Ecco gli articoli:
Francesco Grignetti: "Sorpresa di Savona. Il governo apre alla Turchia nella Ue"
Francesco Grignetti
Il governo italiano, quello di Giuseppe Conte, auspica che il processo di allargamento dell’Unione europea non si limiti all’area dei Balcani Occidentali, ma si estenda anche alla Turchia. È quanto si legge nel documento «La partecipazione dell’Italia all’Unione europea. Relazione programmatica» che il ministro dimissionario Paolo Savona ha appena depositato in Parlamento. Quella Turchia che Matteo Salvini cita regolarmente come esempio in negativo.
Qualche settimana fa, per dire, quando il Consiglio d’Europa polemizzò con il suo decreto sicurezza, il vicepremier leghista disse che a Strasburgo non mostravano «nessun turbamento per avere, tra i Paesi aderenti, la Turchia, che non sembra un faro di democrazia e diritti». E così non meraviglia che qualche settimana fa, intervistato da una rivista francese, Salvini sia stato nettissimo: «Quanto a un nuovo eventuale allargamento, sarò molto chiaro: aprire le porte dell’Europa alla Turchia è escluso. Abbiamo già abbastanza problemi di integrazione per far entrare in casa nostra questo Cavallo di Troia».
E invece. Paolo Savona, che è tanto nel cuore di Salvini, alla vigilia del passaggio alla Consob, lascia in eredità una ponderosa riflessione sull’allargamento della Ue verso Est. «L’area dei Balcani Occidentali - scrive - resta di interesse strategico». L’allargamento serve «a dare un ancoraggio fondamentale all’azione della Ue nella regione», però va esteso al di là del Bosforo. «Questo vale anche per la Turchia, pur considerando tutte le difficoltà del momento. Ankara resta infatti un interlocutore fondamentale per la Ue, per quanto riguarda le relazioni di sicurezza e la politica regionale in Medio Oriente e nel Golfo, ma anche in quadranti più distanti, come il Corno d’Africa».
Lo strumento ipotizzato da Savona è una cooperazione con la Pesc (Politica estera e di sicurezza della Ue, ndr). «Risulta uno strumento importante per mantenere aperto il dialogo con la Turchia su questi temi, incoraggiandola a tenere vivo un rapporto proficuo con l’Occidente». E in conclusione, al capitolo Allargamento, «il governo continuerà a sostenere la via del dialogo e della cooperazione con la Turchia, senza tuttavia sottacere la preoccupazione per il deterioramento della situazione dei diritti fondamentali nel Paese».
Un’impostazione davvero sorprendente, considerate le premesse. Perciò l’onorevole Andrea Delmastro Delle Vedove, capogruppo di Fratelli d’Italia in commissione Esteri, trasecola: «Siamo sbalorditi. A parole ci avevano detto di essere contrari all’allargamento della Ue alla Turchia. Mi permetto di ricordare che il presidente Erdogan ha appena invitato gli islamici emigrati in Europa a fare almeno 5 figli così nel giro di qualche generazione l’intero continente sarà islamizzato. Lo stesso Erdogan ha voluto celebrare la caduta di Costantinopoli con un giorno di festa nazionale. Per non dire della repressione seguita al fallito colpo di Stato. Insomma, dai comportamenti istituzionali all’impostazione culturale e religiosa, tutto ci divide sempre più. E il governo Conte invece auspica questo allargamento dell’Unione europea? Noi non ci stiamo».
Delmastro è il primo a restare meravigliato nel leggere il documento. «Posso solo dire che è l’ennesima riprova che questo governo non ha una politica estera condivisa. A seconda dei giorni, prevale la trazione leghista o quella grillina. E nell’isolamento sempre più evidente, spuntano fuori alleati improbabili, destinati a scomparire con il nuovo giorno».
Federico Capurso: "Ma la Lega si oppone: 'Non è all’ordine del giorno' "
Federico Capurso
Guglielmo Picchi
«Siamo d’accordo con il ministro Paolo Savona sul necessario dialogo con quei Paesi dei Balcani Occidentali che guardano all’Europa». Il leghista Guglielmo Picchi, sottosegretario agli Esteri e regista dei progetti di sovranismo europeo di Matteo Salvini, si ferma lì, ai Paesi dei Balcani occidentali che puntano ad entrare nell’Unione. Ma sull’ingresso in Europa della Turchia, il silenzio di Picchi è lungo, scandito dai passi svelti nei corridoi di Montecitorio e infine rotto da un «no» prolungato, quasi che quell’ipotesi non avesse bisogno di ulteriori ragionamenti.
Perché, semplicemente, «non è all’ordine del giorno», mette giù secco il sottosegretario leghista. E poi, per scacciare eventuali dubbi, sottolinea: «Valutiamo con molta attenzione ogni proposta di eventuale allargamento». Attenzione che evidentemente si traduce, in questo caso, in un faro gettato su Instanbul e sui suoi problemi di rispetto dei diritti umani e della democrazia interna. Come il leader della Lega non manca, da tempo, di sottolineare. Insomma, una «bocciatura», anche se velata dalla considerazione di cui Savona gode nel Carroccio.
Resta, però, la relazione appena depositata dal ministro, sulla quale c’è il bollo della presidenza del Consiglio. Politicamente depotenziata - a detta delle truppe leghiste - dal fatto che il ministro Savona sia in procinto di passare alla guida della Consob. E di conseguenza, i suoi compiti da responsabile degli Affari europei dovranno presto essere presi in carico da qualcun altro. Compresa la nuova linea sull’Europa e sull’appoggio italiano all’adesione di nuovi stati membri.
Che tra le proposte del professore sovranista e le idee di Salvini si sia aperta una crepa, non è un problema a cui viene dato peso. Savona viene considerato dai leghisti un intellettuale, tanto libero da non essere sempre necessariamente in linea con i dettami del leader. Ma il suo successore, scommettono, sulla Turchia avrà altre idee.
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