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Zvi Mazel/Michelle Mazel
Diplomazia/Europa e medioriente
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Il massacro avvenuto nelle moschee di Christchurch e altrove 20/03/2019

Il massacro avvenuto nelle moschee di Christchurch e altrove
Commento di Michelle Mazel

https://benillouche.blogspot.com/2019/03/massacre-dans-les-mosquees-de.html?spref=fb&fbclid=IwAR34uSCgMFjfiFSVOLxBepvqBXpqFrn9L1eZ6UsMGYFXN843K9608ldo

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Fiori sul luogo della strage a Christchurch

Orrore, obbrobrio, spavento. Per una volta all'unisono, il mondo intero condanna il sanguinoso attacco perpetrato in due moschee a Christchurch, da un assassino fautore della "supremazia bianca" per protestare contro i migranti che secondo lui invadono la Nuova Zelanda. Uomini e donne che pregano; bambini piccoli che i genitori non avevano potuto lasciare a casa. Ovunque manifestazioni spontanee e movimenti di solidarietà giungono a confortare una comunità in lutto e colpita al cuore. La Prima Ministra è venuta a rendere omaggio alle vittime del dramma, un velo nero sui capelli per rispetto della religione musulmana. La comunità ebraica locale si dichiara solidale, chiude simbolicamente le sue sinagoghe e porta cibo e vestiti ai sopravvissuti. Eppure già in Europa, si punta il dito contro i misfatti provocati dall'islamofobia; a New York, Chelsea Clinton - la figlia dell'ex Presidente democratico Bill Clinton! - che ha partecipato a una veglia in memoria delle vittime, è stata presa di mira da un gruppo di studenti che l’accusavano di aver in qualche modo " contribuito" al massacro con la sua posizione contro l'antisemitismo. Uno studente le ha sbattuto in faccia che 49 persone sono morte per colpa delle sue parole.

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I movimenti pro-palestinesi colgono l'occasione per "riscontrare" l'impronta di Netanyahu nell'attacco. Intendiamoci. Non ci sono parole sufficientemente dure per condannare questa follia omicida rivolta contro dei pacifici cittadini in preghiera. Tuttavia, c'è stato, non molto tempo fa, un altro massacro in una moschea. Un massacro che ha provocato almeno 311 morti e diverse centinaia di feriti. Anche in questo caso, uomini, donne e bambini erano venuti a pregare quel venerdì 24 novembre 2017 come facevano ogni settimana. Dei musulmani, è ovvio. Quel giorno, altri musulmani vennero per massacrarli. Avevano posizionato i loro camion davanti alla moschea; avevano fatto esplodere una bomba all'interno, e poi hanno sparato all’impazzata sui fedeli terrorizzati, in cerca di scampo. Tutto questo è successo in Egitto, in una piccola città nella penisola del Sinai. La Moschea di Al Rawdah era di rito sufi come la maggior parte dei fedeli; gli aggressori appartenevano al Movimento dello Stato islamico. Entrambi accettano il Corano e adorano la stessa divinità e il suo profeta. Certo, il dramma ha fatto notizia. Eravamo indignati. Quella sera avevamo persino spento la Tour Eiffel per solidarietà. Il Presidente Macron aveva porto le sue condoglianze "alle famiglie delle vittime e alle autorità". Il Ministro degli Esteri "ha appreso con orrore dello spregevole attacco ". Il suo omologo britannico Boris Johnson si è detto "profondamente rattristato da questo odioso attacco". Nessuno di loro aveva avuto il coraggio di individuare chiaramente i colpevoli e la loro motivazione. Solo Donald Trump aveva condannato esplicitamente l'ideologia estremista che guida il terrorismo islamico. Le vittime furono presto dimenticate. Come vengono dimenticati, quando non vengono ignorati, gli attacchi dei sunniti contro le moschee sciite e quelle dei sciiti contro le moschee sunnite. Ancora una volta, la triste realtà dei media è che quando i musulmani uccidono dei musulmani, le vittime non interessano. Nessuno osa affrontare l'ideologia mortale che getta un credente contro un altro credente nel nome dello stesso Dio.

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Michelle Mazel scrittrice israeliana nata in Francia. Ha vissuto otto anni al Cairo quando il marito era Ambasciatore d’Israele in Egitto. Profonda conoscitrice del Medio Oriente, ha scritto “La Prostituée de Jericho”, “Le Kabyle de Jérusalem” non ancora tradotti in italiano. E' in uscita il nuovo volume della trilogia/spionaggio: “Le Cheikh de Hébron”


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