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La Stampa Rassegna Stampa
29.03.2019 'Ecco come combattere l'intolleranza islamica'
Francesca Paci intervista Hamid Zanaz, scrittore e giornalista algerino

Testata: La Stampa
Data: 29 marzo 2019
Pagina: 29
Autore: Francesca Paci
Titolo: «'Saranno gli arabi atei a salvare l’Occidente dall’islam'»

Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 29/03/2019, a pag. 29, con il titolo 'Saranno gli arabi atei a salvare l’Occidente dall’islam', l'intervista di Francesca Paci a Hamid Zanaz, scrittore e giornalista algerino.

Hamid Zanaz, come Boualem Sansal, è uno scrittore algerino dissidente critico nei confronti dell'islam. Sono voci come quelle di Sansal e Zenaz che vanno ascoltate prima di tutte per capire che cosa sono le società islamiche oggi.

Ecco l'articolo:

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Francesca Paci

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Hamid Zanaz, un suo titolo disponibile in italiano

Il rapporto conflittuale tra Francia e Islam, che è un po’ la versione contemporanea e virulenta dell’antica dialettica tra Stato e Chiesa, è come un elastico, si tira, si allenta, si tira di nuovo. Anche quando però la cronaca dà tregua alla quotidianità, lenendo in parte le ferite degli attentati del 2015, il tema resta sullo sfondo, termometro sociale per accademici e politici, ma anche faglia permanentemente critica tra la più laica delle società europee e la rigidità della umma. Prova ne sia la quantità di libri pubblicati sull’argomento, analisi, indagini, romanzi. L’ultimo in ordine di tempo è quello dello studioso e giornalista di origine algerina Hamid Zanaz, L’Europe face à l’invasion Islamique, une civilisation en péril (Editions de Paris – Max Chaleil): una sollecitazione a non abbassare la guardia, perché «la radicalizzazione in Francia è un fenomeno che precede la stagione dell’Isis in Siria, ne accompagna il consolidamento e sopravviverà alla sua disfatta». É un libro di esempi, quasi un catalogo: si va dal Comune di Trappes, 29 mila abitanti, 67 foreign fighters, 5 moschee ufficiali e 1500 sale di preghiera, fino a Sarcelles, la banlieue parigina ad altissima densità di caffè senza alcol dove mesi fa un bambino ebreo è stato aggredito mentre andava a scuola con la kippah.
Zanaz si riconosce in quella nouvelle vague del pensiero francese politicamente trasversale che da Michel Onfray a Zemmour, da Houellebecq a Finkielkraut all’algerino Sansal, vede nel confronto con l’islam la sfida ultima dell’Illuminismo e diffida di una tolleranza «quasi autolesionista».
«Da tre anni qualcosa si muove rispetto al silenzio con cui sin dal 2005 i partiti “mainstream” hanno dissimulato la radicalizzazione temendo la violenza delle banlieues, ma paradossalmente è stata soprattutto una reazione agli attentati, un cambio di passo imposto dagli islamisti» ragiona Zanaz. Ne ha scritto a più riprese sul Quotidien d’Oran, il giornale algerino al quale collabora anche il celebre connazionale Kamel Daoud: «La sinistra, e non solo quella francese, ha una grande responsabilità. Non solo ha avallato la retorica dell’“islam religione dei poveri” con la complicità intellettuale di gente come il filosofo sloveno Žižek, che affida al messaggio coranico una valenza rivoluzionaria anti-capitalista fino a scambiare Hamas o Hezbollah per forze progressiste. Ma ha anche ceduto alla pressione finanziaria del Qatar e dell’Arabia Saudita, investimenti generosi in cambio di laissez-faire culturale».
I partiti ultra-conservatori sono oggi i principali beneficiari di questo cortocircuito, ma il vulnus, dice, è altrove: «I media, specie quelli gauchisti, trascurano la minaccia islamista e amplificano quella dell’estrema destra, che invece non ha firmato alcun Bataclan e difficilmente prenderà il potere. Non si vuole ammettere che, al netto di gruppi neo-nazisti e anti-sionisti di sinistra, il nuovo anti-semitismo è tutto islamista, i musulmani vengono cresciuti a odio verso gli ebrei. Ma attenzione, se la società francese ha degli anti-corpi contro i nipotini di Jean Marie Le Pen non ne ha contro una religione assai meno addomesticabile del cristianesimo».
Hamid Zanaz è ateo, la nuova frontiera delle città mediorientali e nord-africane ben raccontata nel libro del reporter inglese Brian Whitaker Arabi senza Dio. È convinto che, diversamente dalla Bibbia, il Corano non si potrà mai interpretare, ragion per cui l’unica riforma possibile dell’islam è uscirne: «L’emancipazione della società musulmana non passerà dalla diaspora o dalle sinistre occidentali, ma dall’Algeria delle proteste laiche di queste settimane, dalla Tunisia, dai Paesi arabi in cui tra le generazioni digitali cresce la consapevolezza di quanto nefasto sia l’islam, una prigione sociale e sessuale. Il nuovo ateismo degli arabi sarebbe impensabile in Europa, dove la propaganda dei Fratelli Musulmani ha colonizzato le coscienze e ha fatto credere che islam e islamismo fossero due cose diverse».
La teoria del politologo Olivier Roy, secondo cui più che alla radicalizzazione dell’islam assistiamo all’islamizzazione della radicalità, è uno dei bersagli del libro di Zanaz, che passa in rassegna i casi francese, belga, svizzero, svedese norvegese, il Regno Unito in cui l’Ukip ha avuto tra i suoi ideologi l’ex musulmano oggi ateo Rageem Qassam.
«Marxismo e islam non vanno d’accordo - insiste -. Le banlieues francesi sono povere ma i terroristi dell’11 settembre non lo erano. L’islam ha un problema interno e Gilles Kepel l’ha capito: non è malato, come sosteneva Abdelwahab Meddeb, l’islam è la malattia. Il Corano è sacro e quando 40 anni fa il sudanese Mahmod Muhammad Taha provò a democratizzarlo fu impiccato».
Le indagini sull’ultimo attentato di Utrecht escludono che ci fosse dietro una cellula organizzata ma confermano l’appeal jiahdista sulle menti disturbate. C’è poco da stare allegri, chiosa Zanaz, e glissa sul nome della città al nord di Parigi in cui vive. L’unica chance, secondo lui, è che i musulmani salvino l’occidente dall’islam. Non i «moderati» ma gli atei, le donne come Fadela Amara che in Francia si sono battute per la legge contro il velo. E ai migranti manda a dire: «Pensate alle generazioni future e non trasformate l’Europa nei vostri Paesi d’origine, altrimenti dove si rifugeranno i prossimi disertori del mondo islamico?».

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