Israele: oggi si vota!
Commento di Deborah Fait
Sono molto emozionata per queste elezioni, come sempre importanti, ma questa volta lo sono particolarmente. Stiamo vivendo un periodo particolare con un presidente USA amico sincero e combattivo, il futuro di Israele dunque, con un simile alleato, potrebbe essere più tranquillo e sicuro, tutto dipenderà da quello che noi cittadini metteremo nelle urne, dal partito che la maggioranza voterà. Quelle buste che cadranno nelle urne decideranno se Israele potrà continuare ad essere un paese prospero, ricco e stabile come lo ha reso Benjamin Netanyahu negli ultimi anni o se cadremo nelle mani di un governo inesperto come potrebbe essere quello "kahol-lavan, azzurro-bianco" di Benny Ganz e Yair Lapid. Non è detto che un generale sia esperto di politica, anzi direi il contrario e la storia di Israele ce lo insegna. Finora Ganz si è dimostrato ben poco interessante, a volte preoccupante come quando ha detto di voler portare via gli israeliani da Giudea e Samaria lasciando i territori all'ANP, oltre a questo ha semplicemente passato il suo tempo a criticare e offendere Bibi, nulla più, tanto da meritarsi un bel "Vergognati" da parte del premier. Yair Lapid, al quale anni fa molti israeliani affidarono le loro speranze, brillante giornalista, affascinante, figlio di un politico molto combattivo, si è rivelato un flop. Praticamente non ha fatto niente, tanto per essere generosa. Leggendo qua e là, mi sono imbattuta in un articolo scritto da A.B.Yehoshua su Haaretz e ne sono rimasta sconvolta, non sorpresa conoscendo le idee dello scrittore, ma non pensavo arrivasse a tanto. Ha scritto che lui voterà Meretz e fin qui va bene, ognuno ha diritto alle proprie idee e a dare il voto a chi preferisce, ci mancherebbe altro. Il problema è che lo scrittore è arrivato a difendere le due Ong antiisraeliane/antisioniste/antisemite che diffondono nel mondo l'odio per Israele. La prima è Breaking the Silence, un gruppo di anonimi ex sedicenti soldati, al soldo della UE che li finanzia e li ospita per diffamare Israele in tutti i paesi dell'Unione.
Abraham B. Yehoshua
La seconda organizzazione è B'tselem, in cui militano quasi solo arabi e qualche ebreo di estrema sinistra. Sono due Ong potenti e con tanti soldi (europei), che con la loro insana politica mirano alla distruzione di Israele dall'interno diffondendo solamente odio e menzogne. Le loro vergognose campagne contro lo stato e contro ogni governo in carica, destra o sinistra che sia, loro non fanno distinzioni, possono organizzarle solamente grazie alla democrazia israeliana. Questi attivisti che si vendono come pacifisti, vogliono la fine dell'"occupazione" e diffondono fake news a carrettate. Parlano di occupazione, come del resto fanno quasi tutti i media occidentali, pur sapendo che Giudea e Samaria, alias Cisgiordania, alias il nome inventato nel 48 di West Bank, non sono occupate ma legittimamente rivendicate da Israele. La Giordania aveva occupato quel territorio nel 1948, nel 1967 aveva aggredito Israele e quando un paese aggredito (Israele) vince ha il diritto di tenersi i territori conquistati all'aggressore (Giordania, Egitto, Siria) che ha perso la guerra. E' successo in tutto il mondo ma pare che questa regola non valga solo per Israele. Un articolo molto interessante è stato pubblicato ieri dal Jerusalem Post, a firma Ahmed Charai, un giornalista marocchino, direttore del Centro internazionale di studi strategici. https://www.jpost.com/Opinion/Who-will-lead-during-the-deal-of-the-century-586057 Charai praticamente scrive il contrario di quanto faccia A.B. Yehoshua nel suo "sinistro" pessimismo. Parla di come gli arabi israeliani siano diventati più realisti, vogliono sentirsi sicuri, vivere bene, mandare i loro bambini a scuola per ricevere una buona educazione. Vogliono una polizia e un esercito che li difenda e sia loro amico e non oppressore come accade ai loro "fratelli" dell'ANP o, peggio del peggio, di Gaza. Vogliono lavorare, vivere in un paese dove tutte le fedi siano rispettate, dove ci sia tolleranza. Un'altra analisi di alcuni giorni fa diceva infatti che la maggior parte degli arabi israeliani non voterà i partiti arabi, preoccupati solo di soffiare odio tra le popolazioni senza pensare di migliorare la vita dei loro correligionari. Per questo, continua Charai, chiunque vinca le elezioni, il futuro di Israele dovrà esistere nell'alleanza tra gli ebrei e la classe media araba che desidera vivere bene. Se Bibi vincerà le elezioni, questo paese continuerà a progredire in tutti i sensi, economicamente, socialmente, culturalmente ed è stato dimostrato negli anni. Netanyahu con un magistrale lavoro diplomatico è riuscito a dialogare in modo soddisfacente con i paesi arabi sunniti che rappresentano 80% del mondo islamico contro il 15% sciita (Iran. Iraq). I suoi nemici parlano di una destra sempre più estrema che approva la promessa annessione di Giudea e Samaria. Il centro di Ganz e la sinistra invece auspicano uno stato palestinese che diventerebbe una seconda Gaza mettendo Israele in un pericolo mortale continuo. Cosa scegliere? Beh, io vado a votare e auguri a tutto Israele!
Deborah Fait
"Gerusalemme, capitale unica e indivisibile dello Stato di Israele"