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La Stampa Rassegna Stampa
09.03.2019 Israele: come un paese democratico 'festeggia' l'8 Marzo
Commento di Giordano Stabile

Testata: La Stampa
Data: 09 marzo 2019
Pagina: 13
Autore: Giordano Stabile
Titolo: «La battaglia delle donne al Muro del Pianto 'fateci pregare'»

Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 09/03/2019, a pag.13 con il titolo "La battaglia delle donne al Muro del Pianto 'fateci pregare', il commento di Giordano Stabile

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Giordano Stabile               la protesta al Kotel

Spintoni, sputi, insulti, fendenti con i temperini per tagliare le frange dei tallit, gli scialli di preghiera indossati dalle Donne del Muro che volevano raccogliersi e leggere la Torah nella zona condivisa al Muro del pianto, il luogo più sacro dell’ebraismo. Quella di ieri è stata una battaglia dell’8 marzo, fra uomini tutti vestiti di nero, con i cappelli dalle larghe falde, ebrei ultraortodossi, e le donne dei rabbinati riformati che da trent’anni rivendicano il diritto di pregare al pari degli uomini, e in mezzo agli uomini, davanti a quel che resta del Tempio di Salomone. Ieri l’associazione festeggiava il suo trentesimo anniversario e centinaia di militanti erano arrivate dall’America e dall’Europa per sostenere la manifestazione. Fin dal primo mattino si era formato uno schieramento massiccio di Haredi, determinati a bloccare il tentativo delle donne di uscire dall’area a loro riservata e soprattutto di leggere ad alta voce la Torah, considerata una prerogativa maschile. Di fronte migliaia di ragazze, molte arrivate dalle scuole religiose per il servizio detto del Rosh Hodesh, che segna l’inizio del mese lunare. Gli ultraortodossi hanno cercato di forzare il cordone di poliziotti che teneva separati i due blocchi. La fila ha oscillato, alcuni uomini sono arrivati a contatto con le donne. A proteggerle c’era anche un gruppo di veterani paracadutisti, reduci della guerra del 1967, quando il Muro è tornato sotto controllo israeliano. Gli Haredi li hanno insultati, «comunisti puzzolenti» e «traditori», poi sono riusciti a colpire alcune donne. «Mi hanno tagliato le frange del mio tallit - ha raccontato Nerya Knafo, direttore della ong Jewish Pluralism Watch -. Mi hanno strappato i miei tellifin, volevano assassinarmi». Gli ultraortodossi se la sono presa soprattutto con i simboli religiosi che soltanto gli uomini dovrebbero indossare, come lo scialle di preghiera e le scatolette che contengono brani della Torah. Le Donne del Muro hanno tenuto botta, e sono riuscite ad arrivare nella sezione mista, istituita nel 2016 dopo una sentenza dell’Alta corte israeliana, che ha anche stabilito come non esistano «buone ragioni» per proibire la lettura della Torah da parte delle donne. Gli incidenti sono però continuati e si sono estesi anche alla sezione femminile, dove alcune ultraortodosse hanno attaccato le Donne del Muro. Agli scontri sono seguite le polemiche politiche. I manifestanti hanno accusato il governo, sostenuto da una maggioranza di centrodestra che comprende partiti religiosi ultraortodossi, di non aver garantito la sicurezza alle Donne del Muro. Ma la principale preoccupazione era un’altra. Le forze di sicurezza erano impegnate a sorvegliare, a poca distanza, la Porta d’Oro, o della Misericordia, uno degli accessi alla Spianata delle Mosche, per gli ebrei Monte del Tempio. I fedeli musulmani la hanno trasformata in un luogo di preghiera, e hanno sfidato il divieto della autorità israeliane che lo considerano una violazione degli accordi. Ma per fortuna non ci sono stati incidenti, mentre proseguono i colloqui con la Giordania per trovare una soluzione

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