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La Stampa Rassegna Stampa
08.02.2019 Una cronaca da Hebron: analisi delle molte parole scorrette
nel commento di Giordano Stabile

Testata: La Stampa
Data: 08 febbraio 2019
Pagina: 21
Autore: Giordano Stabile
Titolo: «Attivista italiano fermato per cinque ore dagli israeliani»

Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 08/02/2019, a pag.21, con il titolo "Attivista italiano fermato per cinque ore dagli israeliani" il commento di Giordano Stabile

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Le parole sono importanti, una maggiore accuratezza sarebbe apprezzata:
1. perchè scrivere 'il governo di Benjamin Netanjahu'? Forse che scriviamo 'il governo di Giuseppe Conte' quando citiamo il governo ialiano? sarebbe ridicolo, no? questo però non vale per Israele
2. attivista di che cosa? L'ISM è un movimento composto da odiatori di Israele, finanziati dalle Ong il cui scopo è creare iniziative che delegittimino lo Stato ebraico, presentare l'italiano come semplice 'attivista' è molto scorretto.
3. I due provocatori non avevano nessun incarico ufficiale, eppure vengono presentati com se l'avessero.
4. Se un cittadino commette delle illegalità in altro paese, non si capisce come il nostro consolato si senta autorizzato a intervenire immediatamente per il suo rilascio, semmai avrebbe dovuto sentire prima le accuse contro di lui dal governo israeliano.
5. perchè ricordare solo e sempre il crimine commesso da un singolo estremista israelo-americano che uccise dei musulmani che pregavano in un luogo conteso e ignorare sempre i progrom contro gli ebrei a fine anni'30 che causarono un numero enorme di vittime fra i residenti ebrei?
6. Con la medesima insistenza, perchè non ricordare il vero ruolo delle Ong  internazionali che finanziano le 'attività' dei cosiddetti 'attivisti'?

Ecco l'articolo:
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Giordano Stabile

Un attivista italiano, assieme a un collega statunitense, è stato arrestato e rilasciato dopo qualche ora dalle forze di sicurezza di Israele a Hebron. Un ulteriore segnale della tensione nella città della Cisgiordania, dopo che la scorsa settimana il governo di Benjamin Netanyahu aveva deciso di porre fine alla missione degli osservatori internazionali. Il consolato italiano si è attivato subito dopo la diffusione della notizie dell'arresto — data dall'agenzia palestinese Wafa— per ilrilascio del nostro connazionale. E dopo qualche ora il giovane è stato liberato I due attivisti appartengono alla Ong International Solidarity Movement (Ism), e sono stati fermati mentre erano vicino a una scuola nel centro della città. La Wafa ha precisato si tratta «della Scuola elementare Cordoba», vicino all'insediamento ebraico di Beit Hadassah, e che i due volevano «garantire l'uscita degli studenti» proprio in assenza degli osservatori internazionali della Tiph (Temporary international presence in Hebron), che in genere sorvegliavano quella zona critica in modo da disinnescare eventuali incidenti fra le due comunità.
II ruolo della Ong
La forza internazionale vegliava sul rispetto dell'intesa siglata nel 1997 da palestinesi e Israele nell'ambito degli accordi di Oslo, e cercava di smorzare gli attriti tra gli abitanti ebrei e arabi. Erano 64 uomini provenienti da Italia, Svizzera, Norvegia, Svezia e Turchia, compresi 15 nostri carabinieri. Ora l'Ism sembra volere in qualche modo sostituire gli osservatori e perciò si è andata a scontrare con le forze di sicurezza israeliane. Netanyahu ha accusato la Tiph di essere «parziale» e di aver avuto atteggiamenti aggressivi nei confronti degli abitanti ebrei. Tanto meno il governo israeliano è a questo punto disposto a tollerare la presenza di «osservatori» delle Ong senza un mandato ufficiale. Hebron conta circa 200 mila abitanti palestinesi, ma nel centro storico, adiacente alle Tombe dei Patriarchi, uno dei luoghi sacri dell'ebraismo, c'è un quartiere ebraico con 700 persone, alle quali vanno aggiunte le settemila che vivono nel vicino insediamento di Qyriat Arba. Il massacro del 1994, quando un estremista israelo-americano uccise 19 musulmani in preghiera nella moschea costruita sopra le Tombe, ha segnato la città e portato all'intesa per istituire la missione internazionale. In base agli accordi i120% della città è sotto il controllo israeliano, il resto è competenza dei palestinesi. Ora però manca il «cuscinetto» delle forze internazionali.

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