Riprendiamo da LIBERO di oggi, 01/03/2019, a pag. 11, con il titolo "L'Onu scambia israele per l'Isis", il commento di Carlo Nicolato.
Mentre il commento di Carlo Nicolato è equilibrato e giustamente stigmatizza l'atteggiamento di costante ostilità dell'Onu contro Israele, unica democrazia del Medio Oriente, quello di Chiara Cruciati sul Manifesto (che non riprendiamo) è un insieme di accuse contro lo Stato ebraico. Cruciati scrive di Gaza come "prigione a cielo aperto", "assedio israeliano", "repressione", "crimini di guerra e contro l'umanità" e "bambini palestinesi uccisi". Come al solito il quotidiano comunista si schiera con i terroristi di Hamas, loro sì responsabili di crimini contro la loro stessa popolazione e contro la democrazia israeliana, dando grande risalto alle risoluzioni Onu contro Israele.
Ecco l'articolo:
Carlo Nicolato
Una Commissione indipendente dell'Onu, ma indipendente da cosa non si sa, ha stabilito che Israele e in particolare le sue forze di difesa (Idf), avrebbero messo in atto pesanti violazioni dei diritti umani durante la gestione delle "manifestazioni" dello scorso anno al confine tra Striscia di Gaza e Israele, passate alla storia poi con il roboante nome di "Grande marcia del ritorno". «Alcune di queste violazioni possono costituire crimini di guerra o crimini contro l'umanità e devono essere immediatamente indagate da Israele» hanno scritto nel loro rapporto i membri della Commissione guidata dall'argentino Santiago Canton, già assistente politico del presidente Jimmy Carter. Il gruppo di inchiesta, del quale oltre a Canton fanno parte Sara Hossain del Bangladesh e la keniota Kaari Betty Murungi, era stato appoggiato da 29 Paesi, tra i quali la Spagna e il Belgio, ma non da Stati Uniti e Australia che l'hanno invece osteggiato apertamente. Altri hanno preferito astenersi dal voto, come la Germania e la Gran Bretagna, mentre all'Italia è andata bene, in quanto non è attualmente rappresentata nel Consiglio dei diritti umani del quale la Commissione è emanazione.
SENTENZA SCONTATA Il report, compilato dopo un anno di lavoro sulla base di 325 interviste tra manifestanti e fonti israeliane, invita dunque le istituzioni israeliane a indagare sull'Idf, ma la sentenza è già stata emessa ed è in calce allo stesso rapporto. Nel dare la notizia l'Alto commissariato per i Diritti Umani, alla cui guida peraltro c'è l'ex presidente socialista del Cile Michelle Bachelet, ha infatti sottolineato che durante le manifestazioni «più di 6.000 manifestanti disarmati sono stati presidi mira dai cecchini militari, settimana dopo settimana», che «189 palestinesi sono stati uccisi», che «le forze di sicurezza israeliane hanno ucciso 183 di questi manifestanti con munizioni vere» e che 153 di questi erano disarmati. Ma soprattutto sottolinea che «35 delle vittime erano bambini, mentre tre erano paramedici chiaramente contrassegnati, e due erano giornalisti chiaramente segnalati». Da parte sua Sara Hussein ha sottolineato che non c'era alcun motivo per sparare a bambini e disabili, ma ha anche evitato di chiedersi che cosa ci facessero bambini e disabili in mezzo a una serie di manifestazioni tutt'altro che pacifiche nelle stesse intenzioni dei presunti dimostranti (basta osservare le immagini che la Commissione ha proiettato durante la presentazione).
I GIORNALISTI UCCISI Non è certo una novità che Hamas usi i minorenni come armi, nel senso che li addestra a fare i terroristi e li manda in prima linea, approfittando in termini propagandistici della loro eventuale disgraziata uccisione. «I leader di Hamas sono dei cannibali» disse in proposito durante le manifestazioni l'allora ministro degli Esteri israeliano Lieberman. E la stessa accusa Israele l'aveva lanciata a proposito dell'uccisione dei giornalisti che coprivano la notizia convinti di dover raccontare una manifestazione, così come veniva dipinta da Hamas e dalla stampa allineata di mezzo mondo, e non una battaglia come era in realtà. Ma di tutto questo l'Onu evita di indagare e parlare. In compenso il gruppo di esperti ha raccomandato ai membri delle Nazioni Unite di imporre sanzioni individuali, come il divieto di viaggio o il congelamento dei beni, a quelli identificati come responsabili. «Il Consiglio mostra un odio ossessivo per Israele» ha detto Benjamin Netanyahu, mentre il neo ministro degli Esteri Yisrael Katz parla di un rapporto ostile, mendace e prevenuto: «L'intero scopo del rapporto» ha aggiunto il ministro «è di malignare l'unica democrazia in Medio Oriente e di compromettere il diritto di Israele di difendersi da un'organizzazione terroristica assassina».
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