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Corriere della Sera-La Stampa Rassegna Stampa
11.02.2019 La scritta 'Juden' su una vetrina a Parigi & 2 ex comici, Dieudonné e Grillo
Commenti di Stefano Montefiori,Leonardo Martinelli

Testata:Corriere della Sera-La Stampa
Autore: Stefano Montefiori-Leonardo Martinelli
Titolo: «Una scritta 'Juden' e le pulsioni antisemite della Francia in giallo-Parigi: 'Juden' scritta antisemita su una vetrina della capitale»

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Dieudonné  & Grillo, due ex comici passati alla politica

Sull'antisemitismo dei movimenti che hanno come leader degli ex-comici - Dieudonnè in Francia, Grillo in Italia - è cosa risaputa, ma non sufficientemente condannata. Riprendiamo due commenti che hanno al centro la scritta "Juden" sulla vetrina di un negozio di Parigi, commentata dal CORRIERE della SERA  a pag. 28 e dalla STAMPA a pag.18

Corriere della Sera- Stefano Montefiori: " Una scritta 'Juden' e le pulsioni antisemite della Francia in giallo"

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Stefano Montefiori
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La scritta gialla «Juden!» è apparsa nella notte tra venerdì e sabato sulla vetrina di un ristorante della catena Bagelstein nell' Ile Saint-Louis, a Parigi. Significa «ebrei» in tedesco, ed è una citazione dei marchi di infamia che i nazisti apponevano sui negozi tenuti dagli ebrei a partire dal 1933.Il ministro Castaner ha denunciato l'atto di antisemitismo e ha lamentato il fatto che «le lezioni più tragiche della Storia non rischiarano più le coscienze». Il proprietario si è affrettato a precisare che la scritta risale a qualche ore prima della manifestazione dei gilet gialli e che il corteo poi non è passato di lì. Si comprende la preoccupazione di non inimicarsi manifestanti poco teneri con chi osa criticarli (lo chef stellato Yannick Delpech ha avuto il suo ristorante di Tolosa incendiato per questo), e in ogni caso è sacrosanto non incolpare nessuno a sproposito.
Ma un problema resta, ed è il clima di irresponsabilità che questa rivolta contribuisce a creare, ogni sabato, in Francia.Nei cortei c'è di tutto: tanta gente pacifica e rispettabile, qualcuno che dà fuoco alle auto, altri che gridano o scrivono scempiaggini, e nessuno contesta l'altro. Così si vedono scritte come «Macron prostituta degli ebrei» e sugli striscioni ricorre l'equazione ricchi-banche-ebrei; a Strasburgo una settimana fa alcuni ebrei sono stati insultati da gilet gialli mentre pregavano in sinagoga, per non parlare dell'ex comico antisemita Dieudonné e del neonazista Hervé Ryssen che esibiscono fieri il loro gilet giallo. I manifestanti non sono tutti così, ovviamente, e abbiamo visto sfilare anche i famosi pensionati che non arrivano alla fine del mese. Ma chi decide chi è il gilet giallo autentico? Chi è «rappresentativo del movimento»? E perché queste minoranze sono tollerate dal 17 novembre, giorno del primo corteo? Chi ha scritto «Juden» sulla vetrina forse non portava un gilet giallo. Ma lo indossano alcuni che, se anche lo avessero visto all'opera, si sarebbero girati dall'altra parte, o avrebbero applaudito.

La Stampa-Leonardo Martinelli: " Parigi: 'Juden' scritta antisemita su una vetrina della capitale"

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Leonardo Martinelli

Sabato mattina il pianista e compositore Jean-Yves D'Angelo, uscendo da casa, sull'isola di Saint-Louis, l'ha subito notata quella scritta: «Juden», «ebrei» in tedesco. Propri lì, nel cuore di Parigi, fatta con vernice spray gialla, ben visibile sulla vetrina di uno dei punti vendita di Bagelstein, una catena di fast food specializzata nei bagel imbottiti, i panini ad anello della tradizione ebraica. D'Angelo ha sottolineato: «Non sono ebreo, ma ho trovato tutto questo assurdo». Ha scattato una foto e l'ha postata su Facebook, scatenando, naturalmente, un putiferio. Nel fine settimana la notizia è stata la più commentata sui social in Francia. D'Angelo ha dovuto addirittura sopprimere il suo profilo Facebook, vista la valanga di messaggi ricevuti. In tanti paragonano quel «Juden» alle scritte simili che comparvero in Germania sulle vetrine di molti negozi a partire dal primo aprile 1933, quando i nazisti iniziarono a boicottare commercianti e professionisti liberali ebrei. Gilles Abecassis, cofondatore di Bagelstein, ha ammesso che la scritta è stata trovata il sabato mattina, all'apertura, e che non è la prima volta: stavolta ha denunciato il fatto alla polizia. La Procura di Parigi ha aperto un'inchiesta per incitamento all'odio razziale. Il responsabile dell'atto, secondo la legge francese, rischia un anno di carcere e 45mila euro di multa.
Attacchi in crescita
L'indignazione è forte, anche perché l'antisemitismo sta crescendo in Francia. Nei primi nove mesi del 2018, sono state 385 le aggressioni (fisiche e verbali) a ebrei denunciate alla polizia (e non tutte lo sono), in aumento del 69% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. Reuven Rivlin, presidente israeliano, in visita a Parigi il 23 gennaio, ha denunciato il fenomeno a Emmanuel Macron. Intanto, ieri su Twitter è intervenuto il ministro degli Interni Christophe Castaner a proposito della scritta sulla vetrina di Bagelstein («sarà fatto tutto il possibile perché l'autore di quest'atto vergognoso venga condannato»). Sulla rete in tanti hanno messo in relazione l'accaduto con la manifestazione dei gilet gialli sabato nella capitale. Il fumettista e romanziere Joann Sfar ha accusato esplicitamente il movimento di antisemitismo. Ma secondo Abecassis, «i gilet gialli non hanno niente a che vedere con la scritta, che è stata fatta prima, nella notte tra venerdì e sabato. E poi i cortei non sono passati dal nostro quartiere».

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