Gerusalemme capitale d'Israele: l'ebraismo italiano prende posizione contro il documento firmato da Papa Bergoglio e Mohammad VI del Marocco Cronaca di Paolo Rodari
Testata: La Repubblica Data: 06 aprile 2019 Pagina: 12 Autore: Paolo Rodari Titolo: «I rabbini contro Francesco: 'Errore sconcertante dire che Gerusalemme è di tutti'»
Riprendiamo da REPUBBLICA di oggi, 06/04/2019, con il titolo "I rabbini contro Francesco: 'Errore sconcertante dire che Gerusalemme è di tutti' ", il commento di Paolo Rodari.
Paoa Bergoglio
Gli ebrei e Francesco. Un rapporto che rischia di incrinarsi dopo l’appello firmato dal Papa in Marocco assieme al re Mohammed VI su Gerusalemme, città «delle tre religioni monoteiste » nella quale tutte abbiano «piena libertà di accesso» e il «diritto di esercitarvi il proprio culto». In queste ore, infatti, è una parte del mondo ebraico italiano a reagire sul notiziario di Pagine Ebraiche: « Visto che Gerusalemme è di tutti, allora anche il Vaticano sia di tutti. Aspettiamo quindi con impazienza l’apertura di una sinagoga e di una moschea all’interno del suo territorio, così da assicurare libertà di culto a tutti i fedeli delle religioni abramitiche » , scrive Sergio Della Pergola, illustre demografo e figura di riferimento degli Italkim, la comunità degli italiani residenti in Israele. Della Pergola bolla l’iniziativa come «sconcertante e al tempo stesso demagogica, che rimanda a un’epoca in cui il dialogo tra ebrei e cristiani era a un livello assai meno sviluppato».
Sergio Della Pergola
Fra gli scontenti ci sono anche il rav Giuseppe Momigliano, rabbino capo di Genova e membro di Giunta Ucei e il rav Elia Richetti, già presidente dell’Assemblea Rabbinica Italiana. Per il primo «Israele è l’unico Paese che, in Medio Oriente, tutela i suoi cittadini cristiani. E in questi anni, nei confronti di ogni comunità religiosa, ha assicurato la massima disponibilità e collaborazione. Eppure tutto questo nella dichiarazione non traspare » . Mentre per il secondo Bergoglio negherebbe l’origine stessa del cristianesimo: « Ponendo l’identità ebraica di Gerusalemme in una posizione non preminente rispetto a quella delle altre tradizioni religiose e negando di conseguenza il diritto che Gerusalemme sia riconosciuta come capitale di uno Stato ebraico il Papa sembra dimenticare chi era Gesù e in quali luoghi ha agito». Certo, non mancano le posizioni più morbide, segno di come anche nel mondo ebraico i giudizi siano diversificati. Fra queste la lettura di altro tenore che fa Ruben Della Rocca, vicepresidente della Comunità ebraica di Roma. Dice: « Bergoglio, con questo appello, sta riconoscendo che Israele è l’unico Paese ad avere la capacità di tutelare i luoghi sacri di Gerusalemme. Una politica che attua costantemente dal 1967, da quando cioè ne ha avuto la possibilità » . A suo dire, insomma, altre interpretazioni non sono possibili. Le reazioni cadono in un momento particolare.
Gerusalemme, capitale d'Israele
Il Vaticano, infatti, sta lavorando tramite il Centro Cardinal Bea della Gregoriana assieme al Global Jewish Advocacy a uno studio di riabilitazione del termine “ fariseo” che, soprattutto nel cristianesimo, è sinonimo di “ ipocrita”, “ doppiopesista”. Anche nel magistero dei Papi non manca un uso del termine negativo e così nei Vangeli. «Ci dovrebbe essere un ebreo ad ogni messa per sincerarsi che le omelie sui farisei non propaghino l’antisemitismo, ma presentino correttamente il Vangelo della pace», dice la professoressa ebrea Amy Jill Levine. Ma intanto lo studio è già un passo in avanti nei rapporti fra le due religioni nonostante Gerusalemme e le polemiche di queste ore.
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