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La Stampa Rassegna Stampa
20.03.2019 Venezuela & Brasile: ecco la politica estera di Donald Trump
Cronache di Francesca Sforza, Francesco Semprini

Testata: La Stampa
Data: 20 marzo 2019
Pagina: 11
Autore: Francesca Sforza - Francesco Semprini
Titolo: «Venezuela, Usa e Russia distanti. Mosca: 'Temiamo i paramilitari' - Adesione Nato e lotta ai migranti, Bolsonaro sringe l'intesa con Trump»
Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 20/03/2019, a pag.11 con il titolo "Venezuela, Usa e Russia distanti. Mosca: 'Temiamo i paramilitari' " la cronaca di Francesca Sforza; a pag. 16, con il titolo "Adesione Nato e lotta ai migranti, Bolsonaro sringe l'intesa con Trump", la cronaca di Francesco Semprini.

Ecco gli articoli:

Francesca Sforza: "Venezuela, Usa e Russia distanti. Mosca: 'Temiamo i paramilitari'"

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Francesca Sforza


Juan Guaidó

La situazione in Venezuela sta precipitando, e sul fatto che sia necessario imboccare la strada per una soluzione sono d’accordo sia gli Stati Uniti sia la Russia. Nelle stanze romane dell’Hotel Excelsior, l’inviato speciale per il Venezuela del Dipartimento di Stato Usa Elliot Abrams e il viceministro degli Esteri russo Sergey Riabkov hanno cercato ieri mattina di trovare un’intesa sul come. I colloqui, diciamolo subito, non hanno prodotto risultati concreti, ma già il fatto che ci siano stati, che siano stati «difficili ma schietti», e che i partecipanti ne siano usciti più ottimisti di quando erano entrati, fa almeno vedere che una strada - seppur impervia - esiste.

La maggiore distanza si registra sull’opzione militare: Abrams ha ripetuto - davanti a un gruppo di giornalisti all’ambasciata americana a Roma - che «tutte le opzioni sono sul tavolo», e questa certamente non è la posizione dei russi, i quali hanno reagito con preoccupazione: «Non temiamo soltanto un intervento militare di tipo tradizionale - ha spiegato Ryabkov in serata ai giornalisti presenti all’ambasciata russa per un resoconto - ma anche interventi con metodi a bassa intensità, ad esempio con l’infiltrazione di gruppi paramilitari sul confine venezuelano».

Per i russi la linea è piuttosto quella della risoluzione Onu e il formato ideale è quello di Montevideo (formato da Ue e altri Paesi latinoamericani, che però al momento non ha prodotto risultati): «Notiamo che di recente la politica americana tende a mettere in secondo piano i principi del diritto internazionale e le costituzioni nazionali, preferendo mettere in gioco le influenze esterne - ha detto Ryabkov - questa non è la nostra linea». Abrams da parte ha sua ha commentato gli incontri dicendo che «è stato utile per noi capire che la Russia vede come molto seria la crisi in Venezuela, a differenza di Maduro». I russi, d’altra parte, hanno ammesso che «il dialogo con il presidente Maduro non ha dato i risultati sperati». Entrambi, in definitiva, hanno affermato che si è usciti dai colloqui romani «non con idee più simili, ma con una migliore comprensione delle posizioni reciproche».

Quanto al ruolo di Roma, russi e americani hanno riconosciuto che la scelta ha avuto a che fare con un mix di elementi: il fatto che ci sia una buona partnership sul territorio (per gli americani), che non abbia riconosciuto Guaidó presidente (per i russi), che abbia una particolare attenzione alla questione umanitaria (più per gli americani che per i russi) e che abbia una naturale contiguità con il Vaticano (più per i russi che per gli americani). Equilibri e incroci delicatissimi, che - sul modello di quanto accaduto sullo scacchiere siriano, ad esempio - possono persino trasformare una disfunzionalità in una opportunità diplomatica.

Francesco Semprini: "Adesione Nato e lotta ai migranti, Bolsonaro sringe l'intesa con Trump"

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Francesco Semprini

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L’ingresso del Brasile nella Nato, i rapporti con il Venezuela, la partnership commerciale e la sicurezza. Sono i dossier affrontati nel vertice di Washington tra Donald Trump e Jair Bolsonaro alla sua prima visita negli Stati Uniti da presidente del Brasile. Un clima idilliaco quello tra i due con manifestazioni di stima reciproca e scambio di magliette delle rispettive nazionali di calcio. Quella giallo-verde per Trump aveva il numero 10: «Mi ricordo ancora di Pelè», ha detto il presidente Usa. Il summit si è svolto all’insegna della cooperazione come dimostra il sostegno da parte dell’inquilino della Casa Bianca all’ingresso del Brasile nella Nato e nell’Ocse.

Gli accordi di scambi
Questo il benvenuto riservato al neopresidente brasiliano grazie al quale - chiosa Trump - «Usa e Brasile non sono mai stati così vicini». E al quale Bolsonaro risponde eliminando l’obbligo di visto di ingresso nel suo Paese per i cittadini Usa. La nuova misura, con efficacia dal 17 giugno, appare in un decreto pubblicato lunedì, il giorno in cui il presidente brasiliano, politico della destra nazionale, è sbarcato a Washington facendo visita al quartier generale della Cia. Una tappa inconsueta a Langley che sottolinea la particolare sintonia con Trump, col quale Bolsonaro si impegna a ridurre le barriere agli scambi. E a suggellare l’accordo per l’utilizzo, da parte degli Usa, della base militare di Alcantara, nello stato del Maranhao. I due leader hanno diversi punti di convergenza, sul piano politico e commerciali, ed entrambi, per ora, navigano col vento in poppa dell’economia. Se l’America si conferma la locomotiva del Pianeta, con un tasso di crescita a ridosso del 3% nel 2018, e il Toro che domina Wall Street da dieci anni consecutivi, la Borsa di San Paolo ha battuto ieri il suo record storico raggiungendo 100.000 punti, mentre il dollaro è sceso al minimo in due settimane.
Ma è il Venezuela il dossier più caldo discusso dai presidenti, i quali hanno valutato finanche la possibilità di una presenza americana in Brasile per dare sostegno al confine con il Venezuela. «Tutte le opzioni sono sul tavolo, non abbiamo ancora adottato le sanzioni piu dure», ha ribadito Trump rinnovando l’appello ai militari di Caracas a prendere le distanze da Maduro, in piena sintonia con Bolsonaro. Il quale ha invitato Trump in Brasile per dare seguito «al nuovo capitolo di più stretta cooperazione e vicinanza tra i due Paesi».

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