Riprendiamo dall'OSSERVATORE ROMANO di oggi 19/02/2018, a pag.3, un redazionale dal titolo "Da Israele una stretta su fondi dell'Autorità palestinese".
OR è l'unico quotidiano che riporta la notizia che il governo israeliano ha deciso di applicare la legge approvata un anno fa alla Knesset per congelare una quota di tasse destinate all'Anp equivalente alla quota che l'Anp versa alle famiglie dei terroristi arabi palestinesi detenuti in carceri israeliane. Ramallah infatti stipendia i terroristi e le famiglie, fomentando così la violenza contro Israele. E' quindi una buona notizia quella che apprendiamo da OR.
Ecco l'articolo:
Scatta la stretta del governo israeliano sui fondi che l’Autorità palestinese (Ap) destina ai palestinesi detenuti nelle carceri israeliane e alle loro famiglie. Il Gabinetto di sicurezza, su proposta del premier Benjamin Netanyahu, ha infatti deciso di applicare la legge, approvata lo scorso anno alla Knesset (il parlamento israeliano), che sottrae dalle tasse raccolte per l'Ap le somme che questa devolve ai detenuti palestinesi: si parla di circa 138 milioni di dollari (123 milioni di euro). «Ufficiali della sicurezza — ha spiegato un comunicato del governo — hanno presentato dati secondo cui nel 2018 l'Ap ha trasferito somme di denaro ai terroristi detenuti in Israele, alle loro famiglie e anche a quelli che sono stati rilasciati. Per questo è stato deciso di congelare lo stesso ammontare di fondi dalle tasse raccolte per conto dell'Ap».
Finora la legge non era stata applicata per vari motivi: tra questi la contrarietà degli stessi apparati di sicurezza israeliani a giudizio dei quali un ulteriore taglio al budget dell'Ap avrebbe danneggiato la cooperazione e destabilizzato la Cisgiordania, già colpita dai tagli dei fondi americani all'Onu. La reazione dei palestinesi, dopo l'annuncio della misura, non si è fatta attendere. «Una dichiarazione di guerra al popolo palestinese» ha detto il primo ministro Rami Hamdallah. «Questa decisione — ha aggiunto Hamdallah — arriva nel contesto della punizione collettiva contro il popolo palestinese». Il portavoce del presidente palestinese, Mahmoud Abbas, Nabil Abu Rudeina, ha parlato di «un atto di pirateria inaccettabile», prefigurando «gravi conseguenze».
Per inviare all' Osservatore Romano la propria opinione, telefonare: 06/69883461, oppure cliccare sulla e-mail sottostante