L'incontro Viktor Orban-Benjamin Netanyahu
Analisi di Antonio Donno
Viktor Orban, Benjamin Netanyahu
L’incontro tra il primo ministro ungherese Viktor Orban e Benjamin Netanyahu, per quanto poco presente sulla stampa italiana, non è privo di rilievo. Anzi, proprio per l’attuale posizione dell’Ungheria in seno all’Unione Europea, esso ha un significato rilevante per i due paesi. Orban ha sempre esplicitamente dichiarato l’amicizia del suo paese verso Israele e in questa particolare circostanza ha voluto arricchire quest’amicizia con considerazioni importanti a livello europeo. Innanzitutto, Orban ha voluto mettere in chiaro che l’Ungheria si farà carico di essere la capofila dei paesi dell’Europa orientale nell’impostazione di una nuova collaborazione, a tutti i livelli, tra i paesi dell’Est e Israele. Quest’affermazione non ha solo un valore in sé – sul piano commerciale, economico e di acquisizione delle straordinarie tecnologie israeliane – ma contiene un riferimento di più vasta portata sul ruolo che l’Ungheria potrà avere dopo le prossime elezioni europee. Più di ogni commento, sono chiare le sue parole: «Ho spiegato [a Netanyahu] quanto siano importanti le elezioni europee, quanto saranno importanti le elezioni del parlamento europeo, non solo per gli europei, ma per l’impatto che potranno avere qui. La nostra piattaforma è chiara. Noi desideriamo avere un esito dalle elezioni europee che ci aiuti a eliminare l’antisemitismo in Europa. E noi chiariremo che abbiamo bisogno di nuovi leader e di una nuova leadership dell’Unione Europea che non finanzi più le Organizzazioni Non-Governative – con i denari dell’Unione Europea – che interferiscono nelle questioni politiche e che sono anti-israeliane. Noi non accettiamo questo tipo di comportamento e di azione». Orban non poteva essere più chiaro. Quando ha fatto in modo che l’Università voluta da Soros a Budapest sloggiasse, si riferiva al fatto che il magnate è il primo finanziatore di quelle ONG che spargono veleno contro Israele in ogni occasione e con ogni mezzo. Tali ONG hanno un ruolo rilevante all’interno del mondo politico dell’Unione Europea che, infatti, è sempre pronta a varare condanne contro Israele e a sostituirsi agli Stati Uniti nel foraggiare i terroristi dell’Iran, tentando di compensare il vuoto economico derivato dalle sanzioni americane a Teheran. Le decisioni di Orban hanno anche un significato interno alla posizione dell’Ungheria in seno all’Unione Europea. Come si sa, Budapest ha sbarrato la strada all’immigrazione, ricevendo la condanna da parte dei burosauri di Bruxelles. Per questo motivo, ha affermato Orban, «è importante avere una sola voce nell’arena internazionale. Dobbiamo avere anche una sola voce che esalti i legittimi interessi delle nostre nazioni e il diritto di difendere i nostri confini». Si sa, a questo proposito, che è intenzione del governo israeliano di espellere gli immigrati entrati illegittimamente in Israele. Per Israele è indispensabile questa misura, in considerazione del fatto che tra gli immigrati illegali potrebbe annidarsi terroristi di ogni specie.
Una manifestazione antisemita contro Israele
Netanyahu ha rammentato a Orban come abbia chiesto all’Ungheria di farsi portavoce di una critica severa al comportamento dell’Unione Europea: «Ho raccomandato a lei e ai suoi ministri di fare uno sforzo per contrastare le menzogne contro Israele che vengono dette all’interno del Comitato per i Diritti Umani nei forum dell’Unione Europea e in altre occasioni». Insomma, il progetto di Netanyahu è di stringere accordi con i paesi che, all’interno dell’Unione Europea, contestano l’attuale dirigenza che è nelle mani dei paesi più forti del continente. L’antisemitismo, particolarmente diffuso in Francia, ma anche in Germania, è una chiave importante per l’Ungheria e eventualmente altri paesi dell’Est europeo per opporsi allo strapotere della dirigenza attuale. Israele ha bisogno di punti di riferimento all’interno del panorama europeo e non esita a stringere rapporti economici con quelle parti dell’Unione Europea che possono contribuire a sconfiggere le posizioni anti-israeliane presenti in seno all’Unione, posizioni che contribuiscono a fomentare l’antisemitismo. Combattere e sconfiggere l’antisemitismo in Europa vuol dire sostenere Israele, non il contrario; e prendere le distanze da chi diffonde l’odio per gli ebrei a livello internazionale: l’Iran. Le prossime elezioni europee ci diranno dove vuol andare l’Europa.
Antonio Donno