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Deborah Fait
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Alla trasmissione 'Amici' si balla sulla Shoah 03/04/2019

Alla trasmissione 'Amici' si balla sulla Shoah
Commento di Deborah Fait

https://www.wittytv.it/amici/prima-puntata-serale-sabato-30-marzo/

Scenografia superba, ballerini molto bravi, grande coreografia, la musica del film "La vita è bella" cantata dalla bella voce di Achinoam Nini (Noa), le rotaie dei treni, non mancava proprio niente. Allora, direte voi, dove sta il problema? Semplice, il problema è che alla prima puntata del "Serale" della trasmissione Amici su canale 5 Mediaset, hanno pensato di presentare un balletto sulla Shoah con tanto di ballerini vestiti da deportati, alcuni con la Stella gialla sulla divisa, compreso un grande fuoco che voleva rappresentare i forni crematori. Scenario disgustoso, da far accapponare la pelle. E' stata calpestata ancora una volta la Shoah anche se penso che l'intenzione fosse buona, superficiale ma buona, anzi, gli organizzatori si saranno sentiti orgogliosi per aver dato la possibilità di conoscere il dramma della Shoah ai giovani con l'unico linguaggio che molti sembrano capire, la musica e il divertimento. Non è così che si fa, il genocidio degli ebrei richiede rispetto, non capriole. Sarebbe molto interessante sapere quanti di quei ragazzi avranno capito cosa rappresentava il balletto. La Shoah sbattuta in un programma di musica pop è lo specchio di come si tenti di banalizzare ogni cosa, anche la più terribile, esattamente quello che ha fatto Roberto Benigni con il suo film.

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Banalizzare i crematori e le camere a gas, banalizzare la tragedia, la deportazione, banalizzare Auschwitz, arrivando persino a fare battute divertenti per far sorridere il pubblico! Sulla Shoah bisognerebbe insegnare a riflettere, sembra invece che la linea rossa invalicabile del rispetto per l'immensità del dolore che quella tragedia ha creato, sia stata superata arrivando a rappresentarla in una TV commerciale, tra la pubblicità di un profumo e di un bagno schiuma, all'interno di uno spettacolo di marketing. Non bastava la vergogna del film di Benigni con la sua ridicola parodia del Male assoluto. Sentire tutta la platea dei giovani applaudire schiamazzando la fine del balletto è stata una sensazione orrenda, da pelle d'oca, rabbia, sorpresa, delusione per la scomparsa di ogni valore che sappia di umanità e di rispetto. Fastidiosa è stata l'ovvia commozione pro-telecamere dei giudici Laura Pausini e Biagio Antonacci che hanno dato il premio (scontato) al balletto in questione. Evviva, il balletto della squadra blu aveva vinto, evviva evviva e giù applausi e grida dei ragazzi presenti in sala per i quali si era trattato solo di divertimento e della vittoria di uno dei loro beniamini, il ballerino protagonista, quello, per intenderci, che aveva rappresentato il protagonista del film di Benigni. Poi ci scandalizziamo se alcuni ragazzi confondono le visite ad Auschwitz con le gite scolastiche e si fanno i selfie ridendo a crepapelle e camminando sulle rotaie su cui transitavano i treni-bestiame con il loro carico di umanità destinata alla schiavitù e alla morte.

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Quando, il 27 gennaio di ogni anno, si celebra la Giornata della Memoria della Shoah, si sentono commenti del tipo "che palle, basta parlare di ebrei". Nel mondo vi sono stati molti massacri, non paragonabili alla soluzione finale organizzata su scala industriale, però ognuno di questi massacri ha la propria Giornata del Ricordo senza che questo susciti proteste. Sono solo gli ebrei, vivi o morti, a dare fastidio. Come mai nessuno si inventa balletti sul genocidio dei nativi americani, sul massacro degli Hutu per mano dei Tutsi, sui due milioni di cambogiani ammazzati da Pol Pot, sugli armeni decimati dai turchi? Sulla soluzione finale del popolo ebraico si, si può fare! Per gli ebrei è stato abolito ogni tipo di rispetto ( se mai c'è stato), di sensibilità, di educazione, tutto è concesso, negare, deridere, infangare e adesso ballarci sopra. Purtroppo l'Unione delle Comunità ebraiche, debitamente avvisata dal Movimento Sionista piemontese, è rimasta in silenzio.

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Deborah Fait
"Gerusalemme, capitale unica e indivisibile dello Stato di Israele"


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