Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 17/03/2019 con il titolo "Violenza e saccheggi, Parigi devastata dall'ira dei gilet gialli" la cronaca di Paolo Levi
E' ormai chiara anche a chi si ostina a non valutarne la gravità la tecnica dei guerriglieri che il Ministro degli Interni francesi Castaner giustamente definisce 'assassini'. Ma allora la risposta - se vuole fermare la guerriglia- deve essere definitiva, come in guerra: il nemico va sconfitto. Le manifestazioni iniziali dei gilet gialli avevano già al loro interno la presenza dei black blocs - un nome che va sostituito con assassini- pensare oggi di fermarli con i metodi tradizionali è pura idiozia. Non sta a noi suggerire quali, ma a mali estremi estremi rimedi. E questo vale non solo per gli assassini casseurs.
Paolo Levi
La furia devastatrice dei casseurs travolge gli ChampsElysées, l’avenue simbolo di Parigi, nel giorno della 18/a mobilitazione dei gialli, una nuova fiammata di violenze dopo diversi sabati di proteste relativamente tranquille. Scene di guerriglia urbana e scontri ultraviolenti tra manifestanti e polizia, con negozi e locali simbolo del lusso come il ristorante Fouquet’s dati alle fiamme al grido di «rivoluzione!». «Venire a Parigi per scontrarsi con la polizia è inaccettabile»: ha tuonato il premier Edouard Philippe, che è sceso in piazza a pochi metri dagli scontri, accusando tutti coloro che incoraggiano e giustificano queste azioni e così facendo se ne rendono «complici». La reazione del governo «Non si tratta né di manifestanti né di casseur, questi sono solo assassini», gli ha fatto eco il ministro dell’Interno, Christophe Castaner, denunciando, tra l’altro, l’incendio di un palazzo partito dalle fiamme appiccate all’agenzia di una banca. Undici persone sono rimaste ferite, in modo non grave. Salvati in extremis dai pompieri una donna con il bambino, rimasti intrappolati al secondo piano. A fine pomeriggio i fermi sono oltre un centinaio, 17 gli agenti feriti e 42 tra i facinorosi. Mentre l’opposizione insorge contro Emmanuel Macron, che mentre Parigi veniva messa a ferro e fuoco si trovava in montagna per un week-end sulla neve insieme alla moglie Brigitte. Polemiche su Macron Le foto del presidente in sci, sulle vette scintillanti dei Pirenei mentre la capitale sprofondava nuovamente nel caos suscitano la rivolta delle opposizioni, anche se lui nel frattempo è rientrato d’urgenza nella capitale per presiedere la cellula interministeriale di crisi. A fine giornata i danni sull’Avenue più bella del mondo - così la chiamano i parigini - sono ingenti, difficile trovare un negozio che non sia stato devastato o saccheggiato dal passaggio dei 1.500 casseur «anticapitalisti» recensiti dal ministero dell’Interno. In parte incendiato e distrutto il Fouquet’s, il ristorante rosso e oro dei miliardari in cui Nicolas Sarkozy festeggiò tra le polemiche la sua vittoria all’Eliseo ormai oltre dieci anni fa. I simboli del lusso Colpiti grandi marchi come Bulgari, Louis Vuitton, Longchamp, Zara o Foot Locker. Bruciata anche un’edicola simbolo della stampa invisa ai manifestanti. L’Arancia Meccanica dei Campi Elisi, dopo l’ultima mobilitazione relativamente tranquilla dei gilets jaunes sabato scorso, ha inoltre distolto l’attenzione dalla «Marcia del Secolo» per il clima, oltre 45.000 persone tra cui tante casacche gialle, che nelle stesse ore sfilavano pacificamente tra Place de l’Opéra e Place de la République.
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