IC7 - Il commento di Enrico Fubini
Dal 31 marzo al 6 aprile 2019
Israele alle urne
Tra pochi giorni, il 9 aprile, Israele sceglierà il suo destino per i prossimi quattro anni: si è in piena atmosfera elettorale e lo si avverte ovunque, sui giornali, nelle strade, nei telegiornali, nei messaggi che arrivano numerosi sui cellulari. Non è certo oggi l’unico tema di discussione: le elezioni s’intrecciano con altri eventi anche più importanti e spesso drammatici che hanno fatto molto discutere e che ovviamente influiscono sull’esito stesso delle elezioni. Gli attentati dei mesi scorsi soprattutto nei territori, la recente crisi a Gaza provocata dai missili a lunga gittata di Hamas di cui uno, com’è noto, caduto a Nord di Tel Aviv, le illustri visite di stato come quella del nuovo presidente del Brasile, Bolsonaro e la speranza che la sua visita coincidesse con la decisione di spostare l’ambasciata a Gerusalemme e gli importanti viaggi di Netanyahu all’estero negli USA e in Russia, il riconoscimento dell’annessione del Golan da parte di Trump, il destino della Giudea e Samaria e le varie ipotesi di soluzione all’ormai incancrenito problema palestinese e al terrorismo, per non citare che gli eventi di maggior rilievo: essi non possono non influenzare i risultati elettorali che a tutt’oggi sono molto incerti.
Se si seguono i sondaggi – per quello che possono valere i sondaggi pre-elettorali – si può constatare che i due maggiori blocchi si fronteggiano: un giorno è in maggioranza uno e il giorno dopo è in maggioranza l’altro. Ma in questa situazione per molti aspetti confusa, piena d’interrogativi e di incertezza, non si può non rimanere stupiti di come è stata condotta da tutti i partiti la campagna elettorale. Non si tratta di destra, di centro o di sinistra ma di tutta l’atmosfera che si è creata nel paese, sulla stampa e sulla televisione, riguardo elle elezioni. Ci si aspetterebbe un’approfondita discussione sui molti importanti problemi, anche meno drammatici di quelli sopra citati, di fronte a cui si trova oggi Israele: una maggior e più equa distribuzione delle ricchezze, il costo delle case per i nuovi sposi, il caro vita, la scarsità di medici soprattutto tra gli specialisti, ecc... Tutti questi problemi comuni a molti paesi tra i più sviluppati, potrebbero essere materia di discussione tra i partiti che si presentano alle elezioni e ogni partito potrebbe e dovrebbe presentare le linee della propria politica in merito. Purtroppo se si segue questa campagna elettorale si può facilmente constatare che ben pochi problemi di Israele vengono discussi nella campagna elettorale: il maggior impegno tra i partiti, in particolare tra i maggiori raggruppamenti elettorali, è di cercare di distruggere l’avversario, non tanto su temi politici quanto su temi di carattere personale. Questo malcostume, si sa, è molto comune da decenni nelle elezioni negli Stati Uniti e sta un po’ contagiando tutto il mondo democratico, compreso Israele. Ogni leader politico cerca affannosamente qualche punto debole nel suo avversario, nelle pieghe della sua vita privata mettendo il dito sui suoi ipotetici passi falsi, su particolari del tutto inessenziali ai fini della soluzione dei tanti problemi di fronte a cui si trova il paese. Le elezioni sono ormai vicinissime e la saggezza degli israeliani certamente prevarrà: gli elettori non si lasceranno certo influenzare da questa pessima campagna elettorale. I cittadini sono perfettamente consapevoli dei reali problemi del paese e faranno le loro riflessioni sui leader che sceglieranno per governare: saranno certamente i più abili, i più consapevoli e i più seri, indipendentemente dai pettegolezzi personali, spesso inventati, e dalle numerose fakes news! Tutti sanno bene che si devono eleggere leader all’altezza di affrontare le gravi sfide di fronte a cui si troverà Israele in un prossimo futuro, sfide che Israele ha sempre saputo brillantemente superare con saggezza e lungimiranza: così si spera che opereranno i nuovi e i vecchi leader che saranno domani eletti per il bene del paese.
Enrico Fubini, già docente di Storia della musica presso l'Università di Torino