Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 23/02/2019, a pag.13 con il titolo "Trump cambia idea, in Siria duecento soldati" il servizio di Giordano Stabile
Giordano Stabile
Marcia indietro sulla Siria della Casa Bianca, che giovedì sera ha annunciato l'intenzione di lasciare circa 200 soldati sul terreno, dopo il ritiro totale deciso dal presidente Trump in dicembre. Secondo la portavoce Sanders, i militari avranno un ruolo di «peacekeeper». Saranno schierati nelle regioni settentrionali al confine con la Turchia, e nella base di Al Tanf al confine con Iraq e Giordania. Il loro compito sarà fornire assistenza logistica e di intelligence agli alleati, aiutando anche a guidare gli eventuali bombardamenti. L'annuncio del ritiro da parte di Trump aveva provocato le dimissioni del segretario alla Difesa Mattis e del capo della Coalizione anti-Isis McGurk, perché entrambi lo giudicavano prematuro. Secondo loro il Califfato non è sconfitto, e potrebbe tornare, o minacciare l'Occidente con attentati. Inoltre il ritiro completo consegnerebbe la Siria a Russia e Iran, esponendo i curdi alleati degli americani alla vendetta della Turchia. I Paesi europei, in particolare Francia e Gran Bretagna, condividono queste preoccupazioni, e durante la recente conferenza di Monaco hanno chiarito al vice presidente Pence che non resterebbero soli sul terreno a rimpiazzare i soldati americani. Tutti questi elementi hanno spinto Trump a riconsiderare la sua decisione, e dopo una telefonata con il leader turco Erdogan la Casa Bianca ha ufficializzato la mezza marcia indietro. Il Pentagono però è stato colto alla sprovvista anche da questo secondo annuncio, evitando di commentare i dettagli operativi. Lo stesso problema ora si sta ponendo anche per l'Afghanistan, e ciò riguarda direttamente l'Italia. Trump vuole ritirarsi, ma i militari e i diplomatici lo stanno spingendo a lasciare almeno un piccolo contingente strategico, per evitare che il governo cada e i taleban riprendano il controllo del Paese, appena i soldati americani andranno via. Anche Roma vuole ritirarsi, e certamente gli alleati non resterebbero sul terreno se partissero gli Usa. Washington però preme affinché non ci siano annunci o passi formali, prima che l'amministrazione avrà completato la sua revisione e deciso le prossime mosse
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