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La Stampa Rassegna Stampa
28.02.2019 Meis: il governo congela i fondi per il completamento
Cronaca di Marco Franceschetti

Testata: La Stampa
Data: 28 febbraio 2019
Pagina: 22
Autore: Marco Franceschetti
Titolo: «Tolti 24 milioni al Museo dell'ebraismo italiano: 'E' solo un rinvio'»

Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 28/02/2019, a pag.22, con il titolo "Tolti 24 milioni al Museo dell'ebraismo italiano: 'E' solo un rinvio' " la cronaca di Marco Franceschetti.

Le istituzioni ebraiche dovrebbero interrompere il dialogo con il governo a 5 stelle, che sta conducendo al disastro l'Italia sia in politica interna sia in politica estera, invece di ostinarsi a cercare aspetti positivi inesistenti. Per la Lega, alleata dei grillini, è il momento di battere un colpo se non vuole ridursi a un ruolo di comparsa e di sostegno di fatto della banda Grillo/Casaleggio/Di Maio/Fico/Di Stefano ecc.ecc..

Ecco l'articolo:

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Il progetto del Meis. Sotto, la struttura attuale

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I timori che si erano addensati attorno al Meis, il Museo nazionale dell’ebraismo di Ferrara, sono esplosi. Annunciati ieri mattina da Comune e Regione come quella che senza mezzi termini definiscono vigliaccata e cialtronata amministrativa: il Mibac ha revocato i fondi per completare il quarto e ultimo lotto della struttura. Sarebbero stati 24,5 milioni stanziati dall’allora ministro ferrarese Dario Franceschini per realizzare quattro padiglioni in vetro e alluminio tra l’attuale palazzina d’accesso e l’ex carcere cittadino riconvertito a spazio espositivo. A sera ci hanno provato il ministro Alberto Bonisoli e la sottosegretaria Lucia Borgonzoni a smorzare le polemiche, spiegando che l’intervento non è perduto ma solo rinviato, che i soldi intanto spesi per altre necessità torneranno a disposizione. Quando? Quando saranno terminati i lavori ora in corso, quelli per la costruzione del primo dei cinque padiglioni immaginati come simbolo dei cinque libri del Pentateuco.

Le rassicurazioni del ministero
«La decisione di rinviare il bando per l’ultimo lotto del museo – ha detto il ministro - è stata presa perché solo ora si stanno aprendo i cantieri per il secondo lotto e sarebbe stato impossibile mettere a gara anche il terzo e aprirlo prima del 2021. In quella data, infatti, scadono i finanziamenti che ci provengono dal Fondo per le Politiche di Sviluppo e Coesione, e dunque i soldi sarebbero stati persi. C’è stato un grave ritardo per la complessità di intervento per i lavori del secondo lotto il cui iter progettuale è stato molto più lungo di quanto immaginato. Ma rassicuro tutti: i soldi ci sono e quando il museo avrà la sostenibilità per l’apertura di un nuovo cantiere saranno spesi». La rassicurazione non convince né tranquillizza gli amministratori locali. «Senza questo completamento il museo potrà continuare l’attività, ma senza potersi esprimere al meglio, perché il progetto risulta fortemente compromesso e non più in grado di svolgere quel ruolo internazionale per il quale era nato»., ha detto l’assessore regionale alla Cultura Massimo Mezzetti. Vittorio Sgarbi, tra i padri del museo, racconta un’altra «verità», che chiama in causa la distrazione di un dirigente, ma ne approfitta per reclamare una nuova strada per lo sviluppo del museo «che guardi i vivi, non ai morti». Esterrefatto Franceschini: «Il Meis non è un progetto qualunque. Spero che le risorse possano essere recuperate al più presto».

 

 

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