Riprendiamo da BET, Bollettino della Comunità ebraica di Milano, Marzo 2019, a pag.8 con il titolo "Carlo Freccero sdogana gli antisemiti su Rai 2" il commento di Nathan Greppi
Teniamoli a mente i nomi che compaiono in questo commento, appartendono tutti alla cosiddetta 'cultura' targata 5Stelle, impregnata di odio antiebraico e e anti Israele, approdata nella Tv di stato al seguito del nuovo presidente Foa.
Carlo Freccero
Carlo Freccero, a due mesi dalla sua nomina a nuovo direttore di Rai 2, ha annunciato in una conferenza stampa, in gennaio, di voler promuovere nuovi programmi di informazione; tra questi, ha fatto discutere il suo desiderio di crearne uno chiamato L’ottavo blog, che consisterebbe, attraverso “una traduzione dell’attualità secondo internet”, in una rassegna stampa settimanale in terza serata di notizie pubblicate su testate online ritenute complottiste. Tra le testate di riferimento da lui citate figurano L’Intellettuale Dissidente, L’Antidiplomatico, Il Nodo Gordiano, che secondo Freccero «non hanno ufficialità nell’informazione mainstream ma agiscono profondamente e hanno una competenza fondamentale». È emerso che alcuni dei siti citati da Freccero hanno ospitato articoli fortemente antisemiti e/o antisionisti. È emblematico in questo senso il caso dell’Intellettuale Dissidente: come riportava Bet Magazine in un’inchiesta dell’ottobre 2018, questo periodico, fondato a Roma nel 2012, il 27 gennaio 2013 ha definito il Giorno della Memoria “Giornata della Cicoria”, tanto che un anno dopo Il Messaggero li ha inseriti nella lista dei siti emergenti dell’estrema destra romana; nel novembre 2018, invece, lo stesso periodico ha elogiato come “esempio virtuoso” il caso di Eugenio Zolli, rabbino capo di Roma che dopo la Shoah si convertì al cattolicesimo. Il legame tra Carlo Freccero e questo sito è già emerso nell’ottobre 2018, quando il direttore di Rai 2 era relatore di un dibattito a Libropolis, una fiera editoriale organizzata dall’Intellettuale Dissidente a Pietrasanta, in Provincia di Lucca. Alla base delle posizioni dell’ID vi è anche il percorso del suo fondatore, Sebastiano Caputo: 26 anni, romano, a 18 ha esordito come giornalista sul quotidiano neonazista Rinascita: quest’ultimo ha più volte pubblicato editoriali dei più famosi negazionisti della Shoah come Robert Faurisson, il quale sulle pagine del quotidiano ha definito le camere a gas “centri di disinfestazione”. In seguito, Caputo ha più volte elogiato gli Hezbollah, tanto da indossare a un evento una maglietta con il loro simbolo. Nel luglio 2014, durante gli scontri tra Hamas e Israele, Caputo ha accusato lo Stato ebraico di pulizia etnica, oltre ad affermare che in Italia “gli organi d’informazione e le istituzioni sono sioniste”. Sebbene si presenti come una voce indipendente, politicamente Caputo è considerato da anni vicino alle posizioni dei Cinque Stelle: nel 2013 la prefazione del suo primo libro è stata scritta dal deputato M5S Carlo Sibilia, mentre il 13 giugno 2018 ha esultato su Twitter per la nomina di Manlio Di Stefano a Sottosegretario agli Esteri. Da notare, invece, che nel 2013 Caputo si candidò per il Municipio 2 di Roma con il Popolo Della Libertà, senza essere eletto. L’Intellettuale Dissidente non è l’unico sito, tra quelli citati da Freccero, ad aver pubblicato articoli “controversi”: l’Antidiplomatico, ad esempio, è un sito complottista diretto da Alessandro Bianchi, ex-collaboratore di Alessandro Di Battista, che nel giugno 2018 ha pubblicato un articolo in cui si sostiene che dietro all’omicidio di Kennedy ci fosse il Mossad. Inoltre, secondo un’inchiesta de La Stampa del novembre 2016, in passato l’Antidiplomatico annoverava tra i suoi collaboratori il terrorista di estrema sinistra Achille Lollo: quest’ultimo nel 1973 prese parte all’attentato noto come Rogo di Primavalle, in cui venne appiccato un incendio doloso che uccise i due figli di un dirigente dell’MSI. Per quanto riguarda il Nodo Gordiano, basta citare il titolo dei suoi ultimi due pezzi pubblicati: “L’arte della guerra – Israele, licenza di uccidere” di Manlio Dinucci (che è anche una firma del Manifesto) e “Gheddafi: Dittatori che non lo erano” del filosofo Diego Fusaro.
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