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L'Osservatore Romano Rassegna Stampa
22.03.2019 Sull'Osservatore Romano disinformazione contro Israele a 360 gradi
Una velina dei terroristi che vogliono la distruzione dello Stato ebraico pubblicata sul quotidiano ufficiale della SS (Santa Sede)

Testata: L'Osservatore Romano
Data: 22 marzo 2019
Pagina: 3
Autore: la redazione dell'Osservatore Romano
Titolo: «Un difficile venerdì in Cisgiordania»

Riprendiamo dall' OSSERVATORE ROMANO di oggi, 223/2019, a pag.3il redazionale con il titolo "Un difficile venerdì in Cisgiordania".

OR pubblica oggi una velina completamente squilibrata contro Israele, demonizzato come se fosse un Paese che "opprime" i "poveri palestinesi". Il quotidiano della Santa Sede (S.S.) non si smentisce, mettendo in dubbio lo svolgimento dei fatti quando le fonti sono israeliane, accogliendo invece senza alcun tentennamento quello che riportano le fonti arabe palestinesi.
Di conseguenza l'intera ricostruzione è una totale fake news.

Ecco l'articolo:

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Sale di nuovo la tensione in Cisgiordania, dove i gruppi palestinesi hanno indetto per domani un Giorno della rabbia dopo l'uccisione di tre palestinesi da parte dell'esercito israeliano avvenuta nella notte tra martedì e mercoledì. In queste ore a Betlemme è in corso uno sciopero generale per protestare contro le continue violenze: nella stessa cittadina, ieri sera, i soldati israeliani hanno sparato e ucciso un altro palestinese, risultato disarmato. Venerdì i palestinesi intendono protestare dunque per la morte di Omar Abu Leila, diciannove anni, ucciso dai militari israeliani vicino a Ramallah. Il giovane era autore di un attacco armato avvenuto domenica scorsa, nel quale hanno perso la vita un soldato e un colono israeliano. Gli altri due palestinesi sono stati invece uccisi a Nablus dai soldati di guardia alla Tomba di Giuseppe. I due avevano lanciato, secondo l'esercito israeliano, ordigni esplosivi contro una pattuglia di militari incaricata di proteggere i circa mille coloni che martedì notte erano andati a pregare sul luogo.

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Il partito di Abu Mazen, Fatah, e altre fazioni — dopo i funerali dei due giovani a Nablus al quale hanno partecipato centinaia di persone — hanno lanciato l'appello a partecipare alle proteste, mentre l'esponente dell'Organizzazione per la liberazione della Palestina, Hanan Ashrawi, ha definito «criminali uccisioni extragiudiziali» la morte dei tre palestinesi, definendole «esecuzioni sommarie e illegali in base alla legge internazionale, che mostrano gli intenti criminali delle forze israeliane». Ed è proprio durante le proteste per l'uccisione dei tre uomini che i soldati israeliani presenti a Betlemme hanno ucciso un'altra persona. Secondo quanto riferisce il governatore della West Bank, Kamil Hamid, si tratta del ventiseienne, Ahmad Manastra, ucciso nei pressi del villaggio di al-Khader, mentre insieme ad altri giovani protestava lanciando pietre contro le auto dei coloni israeliani in reazione alle uccisioni dei tre palestinesi di cui si è parlato in precedenza. Intanto, a Gaza, le organizzazioni Hamas e Jihad hanno annunciato per il 30 marzo manifestazioni lungo il confine con Israele in occasione del primo anniversario della Grande marcia del ritorno.

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ornet@ossrom.va

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