Shoah dimenticata in Germania e tombe ebraiche vandalizzate a Strasburgo Due servizi di Roberto Giardina
Testata:Italia Oggi - La Nazione Autore: Roberto Giardina Titolo: «I giovani ignorano Auschwitz - Un odio cronico»
Riprendiamo da ITALIA OGGI del 20/02/2019, a pag.12 con il titolo "I giovani ignorano Auschwitz" l'analisi di Roberto Giardina; da NAZIONE/CARLINO/GIORNO, a pag. 17, il commento con il titolo "Un odio cronico".
Ecco gli articoli:
Roberto Giardina
ITALIA OGGI: "I giovani ignorano Auschwitz"
Le due notizie sono collegate, anche se non sembra. Può un politico mostrare le sue emozioni e piangere in parlamento? E come mai giovani tedeschi ignorano Auschwitz e la Shoah? La leader dei verdi Annalena Baerbock, 38 anni, è stata attaccata per non aver trattenuto le lacrime mentre al Bundestag, nel giorno della memoria, Saul Friedländer raccontava come fosse stato separato dai genitori morti nel campo di sterminio. I genitori dello storico israeliano, nato a Praga nel 1932, fuggirono dapprima a Parigi, quando i nazisti occuparono la Francia, lasciarono la capitale per fuggire al sud. Saul venne nascosto in un collegio cattolico, padre e madre cercarono di entrare in Svizzera, furono fermati alla frontiera e consegnati ai tedeschi. E morirono a Auschwitz. «Perché non avrei dovuto piangere? Ho pensato alle mie due figlie», si difende Frau Baerbock. Una polemica assurda, la giovane madre per alcuni avrebbe sfruttato la situazione per conquistarsi le simpatie dei suoi elettori. La giornata della memoria, che ogni 27 gennaio, ricorda la liberazione del Lager di Auschwitz compiuta dall'Armata Rossa (e non dagli americani come Benigni, per vincere più facilmente l'Oscar, mostra ne «La vita è bella»), ma secondo un sondaggio pubblicato dalla Wirtschaftswoche, il più importante settimanale economico, il 40% dei giovani tedeschi tra i 18 e i 34 anni, sanno vagamente che cosa sia Auschwitz e la Shoah, lo sterminio di sei milioni di ebrei, o lo ignorano del tutto. «Un dato allarmante», scrive il settimanale. Come è possibile? Non è vero che in Germania si voglia dimenticare il passato. Nel centro di Berlino, il monumento alla vittime ebrei è vasto quanto un campo di calcio, a pochi metri dal Bundestag. Impossibile non vederlo e non chiedersi che cosa significhi. In certe strade le pietre d'inciampo sono decine, alla tv vengono periodicamente mandati in onda documentari storici. Forse si ricorda troppo ma non nel modo giusto, e si corre il rischio di banalizzare la storia. Lo scrittore Martin Walser fu attaccato duramente per avere anni fa denunciato che «è pericoloso evocare Hitler e il III Reich ogni volta che viene devastato un chiosco di kebab». Se ogni volta un Sadam Hussein o un Gheddaffi vengono paragonati a Hitler, quando fino a un giorno prima si trattenevano rapporti con loro, un ragazzo pub pensare che forse anche il Führer non era un mostro. È anche sbagliato, si ammonisce, fare certi paragoni superficiali: i profughi che arrivano in Europa sarebbero perseguitati come gli ebrei, oppure sarebbero uguali ai nostri emigranti, italiani, tedeschi, irlandesi. O agli stessi tedeschi (14 milioni) costretti a lasciare i territori dell'est occupati dall'Armata Rossa. Una banalizzazione o semplificazione di cui è responsabile anche un certo cinema. Si raccontano gli orrori del nazismo puntando sull'azione dimenticando il racconto, non si spiega in maniera esauriente il «perché». Frau Merkel nel giorno della memoria ha dichiarato che «l'antisemitismo non pub essere tollerato e combattuto con tutti i mezzi». Ma oggi per un ebreo a Berlino non è prudente farsi riconoscere come tale per strada. Viene aggredito dagli immigrati musulmani, e i ragazzi ebrei a scuola vengono perseguitati dai compagni turchi, che sono in maggioranza. Si è giunti al paradosso che per non venire accusati di razzismo se si criticano certi comportamenti degli immigrati, i professori chiudono gli occhi, sui giornali le notizie vengono censurate, si arriva a parlare di «mobbing religioso» per non scrivere «antisemitismo». E una giovane deputata si deve difendere se piange a sentire il racconto di un sopravissuto al nazismo.
NAZIONE/CARLINO/GIORNO: "Un odio cronico"
L'assalto antisemita al cimitero di Strasburgo
L’ANTISEMITISMO è un male europeo. A volte sembra scomparire, prima o poi ritorna alla superficie. Secondo un sondaggio Ue, la percentuale di europei che nutre sentimenti antisemiti sarebbe intorno al 20%, a seconda delle domande per sondare i sentimenti degli intervistati e dei momenti, spesso a causa di quanto avviene in Israele, e della maniera in cui ciò viene riportato. Ma adesso non ci sarebbero motivi, più o meno presunti, eppure l'antisemitismo assume forme violente in Francia. I gilets jaunes scendono in strada contro la politica poco sociale di Macron. E perche aggrediscono il filosofo ebreo Finkielkraut? crebbero ancora i ricchi ebrei a complottare contro il mondo? Si sostiene che una critica a Israele non sia prova di antisemitismo. Dipende. In Germania qualche leader Afd, l'estrema destra ormai quasi alla pari dei socialdemocratici, si lascia sfuggire che «gli israeliani si comportano come i nazisti». Un modo subdolo per autoassolversi. Björn Höcke, uno dei dirigenti, ha detto che il monumento alle vittime ebree del nazismo è un monumento della vergogna. Perché ricordare il passato? E a sinistra prende forza la campagna del Bds, il boicottaggio dei prodotti israeliani provenienti dalle zone palestinesi occupate. Non comprate dagli ebrei, come durante iI III Reich. Dopo 16 anni a Monaco ha chiuso il ristorante ebraico Schonk, per le continue minacce. A Berlino i ragazzi ebrei vengono aggrediti dai compagni musulmani, ma professori e presidi fingono di non vedere. Si preferisce parlare di mobbing religioso perché la parola antisemitismo è tabù. Non ci sono quasi più ebrei nella Mitteleuropa. Quasi scomparsi in Polonia, rari in Ungheria, eppure aumenta l'antisemitismo anche a Varsavia o a Budapest. «Orbán è un antisemita furbo, l'inglese Corbyn invece è anche stupido», ha titolato il giornale israeliano Haaretz. Il leader laburista è andato a rendere omaggio ai terroristi palestinesi da Monaco '72, uccisi dal Mossad. Ma nega di essere antisemita. Tre quarti dei tedeschi ammette di non conoscere un ebreo, allora perché? Forse perché quando le cose vanno male, si ha paura del futuro serve un nemico. Una risposta facile, non soddisfacente. Ma è impossibile spiegare un odio stupido.
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