Ungheria: il partito di estrema destra antisemita e razzista Jobbik ha amici a sinistra Commento di Mirko Molteni
Testata: Libero Data: 14 febbraio 2019 Pagina: 11 Autore: Mirko Molteni Titolo: «La sinistra si allea ai nazisti per fermare Orban»
Riprendiamo da LIBERO di oggi, 14/02/2019, a pag.11 con il titolo "La sinistra si allea ai nazisti per fermare Orban" il commento di Mirko Molteni.
Mirko Molteni
I primi segni di una grottesca alleanza fra l'opposizione ungherese di sinistra e l'estrema destra del partito Jobbik, spesso alfiere di posizioni antisemite, si erano già avuti nel 2018, ma ora si fanno più palpabili. In questo 2019 che vedrà i magiari recarsi alle urne in due importanti occasioni come le elezioni europee del prossimo 26 maggio e quelle amministrative in ottobre, gli avversari del premier Viktor Orban e del suo partito di centrodestra Fidesz, di ispirazione democratico-cristiana, sono disposti anche all'impossibile, pur di mettergli i bastoni fra le ruote. È quanto teme il Congresso ebraico mondiale, dato l'antisemitismo di Jobbik, su cui uno dei maggiori esponenti della sinistra ungherese, il verde Gergely Karácsony, ha pochi giorni fa glissato. Il presidente del World Jewish Congress, Ronald Lauder, non ha dubbi: «Sono preoccupato dalle notizie secondo cui molti esponenti dell'opposizione in Ungheria pensano ad alleanza con il partito estremista Jobbik. Sono appena stato in Ungheria per verificare di persona e ho scoperto che è tutto vero». Aggiunge: «Jobbik non ha fatto abbastanza in termini di azioni concrete per distanziarsi dalle proprie radici antisemite. Finché Jobbik non cambia davvero, non dovrebbe essere suscettibile di alleanze e dev'esser chiaro che sia dannoso per ogni partito magiaro avere relazioni con esso».
Militanti del partito di estrema destra Jobbik
SFIDA PER LA CAPITALE La pensa diversamente Karácsony, che il 4 febbraio ha vinto le primarie come candidato unico della sinistra alle elezioni autunnali per il municipio della capitale Budapest. Oltre a essere sostenuto dal suo partito Párbeszed, ha strappato consensi ai socialisti, a Coalizione Democratica e al Movimento Solidarietà. Sfiderà così il sindaco uscente di Budapest, Istvan Tarlos di Fidesz, in carica dal 2010. E poiché finora Jobbik non ha presentato alcun proprio candidato per Budapest, si pensa che il movimento si allineerà alla sinistra, preferendo appoggiare pure esso Karácsony. Il candidato di sinistra lo sa bene, perciò durante un'intervista fattagli l'8 febbraio sull'emittente televisiva ungherese Hir Tv, ha negato che Jobbik fosse un partito nazista nonostante avesse proposto pochi anni fa di «schedare tutti gli ungheresi di origine ebraica, specialmente fra i membri del Parlamento e del governo». II giornalista gli chiedeva: «Scusi, secondo lei non è nazismo fare una lista di tutti parlamentari magiari di origine ebraica?». Al che il candidato di sinistra ha seccamente risposto: «No».
Viktor Orban
IL VOTO EUROPEO Prima ancora delle amministrative di autunno, che oltre ai sindaci di Budapest e di altre città, decideranno anche van governi regionali, l'appuntamento più vicino è quello delle europee di maggio, per le quali, a testimonianza del fatto che a sinistra si sta lavorando a qualche soluzione «originale», fra cui un'alleanza con Jobbik, solo due partiti finora hanno messo a punto liste per Bruxelles, ovvero Fidesz-Kdnp e il centrista Momentu. Tutti gli altri stanno ancora costruendo i difficili equilibri di una coalizione anti-Orban, bizzarra e anticipata timidamente nel febbraio 2018 con l'appoggio congiunto al candidato indipendente Péter Márki-Zay, eletto sindaco della città di Hodmez.
SCONFITTI Jobbik stesso potrebbe definirsi disorientato, dopo le elezioni politiche dell'aprile 2018, quando la scelta di andare contro Orban non aveva pagato alle urne. La sconfitta aveva spinto il 12 maggio alle dimissioni l'allora leader Gabor Vona, rimpiazzato da Tamas Sneider tuttora in sella. Già allora Jobbik aveva inaspettatamente sostenuto che l'Ungheria dovesse accogliere la quota di migranti destinatale dall'Unione Europea, giungendo al paradosso di un partito di ultradestra meno attento alla tutela dei confini e dell'identità magiara, rispetto al governo di destra moderata. Anche in tal caso, tutto pur di fermare il rivale Orban. Poi, dopo l'approvazione il 12 dicembre 2018 della legge sugli straordinari lavorativi, definita "legge-schiavitù" dalle opposizioni, Jobbik era sceso in piazza, fra dicembre e gennaio, fianco a fianco con le sinistre, tanto che il leader socialista Bertalan Toth è stato fra i primi a suggerire un'ammucchiata anti-Orban in vista delle europee.
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