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La Stampa Rassegna Stampa
21.03.2019 Ormai il dittatore islamista Erdogan incita direttamente al terrorismo: 'Vendetta per Christchurch!'
Cronaca di Giordano Stabile

Testata: La Stampa
Data: 21 marzo 2019
Pagina: 14
Autore: Giordano Stabile
Titolo: «'Erdogan alimenta la rabbia islamica'. Scintille con Ardern»

Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 21/03/2019, a pag.14 con il titolo " 'Erdogan alimenta la rabbia islamica'. Scintille con Ardern", il commento di Giordano Stabile.

Il sultano e dittatore turco islamista Erdogan ormai incita direttamente al terrorismo, promettendo in pubblico "vendetta" per le vittime musulmane della strage di Christchurch. Le sue parole sono il sigillo definitivo su un regime sempre più pericoloso per gli equilibri del Medio Oriente e del mondo intero, tanto più fino a quando continuerà a far parte della Nato.

Ecco l'articolo:

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Giordano Stabile

Recep Tayyip Erdogan entra di prepotenza nello «scontro fra civiltà» e si inserisce a suo modo nelle polemiche seguite al massacro di cinquanta fedeli musulmani a Christchurch in Nuova Zelanda. All’opposto di quando chiesto dal governo neozelandese, il leader turco ha diffuso a più riprese le terribili immagini della strage, registrate dallo stesso attentatore con un videocamera montata sulla fronte. In più ha promesso una sorta di vendetta personale: nel caso il terrorista non dovesse essere punito a dovere «ci penserà la Turchia» a farlo. Una propaganda da comizio, visto che il 31 marzo si vota per le municipali e il partito del presidente, l’Akp, rischia di perdere città importanti, a partire dalla capitale Ankara. Ma il tentativo di cavalcare la rabbia islamica ha irritato la premier neozelandese Jacinda Ardern, che ha cercato in tutti modi di fermare il meccanismo vendicativo. Tanto più alla luce dell’attacco di lunedì ad Utrecht in Olanda, condotto da un cittadino di origini turche.

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Il kebab di Erdogan

Ieri Ardern ha annunciato che il ministro degli Esteri e vicepremier Winston Peters sarà in Turchia per «confrontarsi» con Erdogan: «Affronterà il tema faccia a faccia», ha spiegato la premier. L’obiettivo è fermare una propaganda che rischia di provocare guai seri. Martedì il presidente turco è tornato a mostrare in pubblico parti del video del killer durante un comizio ad Eregli, per «dimostrare» quale fosse il livello «di odio e di pregiudizio contro l’Islam». Il giorno prima aveva sostenuto che gli anti-musulmani in Turchia verrebbero rimandati indietro nelle bare «come i loro nonni». Un riferimento alla battaglia di Gallipoli, simbolo della resistenza ottomana contro Francia e Gran Bretagna durante la Prima guerra mondiale. La vittoria a Gallipoli segnò anche l’ascesa del generale Ataturk, che sarebbe poi il fondatore della Turchia. A distanza di un secolo le relazioni con Australia e Nuova Zelanda, che videro migliaia dei loro giovani cadere sulle spiagge turche, sono buone, e migliaia di turisti visitano ogni anno i cimiteri di guerra.

Ma ora i discorsi di Erdogan e la diffusione del video del massacro di Christchurch «mettono in pericolo i nostri cittadini all’estero», hanno sottolineato la premier e il ministro degli Esteri.
Sulla stessa linea è il primo ministro australiano Scott Morrison, che ha convocato l’ambasciatore turco a Canberra e ha chiesto alle tivù australiane di rimuovere i commenti di Erdogan. «Voglio attendere le risposte da parte turca prima di intraprendere altre azioni – ha precisato Morrison –, ma posso assicurarvi che tutte le opzioni sono sul tavolo». L’ambasciatore australiano ad Ankara ha avuto ieri un incontro con rappresentanti del governo turco. Canberra minaccia di sconsigliare i viaggi in Turchia ai suoi cittadini, una mossa che aggraverebbe la crisi del settore turistico, duramente toccato in questi anni dopo il fallito golpe del luglio 2016 e gli attentati di matrice jihadista che hanno fatto centinaia di vittime.

 

 

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