Il TG3 con Lucia Goracci applaude il regime criminale iraniano
Commento di Deborah Fait
Una Lucia Goracci entusiasta racconta i 40 anni dalla "vittoria " della rivoluzione islamica in Iran. "Lo stesso vigore, lo stesso passo di allora nella marcia degli iraniani…. un monumento, ultimo lascito "megalomane" dello Scià".
Nel breve collegamento da Teheran, la Goracci, il tono soddisfatto, quasi provocatorio, cita le parole del presidente Rouhani, le stesse, continua, che pronunciava 20 anni fa quando Bush lo fece finire nell'asse del male.
Intanto scorrono le immagini, i missili, bandiere israeliane bruciate, gente che parla con soddisfazione del regime. Si, dicono di essere soddisfatti e orgogliosi ma hanno delle espressioni cupe, non sorridono mai.
http://www.rai.it/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-93a38ee9-babf-43cd-96d0-157dd34224ec-tg3.html#p=0
Lucia Goracci, inviata a Teheran
dal TG3 Rai
Questo è l'Iran, un paese triste, colorato di nero, il nero dei chador, il nero della tristezza e della morte, cose che si notano nonostante il racconto epico che ne fa la Goracci.
Non so se sia giusto definire masochista questo atteggiamento amichevole e servile verso chi minaccia un giorno si e l'altro pure di avere i missili pronti a colpire non solo Israele ma anche l'America e l'Europa.
Masochismo? E' di più, molto di più, è follia pura che non appartiene solo all'inviata della Rai ma alla maggior parte degli europei, dalla Mogherini in giù, che pensano di poter rabbonire e farsi amica la belva rappresentata dagli ayatollah, con quattro smancerie e il leccamento del suolo che Rouhani e soci calpestano.
Lasciamo per un momento da parte il discorso del pericolo iraniano cui forse molti incoscienti non credono e parliamo di quello che l'Iran ha fatto in 40 anni di dittatura islamica. Le oche giulive europee non possono ignorare quello che accade all'interno del paese. Gli ayatollah hanno reso il popolo schiavo, le donne che prima erano libere, belle, con i capelli al vento, la sigaretta in una mano e un libro nell'altra, sono state trasformate in tanti fantasmi neri, tristi, spaventati. La libertà non è più nemmeno un ricordo, la gioventù è nata praticamente in cattività, la gente scompare e nessuno sa più dove sia. E poi la morte, la morte che aleggia nelle piazze iraniane dove si impicca chiunque non vada a genio ai truci burattinai in caftano e turbante, la morte, le forche nelle piazze.
Centinaia di esseri umani impiccati ogni anno. Questo non si sa? Non si capisce? Non si vuole sapere? Sugli orrori degli ayatollah l'Europa tace, accoglie i teocrati islamisti con tutti gli onori, copre le statue per non offendere la loro sensibilità e, ciliegina sulla torta, La Rai manda in onda servizi entusiastici sul paese che, oltre ad essere un pericolo per tutti noi, sembra trasformato in un' enorme impresa funebre con i becchini in turbante che predicano la bellezza della morte.
Deborah Fait
"Gerusalemme, capitale unica e indivisibile dello Stato di Israele"