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La Stampa Rassegna Stampa
22.03.2019 Golan, il riconoscimento di Donald Trump: 'E' Israele'. Repubblica scatenata contro lo Stato ebraico
Cronaca di Giordano Stabile

Testata: La Stampa
Data: 22 marzo 2019
Pagina: 13
Autore: Giordano Stabile
Titolo: «La svolta di Trump: 'Le alture del Golan sono di Israele'»
Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 22/03/2019, a pag.13 con il titolo "La svolta di Trump: 'Le alture del Golan sono di Israele' ", il commento di Giordano Stabile.

A destra: Donald Trump con Benjamin Netanyahu

La Repubblica oggi titola, a pag. 23, "Trump dona il Golan a Netanyahu, e un tweet agita il Medio Oriente". Dopo aver definito "ventriloquo" l'ambasciatore americano a Berlino (IC ne ha scritto in data 20.03.2019: http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=4&sez=120&id=74041),
continua la caduta di Repubblica, che sta raggiungendo ormai i livelli di disinformazione e ostilità anti-Israele del Manifesto. La nuova direzione di Repubblica di Carlo Verdelli è peggio di quanto si potesse immaginare.

Ecco l'articolo:

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Giordano Stabile

Alla sua maniera, su Twitter, il presidente americano Donald Trump annuncia il riconoscimento dell’annessione israeliana del Golan e suggella il patto di ferro anti-Iran con Benjamin Netanyahu, ora proiettato verso una nuova vittoria elettorale. «Dopo 52 anni - scrive il presidente americano - è tempo di riconoscere la sovranità israeliana sulle Alture, di importanza decisiva per la sicurezza di Israele e la stabilità regionale». Per Netanyahu, che ha subito chiamato Trump al telefono, è una decisione «coraggiosa» che «cambia la storia». È il caso di dirlo. Per la prima volta lo Stato ebraico vede riconosciuta una sua annessione unilaterale.

Netanyahu coglie una vittoria strategica in grado di proiettarlo verso un quarto mandato dopo le elezioni del 9 aprile, nella veste di «miglior difensore della sicurezza», in grado di riuscire dove i precedenti leader hanno fallito, perché il riconoscimento arriva «mentre l’Iran utilizza la Siria come piattaforma per distruggere Israele». Il premier incassa quindi il massimo dal rapporto privilegiato con l’inquilino della Casa Bianca, dopo il trasferimento dell’ambasciata americana a Gerusalemme.

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Le alture del Golan


Il colpo di scena
Il colpo di scena è stato preparato dalla visita sulle Alture del senatore repubblicano Lindsey Graham, e poi dall’arrivo del Segretario di Stato Mike Pompeo che ieri, in un altro gesto di rottura, è andato in visita al Muro del Pianto in veste ufficiale, per poi presentarsi con Netanyahu in conferenza stampa dopo l’annuncio di Trump. Il leader israeliano ha parlato con enfasi «di nuovo miracolo del Purim: 2500 anni fa gli iraniani cercarono di distruggere Israele, senza riuscirci, oggi ci provano di nuovo ma falliranno».

Le Alture del Golan sono state conquistate da Israele nel giugno del 1967 e annesse nel 1981. Nessun Paese ha mai riconosciuto l’annessione. La Siria e gli Stati arabi fanno riferimento alla risoluzione 242 del Consiglio di Sicurezza dell’Onu, che condanna «l’acquisizione di territori con la forza». In base alla 242 le Alture sono state al centro dei tentativi di arrivare a un trattato «di pace in cambio di terra», come quello del 1979 fra Israele ed Egitto. Gli israeliani considerano però il Golan incedibile, tanto più ora, dopo che la guerra civile in Siria ha proiettato i Pasdaran iraniani e le milizie sciite fino alla frontiera.

Netanyahu ha chiesto a Vladimir Putin di fare pressione su Teheran perché ritiri le sue forze. Poi ha cercato di convincere Trump a lasciare i soldati statunitensi in Siria, per contrastare il «trinceramento iraniano». Alla fine ottiene la massima garanzia: le Alture sono un baluardo naturale che rende impossibile un attacco di terra verso la Galilea. Può quindi indossare i panni del «comandante in capo» e rivendicare la vittoria strategica di fronte al principale rivale, il generale Benny Gantz, finora appaiato nei sondaggi ma non in grado di replicare con una mossa altrettanto forte.

La protesta di Mosca
Restano da valutare le conseguenze internazionali. La Russia ha fatto sapere che non accetta «mosse unilaterali» anche se potrebbe essere interessata a uno scambio, poco probabile, con l’annessione della Crimea. I più preoccupati sono i palestinesi. Temono di perdere gran parte dei Territori, specie dopo che il dipartimento di Stato ha cambiato la definizione non solo del Golan ma anche della Cisgiordania, non più «occupati» ma «sotto controllo israeliano», forse il preludio a nuove concessioni a Israele. Per il negoziatore capo Saeb Erekat la decisione di Trump porterà a «una destabilizzazione e uno spargimento di sangue nella regione».

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