio si può intervistare qualche pacifista israeliano. Ma è molto importante che il commento principale sia di leader palestinesi, e va accuratamente evitato di menzionare che in Cisgiordania e a Gaza le elezioni si tengono solo quando chi governa è sicuro di vincere. Una serie di commenti di leader arabi sono disponibili su richiesta, tradotti dal volontari delle NGO. Assicurarsi che sia inclusa l'espressione "il governo più di destra della storia di Israele".
E' necessario rimarcare che la situazione è preoccupante perché non c'è modo di arrivare alla pace, vista la irrazionale opposizione dell'elettorato di Israele al ritorno dei profughi. Il governo senz'altro si opporrà all'ingresso in Israele di tutti i discendenti di profughi palestinesi, fino alla ventordecima generazione, ed ovviamente armati, in numero sufficiente da cancellare questo abominio che è la maggioranza ebraica. Dalla opposizione a questa ragionevole proposta di pace si capisce che il prossimo governo sarà il governo più di destra della storia di Israele. Occorre interrogarsi su questa inspiegabile opposizione dell'elettorato israeliano ad accogliere ed armare vicini di casa seguaci del Mufti di Gerusalemme e determinati a sradicare dalla loro terra ogni traccia di presenza ebraica. Quindi si può fare riferimento alle vittime che diventano carnefici, oppure al fatto che l'elettorato ebraico di origine nordafricana, per qualche stranissima ragione, non ha un grande ricordo dell'epoca in cui vivevano come cittadini di seconda classe in Paesi a maggioranza musulmana. Eppure erano bei temi, quando le autorità si incaricavano di tassarli, di indicare dove potevano vivere e dove no e quanti di loro potevano accedere alle amministrazioni statali. Ora invece, quando ci sarà al governo il governo più di destra della storia di Israele, sarà impossibile ricreare questa meravigliosa armonia interreligiosa. Purtroppo quando esiste una maggioranza ebraica, finiscono sempre per votare i candidati sbagliati e ne esce sempre il governo più di destra della storia di Israele. Bisogna assolutamente evitare di menzionare che la maggioranza assoluta degli israeliani è nata in Israele. Se si scrive questo poi i lettori italiani potrebbero pensare agli elettori israeliani come elettori normali e cittadini di un Paese normale, che votano per i candidati che offrono maggiore sicurezza militare o economica, e questo rende difficile ripetere il messaggio principale, ovvero che dalle urne, lo sappiamo già adesso, esce il governo più di destra della storia di Israele. In conclusione dell'articolo, ma solo se vi è spazio, si potrebbero menzionare Trump, Salvini o Orban e segnalare che si sono congratulati con il vincitore, segno questo di una preoccupante sintonia, che fa temere molto per il futuro dell'area. Anche perché al governo di Israele adesso c'è il governo più di destra della storia di Israele.
Andrea Zanardo