IC7 - Il commento di Andrea Zanardo
Dal 10 al 16 febbraio 2019
La Brexit, gli ebrei, Israele
Per metterci al sicuro dalle conseguenze del Brexit, io e mia moglie abbiamo deciso di diventare cittadini britannici, dopo più di dieci anni in questo Paese. Per diventare cittadini britannici occorre superare un "test di cittadinanza", col quale si deve dimostrare di accettare le leggi e consuetudini inglesi, inclusi i diritti delle minoranze, come quello delle coppie LGBT ad unirsi in matrimonio. E occorre conoscere i rudimenti di storia e legislazione, insieme a qualche pillola di cultura locale, per esempio il piatto nazionale dell'Ulster, una specie di fritto misto, salsicce uova e pane di patate con cui da quelle parti fanno colazione. In Irlanda del Nord sono gente tosta. Passati i test, messi assieme i documenti per provare che lavori e vivi in Inghilterra da almeno cinque anni, e pagato in anticipo un prezzo non da poco, spedisci il tutto allo Home Office.
Se tutto va arriva come risposta una lettera di Sua Maestà che ti invita alla cerimonia del giuramento, di fronte a un Suo rappresentante, in luogo e data da decidere, chiamate questo numero. Ed ecco il punto che interesserà ai lettori di informazione corretta. Il giuramento, che è un "solenne impegno" per quelli che non possono giurare, per ragioni religiose: secoli fa erano i quaccheri, poi gli ebrei, adesso gli atei. "Giuro (mi impegno solennemente) ad essere un fedele suddito di Sua Maestà Elisabetta II, suoi eredi e successori secondo le leggi di questo Paese". Per chi non lo sapesse, Sua Maestà Elisabetta II è il "Supreme Governor", Governatore in capo, della Chiesa di Inghilterra. Che è a dire che chi diventa cittadino inglese deve impegnarsi a riconoscere la sovranità del capo della Chiesa anglicana. Il tentativo di sostituire la religione di Stato con un'altra è un reato di alto tradimento. I privilegi della Chiesa di Stato sono innumerevoli. Più di venticinque vescovi anglicani, uno per diocesi, sono per diritto membri della Camera dei Lord. La bandiera inglese, guardatela bene, non ha una sole croce, ma tre: in diagonale ce sono due, quella bianca di Sant'Andrea per rappresentare la Scozia e quella rossa, detta di San Patrizio, per rappresentare l'Irlanda. In molte Università i semestri prendono i nomi dal calendario cristiano, Natale e Quaresima. E la bella Meghan Markle, per sposare il principe Harry e diventare duchessa del Sussex ha dovuto convertirsi alla fede anglicana, come pure, a suo tempo, Filippo, marito di Elisabetta, nato greco ortodosso. Eppure, nonostante questa serie di privilegi, l'Inghilterra è la patria delle libertà religiose, che nei secoli passati, dopo spaventose guerre civili, è stata la prima potenza mondiale a permettere a puritani e cristiani di varie denominazioni di coltivare la propria fede. Nei secoli successivi la libertà di culto è stata estesa a cattolici ed ebrei, vincendo non poche resistenze. Hanno trovato asilo musulmani di ogni gradazione, inclusi, purtroppo i fondamentalisti, che fanno pure proseliti.
Gli ultimi decenni hanno visto la fortuna di scrittori ferocemente antireligiosi, e decisamente noiosi, come Richard Dworkin. Nelle scuole i bambini studiano i fondamenti di tutte le religioni. La presenza di una religione di Stato non è cioè di ostacolo alla libertà di pensiero o a quella di religione. Andate a spiegarlo a giornalisti ed editorialisti italiani, da Avvenire a Il manifesto, che considerano Israele una teocrazia peggio dell'Iran, per il terribile crimine di avere una legge che nomina una religione come parte essenziale del carattere dello Stato, in faccende come il calendario e la bandiera. E notare che in Israele non esistono leggi che assicurano a dignitari religiosi un posto in Parlamento, e chi diventa cittadino si impegna solo ad osservare le leggi e non ad essere fedele ad una personalità religiosa. Sotto questo profilo, Israele è persino più laico dell'Inghilterra, Paese a cui assomiglia per esempio per la presenza di una folta comunità LGBT e una organizzata minoranza islamica. ma così vanno le cose. Se la sovranità è quella di un sovrano cristiano nessuno urla alla violazione di diritti fondamentali. Se sono gli ebrei ad organizzarsi e provvedere alla propria difesa, siamo in presenza di una violazione di diritti naturali, storici e religiosi (tanti saluti a chi si dice laico). Come si permettono gli ebrei di fare di testa loro senza chiedere protezione alle persone di buon cuore? Che è questa follia di avere uno Stato? Non si è mai visto uno Stato religioso e democratico Ed anche quando lo si fonda, ne soffrono gli altri. Ma per fortuna che ci sono i Gad Lerner ed i Moni Ovadia a fare da coscienza critica! Pensate che fortuna, gli anglicani non ce li hanno, i non inglesi che li esortano ad osservare i valori britannici ed a rispettare la loro storia e loro Memoria!
Andrea Zanardo