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Il Manifesto Rassegna Stampa
28.02.2019 Attaccare Benjamin Netanyahu per demonizzare l'unica democrazia del Medio Oriente
Lo fa Michele Giorgio sul Manifesto, organo della sinistra estrema terzomondista e ideologica

Testata: Il Manifesto
Data: 28 febbraio 2019
Pagina: 7
Autore: Michele Giorgio
Titolo: «Corruzione, Netanyahu verso l'incriminazione»
Riprendiamo dal MANIFESTO di oggi, 28/02/2019, a pag. 7, con il titolo "Corruzione, Netanyahu verso l'incriminazione", il commento di Michele Giorgio.

Come al solito Michele Giorgio si scaglia contro il premier di Israele Benjamin Netanyahu per meglio colpire l'unica democrazia del Medio Oriente.
Mentre Alain Dershowitz, il cui intervento pubblichiamo oggi in altra pagina, esprime le posizioni di un centrosinistra liberale e moderato, sensibile ai diritti civili, alle libertà e al bisogno di giustizia, la sinistra estrema e ideologica del Manifesto è costantemente contro Israele e a favore delle peggiori dittature del mondo in nome del terzomondismo.

Ecco l'articolo:

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Michele Giorgio

Le prossime saranno ore decisive per l'esito delle elezioni israeliane de19 aprile e per il destino politico di Benyamin Netanyahu, da dieci anni al potere. Se le anticipazioni di Galei Tzahal, la radio militare, saranno confermate, oggi il procuratore generale Avichai Mandelbit raccomanderà l'incriminazione del primo ministro per corruzione come chiede la polizia.

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Benjamin Netanyahu

SONO SOLO DUE OLI ESITI possibili per Netanyahu della decisione di Mandelbit: crollo del consenso con riflessi inevitabili nella corsa per la formazione del nuovo governo; o il premier di destra, facendo ricorso alla sua abilità politica, riuscirà a presentarsi come la vittima di un complotto dei suoi avversari per rimuoverlo con l'aiuto della magistratura. Chiamato in causa, Mandelbit ha già spiegato che, pur comprendendo il momento delicato, non avrebbe senso rimandare la decisione a dopo il voto del 9 aprile, come chiede Netanyahu. In ogni caso il primo ministro non uscirà indenne dalla vicenda. Polizia e Mandelbit sembrano avere prove sufficienti per mandarlo sul banco degli imputati. Pesa in particolare il cosiddetto «caso 4000»: il premier avrebbe favorito Shaul Elovitch, azionista di maggioranza di Bezeq, la più grande società di telecomunicazioni di Israele, in cambio di una copertura mediatica favorevole sul portale d'informazione Walla. ll procuratore generale dovrebbe raccomandare l'incriminazione anche per il «caso 1000»: Netanyahu è sospettato di aver ricevuto «regali» per un valore di circa 280mila dollari da amici miliardari, in cambio di favori. E nonèescluso che Mandelbit chieda l'incriminazione anche nel «caso 2000» relativo a un presunto accordo raggiunto dal primo ministro con il proprietario del quotidiano Yedioth Ahronoth, Arnon Mozes, per ottenere una copertura mediatica favorevole.

È GRANDE L'ATTESA nel quartier generale di «Blu e Bianco», la lista elettorale dei leader centristi Benny Gantz e Yair Lapid. Il vantaggio che hanno nei sondaggi sul Likud, il partito di Netanyahu, potrebbe allargarsi dopo l'annuncio di Mandelbit. La notizia è giunta mentre Netanyahu incontrava il presidente russo Putin per la prima volta dall'incidente dello scorso settembre: la contraerea siriana colpì per errore un aereo da trasporto russo. Mosca considera responsabile l'aviazione israeliana che avrebbe usato l'aereo russo come schermo in un attacco contro Damasco.

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redazione@ilmanifesto.it

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